Salviamo l’arte

Salviamo l’arte

Ducati, nel 1998, ha realizzato il proprio Museo all’interno dell’azienda e recentemente ha allargato l’esposizione con le moto di serie. A quando l’archivio consultabile?

Si dice spesso che la dignità di un Paese la si possa misurare da come questo tratta e conserva i ricordi del suo passato. Un detto che calza a pennello per l’Italia, in quanto abbiamo una quantità impressionante di beni artistici che curiamo e restauriamo non sempre con attenzione e solerzia.

A nostra discolpa, va detto, vi è appunto l’immenso numero di beni artistici: un conto è avere un castello qui e uno là, un altro è avere, in ogni piccolo borgo, chiese che spesso contengono quadri o altre creazioni artistiche di grande valore.

Tutto ciò si applica alla perfezione anche al nostro settore, in quanto abbiamo avuto la fortuna di ospitare nella nostra penisola alcune marche che sono l’essenza stessa della storia e della tecnica motociclistica.

In questo senso, bisogna dire, l’attenzione è ancora più fievole: sono pochi i musei aziendali, a volte tenuti in modo del tutto inadempiente. L’esempio che salta subito all’occhio è quello della Moto Guzzi, una Casa che dal 1921, con l’esclusione degli ultimi decenni, ha rappresentato il massimo livello di tecnologia, di capacità di primeggiare nelle competizioni e di produrre modelli di riferimento per tutti gli appassionati delle moto storiche.

Lo stato del Museo Guzzi è esemplare per abbandono e miopia; chiunque lo visiti rimane stupito da come meraviglie della tecnica possano essere esposte una fianco all’altra, come in un parcheggio davanti alla stazione. Un vero peccato, se pensiamo a quanto interesse e quanti visitatori potrebbe attirare una realtà museale realizzata a dovere.

Ha quindi fatto benissimo Ducati, nel 1998, a realizzare il suo proprio Museo all’interno dell’azienda: un’esposizione curata, in un ambiente di livello che consente di godere delle moto esposte. Certo, uno può obiettare su cosa venga esposto, del resto non si può realizzare un percorso infinito, delle scelte vanno fatte, ma l’importante è che tutto sia compiuto con professionalità e rispetto.
Ora, poi, il Museo Ducati si è rinnovato, integrando nel suo tessuto, prima interamente dedicato al mondo delle corse, anche le moto di serie e le persone che hanno contribuito a fare grande l’azienda: giusto, dopo così tanti anni, bisogna rinnovare l’interesse, variando l’offerta, visto che anche nel caso di Ducati non manca certo il materiale da esporre!

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Che differenza c’è fra una moto così e un’opera d’arte?

Anzi, visto che siamo in argomento, sarebbe molto interessante se fosse dato spazio e attenzione a tutto ciò che riguarda l’archivio dell’azienda: ci riferiamo qui a disegni, foto, depliant, prototipi e tutto quanto rientra a pieno titolo nella sua storia: così, a fianco del Museo sarebbe bellissimo avere uno spazio organizzato e confortevole -diciamo una piccola biblioteca?– dove gli interessati abbiano accesso a documenti, disegni tecnici e, magari a rotazione, realizzazioni secondarie (vi ricordate dei motori mai visti?) che l’azienda ha prodotto nei suoi lunghissimi anni di storia e dei quali non si deve certo vergognare.

Beh, forse chiediamo troppo, ma sarebbe la naturale conclusione e integrazione del Museo.

Del resto, come dicevamo all’inizio, è proprio dalla cura e dall’attenzione del passato che si vede la forza del presente ed oggi, lo possiamo dire, Ducati è sicuramente un’azienda sana e forte.

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