Prova Ducati SuperSport S: in strada e al Mugello

Prova Ducati SuperSport S: in strada e al Mugello

La Ducati SuperSport è una moto dalla grande versatilità, utile per viaggi non lunghissimi, guida sportiva, ma anche per l’utilizzo quotidiano.

Ma insomma, ci siamo chiesti, questa SuperSport che moto è? Una tuttofare che fa tutto benino, ma niente alla perfezione? Oppure è la moto totale, quella con cui ti trovi bene sia nella sparata fra le curve che nel viaggio con passeggero?

Del resto, questa è la sua anima, un po’ controversa, che si esplicita anche nella sua immagine: a prima vista, infatti, ha un look veramente sportivo, con quella carena, ma soprattutto il cupolino, che ricordano non poco una Panigale. Ma poi, se la si guarda bene, si nota come quella carena a un certo punto si interrompa e non avvolga quindi interamente il veicolo; poi cosa pensare di quel manubrio così alto e di quelle pedane così in basso!

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Insomma, ma questa SuperSport che moto è, a quale pubblico è destinata?

La compro perché voglio andare al mare in compagnia, comodo e protetto dall’ampia carenatura, o per fare due pieghe pazze in autodromo sfruttando la forza del motore bicilindrico e l’efficacia delle sospensioni Öhlins, montate di serie sulla versione S, oggetto di questo nostro test?

Ma andiamo con ordine, partendo dall’inizio: fin dal primo contatto, una volta montati in sella, la SuperSport dà subito l’impressione di essere nata per viaggiare, in autostrada come sui percorsi di montagna: è una moto comoda, manubrio posizionato correttamente, ergonomia perfetta, si tocca facilmente per terra.
Però, se ti allontani un poco e la guardi con attenzione non hai dubbi: è una moto sportiva, come appunto si evidenzia da carena e linee aggressive.
Bene, allora abbiamo già chiarito un aspetto: è una moto sportiva che non ha una posizione di guida sportiva!

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La SuperSport è una sportiva stradale che ha i suoi punti di forza nell’essere divertente, versatile e accessibile; a tutto ciò si abbina un look con forti richiami alla supersportiva Panigale. Infatti, basta guardarla frontalmente, nella zona del proiettore, caratterizzato dallo “sguardo” luminosa della luce diurna a Led, mentre sotto sono posizionate le luci anabbagliante e abbagliante, quasi nascoste, proprio come accade con le proposte top di gamma delle sportive Ducati.

Siamo in confusione? No, al contrario, ora ci è tutto chiaro: è una moto che fa della funzionalità e della versatilità le sue armi migliori, facendoci intuire come sotto il vestito sportivo si nasconda una moto adatta a molteplici situazioni.

Una moto veramente confortevole, tant’è che se si avesse ancora come riferimento la precedente Supersport disegnata da Terblanche si sarebbe completamente spiazzati; bastano infatti pochi metri per intuire come con lei si possano fare molti chilometri senza affaticare braccia e polsi.

Però qui entra in gioco un altro aspetto, altrettanto importante, ovvero il motore. Il bicilindrico da 937 cc dispone di 110 Cv e di tanta coppia, una soluzione con una notevole forza che invita il pilota a voler sfruttare la moto nella guida veloce.
Del resto, è una Ducati!

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Le due versioni della SuperSport: sopra la S, sotto la base.

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Insomma, questa è una proposta un po’ particolare, proprio per questa sua doppia anima, per una certa ambiguità che può allontanare il motociclista che cerca una risposta certa, mentre qui siamo su un terreno di compromesso, piacevole e ben fatto, ma sempre compromesso è.

Chi ne valuta l’acquisto, quindi, è bene che abbia chiaro che questa moto non ha nelle sue corde l’eccellenza in uno specifico utilizzo, però può fare tutto a un ottimo livello: un’unica moto al posto delle due che servirebbero per prendere il suo posto.

Non a caso, per il nostro test, abbiamo deciso di trascorrere in sella qualche giorno in giro per statali, anche con il passeggero, per poi concludere con un’intera giornata di prove libere al Mugello, proprio per evidenziare la sua versatilità, la capacità di essere a proprio agio anche in contesti estremamente diversi.

La SuperSport S in un colpo d’occhio

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Per la SuperSport, Ducati Performance offre una serie di pacchetti e accessori che hanno il compito di accentuare uno o l’altro degli utilizzi possibili con questa moto: ecco quindi i pacchetti Sport, Touring e Urban. Il pacchetto Touring prevede una coppia di borse laterali semirigide, il parabrezza touring maggiorato e le manopole riscaldate.

Colorazioni
Carena Star White Silk con telaio Rosso Ducati e cerchi ruota Glossy Red
Carena Rosso Ducati con telaio Rosso Ducati e cerchi ruota Matt Black

Principali dotazioni
Motore Testastretta 11° da 937 cc da 113 Cv e 96,7 Nm a 6.500 giri/minuto
Omologazione Euro 4
Sistema di scarico 2-1-2 con presilenziatore inferiore e silenziatore laterale con due uscite sovrapposte
Telaio a traliccio con motore a funzione portante
Plexiglas regolabile in altezza su due posizioni con una escursione di 50 mm
Cerchi a 3 razze con disegno a Y
Pneumatici Pirelli Diablo Rosso III nelle misure 120/70 ZR17 all’anteriore e 180/55 ZR17 al posteriore
Forcella Öhlins completamente regolabile con steli da 48 mm di diametro con trattamento TiN (contenuto specifico versione S)
Ammortizzatore Öhlins completamente regolabile (contenuto specifico versione S)
Impianto frenante anteriore Brembo con due dischi da 320 mm e pinze M4.32
Pompa freno anteriore radiale Brembo PR18/19
3 Riding Mode (Sport, Touring, Urban)
Ducati Safety Pack (ABS Bosch + Ducati Traction Control)
Ducati Quick Shift up/down (contenuto specifico versione S)
Proiettore con luci diurne a LED, Daytime Running Light (DRL)
Strumentazione full-LCD
Presa USB impermeabile nel sotto-sella
Coprisella passeggero in tinta (contenuto specifico versione S)
Predisposizione per Ducati Multimedia System (DMS)

Prezzo Ducati Supersport
Euro 15.190 (colore rosso)
Euro 15.390 (colore bianco)

Oggi il modello base della SuperSport è disponibile solo nel colore Titanium Grey, con telaio e cerchi ruota Rosso Ducati, al prezzo di 13.490 Euro, mentre la versione depotenziata (35 kW) costa 12.490 Euro.

In sella alla Ducati SuperSport

Mettiamoci quindi in viaggio: notiamo subito come la posizione in sella per il passeggero non sia molto adatta ai viaggi molto lunghi, in quanto, soprattutto con le borse, vi si trova un po’ incastrato, con una porzione di sella non sufficientemente larga e comoda, così come la posizione delle maniglie non è posta in modo da consentire una postura rilassata.
Comoda è invece la possibilità di regolare il plexiglass del cupolino, anche se un pilota diversamente alto come il sottoscritto non ha avvertito la necessità di sfruttarlo in tutta la sua ampiezza.

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La protezione aerodinamica è garantita da un plexiglass regolabile in altezza su due posizioni.

La moto si guida bene, non è maneggevolissima, ma tiene bene la traiettoria, anche se richiede al pilota di impostarla con un po’ di decisione, come si faceva con le moto di una volta; insomma, ci vuole una guida di corpo per inserirla bene, dopo segue la traiettoria fedelmente, dando gusto e soddisfazione di guida.
E’ una moto sincera, non è molto reattiva né assolutamente nervosa, richiede però uno stile di guida particolare, che mi piace.
Le pedane sono un po’ troppo basse, comode per la guida turistica, ma se il ritmo aumenta si fa fatica a caricarle; ne consegue che anche lo spostamento del peso in curva avviene più in modalità da poltrona che non da stile di guida sportivo.
Ottime le sospensioni: la S, come detto, è dotata di una forcella Öhlins che offre un compromesso praticamente perfetto fra idraulica e molla; ha infatti la prima parte di escursione soffice, così che la moto non si scompone sulle buche o sugli avvallamenti stradali, mentre in staccata, anche feroce, non arriva mai a fondo corsa, trasmettendo molta confidenza e sicurezza, cosi come fa da par suo il mono posteriore.

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La versione S monta un kit completo di sospensioni pluriregolabili Öhlins: una forcella con steli da 48 mm di diametro, con trattamento TiN, mentre al posteriore abbiamo un mono completamente regolabile con serbatoio del gas integrato. A destra, il ponte di comando espone il fianco a qualche critica, considerata la fattura dei semimanubri forgiati in alluminio e della piastra di sterzo. Anche la strumentazione prevede un semplice display LCD, con spie luminose nella parte superiore del cruscotto, mentre sotto sono visualizzabili tutti gli altri dati, compresa una banda grafica semicircolare per il contagiri e il dato della velocità in evidenza al centro.

Un pacchetto, quindi, che induce a una guida piacevole, se vogliamo anche tranquilla, nonostante il motore abbia notevole forza come dimostra la sua sostanziosa cavalleria, che si esalta nella mappatura Touring, una sorta di sintesi della chimica che è alla base di questa SuperSport.
Con questo riding mode, infatti, la moto è perfetta perché non strappa, non è brusca, se si insiste sull’acceleratore non ha nessuna incertezza, fornendo una risposta sempre all’altezza delle aspettative di chi guida. La coppia è sempre piena e sostanziosa: fin dai 2500 giri la moto riprende tranquillamente, in un modo che lascia piacevolmente sorpresi.

Al contrario, la modalità Sport non è molto indovinata perché ha un’erogazione scorbutica, che non dà però quella sensazione di aggressività che ci si attenderebbe, tant’è che non si guadagna niente come prestazione, ma solo come ruvidezza alla risposta del comando del gas.
Il cambio elettronico, invece, rappresenta un vero problema, nel senso che, una volta che l’hai provato, non puoi più farne a meno!

Ci si abitua con molta facilità, proprio perché è molto comodo; le uniche incertezze, a basso numero di giri, dove magari digerisce male una cambiata non proprio puntuale, ma si tratta di dettagli, è un accessorio, ripeto, che una volta che l’hai scoperto non è più un accessorio, ma un compagno di guida quasi indispensabile!
Il suo difetto più significativo si evidenzia però in pista, in caso di staccate sul veloce, quindi impegnative: la cambiata allora diventa un po’ dura, per cui bisogna essere molto decisi nell’operazione, considerata anche la delicatezza della situazione! Ma abbiamo parlato di pista?

Già, perché come detto prima abbiamo portato la SuperSport fra i cordoli del Mugello: però, tranquilli, prima abbiamo smontato le borse!
Insomma, la modalità è stata quella di un tempo, quando si arrivava sul circuito in sella alla propria moto, si smontava qualche particolare proprio non adatto al circuito, e poi via a inanellare giri su giri!
La SuperSport, con la sua doppia anima, ci ha riportato un po’ a quelle sensazioni, permettendoci di divertirci veramente tanto, pur se in un autodromo così veloce e impegnativo come il Mugello.

La SuperSport in pista al Mugello

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Come da tradizione, la SuperSport si è difesa molto bene anche in pista, soprattutto grazie alle caratteristiche del suo motore e al comparto sospensioni di ottimo livello. Non aiuta invece la particolare posizione di manubrio e pedane, che non consentono di spingere al massimo, ma del resto qui siamo di fronte a una proposta che deve andare bene un po’ in tutte le condizioni, quindi il compromesso è inevitabile.

Come detto, nessuna modifica, gomme stradali e via: a parte le pedane troppo basse, come già detto prima, la moto è molto divertente, anche se è ovvio che non si può fare il tempo, ma solo gustare le piacevoli situazioni della guida in pista.
La SuperSport in questa situazione si trova abbastanza a suo agio, anche perché non va certo piano!
Infatti, in fondo al rettilineo principale del Mugello, che fra l’altro è anche in salita, ho letto i 245 Km/h sul cruscotto che non è certo poco!
Il tutto è reso ancora più saporito dal fatto che le curve si impostano bene, la frenata è ottima e le sospensioni lavorano perfettamente.
Insomma, in questo frangente la SuperSport mi ha stupito, tanto che è venuta spontanea una certa curiosità al pensiero che con due gomme più appropriate all’uso specifico si potrebbe…

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L’interasse di 1478 mm, insieme all’inclinazione canotto di 24° e l’avancorsa di 91 mm, rendono la SuperSport maneggevole, garantendo sempre la massima stabilità in percorrenza di curva e in velocità. Particolarmente efficace in pista, al netto di qualche incertezza in staccate al limite, è il sistema Ducati Quick Shift (DQS) up/down di serie sulla SuperSport S: infatti, il motore è dotato di cambio a sei rapporti con sensore marcia specifico che permette di equipaggiare la gamma SuperSport con questa soluzione. La frizione, con comando a cavo, è a bagno d’olio con funzione anti-saltellamento, altra soluzione indispensabile nella guida sportiva.

Beh, non voliamo troppo con la fantasia, resta il fatto che questa Ducati non è assolutamente fuori luogo in un ambito di prove libere in pista, anche a fianco di altri amatori in sella alle loro supersportive a quattro cilindri.
Infatti, stupisce il fatto che una moto con una tale indole si comporti così bene in circuito, pur in assenza di qualsiasi messa a punto della ciclistica: certo, in situazioni di particolare appoggio, come alla Casanova/Savelli o alle Arrabbiate, bisogna fare un po’ attenzione, ma è comunque un dettaglio che potrebbe notare un pilota o un amatore molto evoluto.
Come mappatura, in questo contesto, ho utilizzato la Sport, anche se in un confronto diretto con la Touring, in rettilineo, la differenza è stata di pochi Km/h; ma sicuramente con la Sport la moto risponde più prontamente all’azione del gas.

Una moto versatile e completa.

Ma in conclusione, qual è l’utente che potrebbe trovare nella SuperSport la moto ideale? La consiglierei a chi cerca una moto con una certa immagine e grande versatilità, utile per viaggi non lunghissimi, guida sportiva, ma anche per l’utilizzo quotidiano.
Una moto completa, onesta, che certo risente, a fronte degli altri modelli del listino Ducati, del mancato aggiornamento che ha interessato praticamente tutta la gamma in tempi recenti.

Un dato che è esteticamente evidente nella finitura di pedane e supporti, compresa la piastra superiore manubrio e il supporto strumenti, come l’impiego di viteria non omogenea per colore o forma.
Ma ci sono anche differenze più sostanziali con le altre Ducati: tanto per fare un esempio di pari cilindrata, guardiamo alla Multistrada 950 S, che oggi dispone di una dotazione sinceramente molto più ricca della Supersport.

 

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

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Multistrada 950 vs SuperSport

Due moto caratterizzate da un’estrema versatilità: la SuperSport non disdegna i lunghi tragitti, la Multi non delude quando si decide di aprire il gas.

Proviamo a fare l’elenco?
La mancanza più vistosa è quella della piattaforma inerziale Bosch che priva la moto di tutta una serie di funzioni come l’Abs Cornering.
Ma la lista è molto più lunga e comprende, se compariamo fra di loro le due versioni S, il comando idraulico della frizione, il cruscotto TFT, i proiettori full led, il cruise control, le sospensioni elettroniche e così via.

Tutto ciò rende evidente come la SuperSport sia un modello su cui la Casa di Borgo Panigale ha deciso di non puntare più, un vero peccato perché, come questa nostra prova ha evidenziato, la moto ha caratteristiche di versatilità veramente notevoli, rivelandosi una proposta perfetta per il motociclista che usa il proprio mezzo in ogni stagione e in ogni condizione di utilizzo, compresa quella quotidiana, magari di spostamento casa/lavoro.

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Il bicilindrico Testastretta 11° ha una curva di coppia sempre piena, caratteristica importante per una moto dall’utilizzo prevalentemente stradale: infatti, a 3000 giri è già disponibile circa l’80% della coppia massima. La vista laterale è caratterizzata da una linea tipica delle sportive Ducati. Il serbatoio si raccorda con carena e cupolino, mentre il taglio della carena inferiore lascia scoperto il collettore di scarico e il basamento del motore. Ottima la sua ergonomia, con la sella posta a 810 mm da terra, mentre l’altezza a cui sono posizionati i semimanubri consente di non caricare troppo i polsi. Le pedane, invece, sono collocate troppo in basso.


Ma sappiamo bene come vanno le cose in questo mondo; se non vi è una risposta favorevole del mercato, se non vi è un numero sufficiente di ordini diventa complicato fare ulteriori investimenti.

Ma anche per il 2020, la SuperSport rimane in listino e noi ne siamo molto contenti, perché abbiamo avuto modo di passare delle giornate veramente piacevoli in sella a questo modello che è nel nome, ma anche nella sostanza, degno erede di una famiglia che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia Ducati.

Foto di Giovanni Mengolini, Fotoeventi.com e Archivio Ducati

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