Fondamenti della guida dinamica su strada 

Fondamenti della guida dinamica su strada 

Questo piccolo vademecum nasce con lo scopo di poter trasmettere in modo semplice ed esplicativo quelli che sono alcuni dei principi fondamentali per una guida dinamica su strada.

di Alessandro Bianchi.

L’uso della gomma correlato alla guida

Generalmente le gomme sono l’elemento fondamentale per poter capire e rivelare lo stile di guida di un motociclista su strada. O meglio, nei chilometri in cui sono state guidate, riescono a fornirci elementi e dettagli, tali da poter rendere una chiara panoramica di come sono state usate, rivelando così il profilo di guida del pilota che ne ha fatto uso fino a quel momento.

Le gomme sono uno strumento diagnostico eccezionale, sapendole leggere riescono inoltre a rivelare anche eventuali problematiche tecniche, specie nell’uso in pista, riferite ad assetto, sospensioni o distribuzione dei pesi. Tornando all’uso stradale, spessissime volte sento motociclisti disquisire in merito alla famosa “chiusura della gomma”, che per tanti rappresenta l’ostacolo e l’obiettivo da raggiungere.

Per chi non ne fosse a conoscenza, per “chiusura della gomma” s’intende il raggiungimento di un’inclinazione tale, da sfruttare e coprire la totale superficie della spalla, risultando così all’occhio consumata fino al bordo estremo senza lasciare i famosi cm scoperti . Ebbene mi sento di poter consigliare a tutti coloro che mirano all’ottenimento di questo risultato, peraltro assolutamente ininfluente ai fini di una normale guida su strada, che anzitutto è sbagliato l’approccio che mira semplicemente al piegare di più, finalizzato al solo scopo di raggiungere quell’obbiettivo.

Spesso si va a forzare sui nostri limiti e le nostre capacità, magari con espedienti che si possono rivelare pericolosi. Inoltre il problema si focalizza in merito al classico residuo dei pochissimi centimetri che resistono alla chiusura della spalla, e che sembrano rimanere irragiungibili. Si ha la sensazione di aver piegato all’inverosimile, ma poi andando a riguardare la situazione nulla è cambiato !!!

chiudere la gomma

Cerchiamo di capire meglio e dare una spiegazione, proprio perché quei pochi centimetri residui, che sembrano insignificanti, invece rappresentano la punta di un iceberg che nasconde problematiche sostanziali correlate alla nostra guida . Bisogna anzitutto partire da un paio di presupposti che sono fondamentali e propedeutici nella gestione di questa tematica : in primis vi è la sicurezza, questo deve essere il presupposto fondamentale sul quale impostare la nostra passione . Ricordiamoci che stiamo su strada, la moto è anzitutto divertimento e svago, non deve essere vissuta come una sfida o con spirito agonistico, ( lo dico e ne sono profondamente convinto, malgrado spesso il sottoscritto non è stato un fulgido esempio ) . Per quel genere di velleità esiste la pista, che ovviamente rappresenta una dimensione diametralmente opposta.

Quando si guida in strada non bisogna mai arrivare al limite delle proprie possibilità, ciò significherebbe abbattere tutte le riserve di sicurezza che abbiamo, trasformandoci in proiettili poco governabili, incapaci di poter gestire un qualsivoglia imprevisto.

Ricordiamoci che il limite di ognuno di noi scaturisce dalla valutazione cognitiva e visiva del nostro cervello che elaborando vari dati e fattori, stabilisce parametri e caratteristiche che determineranno poi la nostra guida.

chiudere gommaIn merito al discorso dei “soli pochi centimetri “, sappiate che questi rappresentano uno scoglio insormontabile, per il semplice fatto che la gomma, con quella linea di demarcazione e con quello spazio residuo, altro non fa che mostrarci visivamente il nostro limite. Quindi spesso, dietro a quello che sembrerebbe un solo e semplice grado di inclinazione da raggiungere, si nascondono un insieme di fattori ben più complessi che caratterizzano la nostra guida evidenziandone cosi pregi e difetti che risiedono nell’interpretazione di vari elementi quali : velocità, percorrenza ,angolo di piega, sommati poi a postura, rigidità, posizione della testa, etc. Insomma da una miriade di variabili che, unite tra loro sono il risultato che poi si traduce visivamente sulla gomma. A questo punto ci si chiede come poter arrivare ad una soluzione volta a migliorare ed a correggere la nostra guida senza forzare e/o correre rischi ? E’ ovvio che è difficile dare delle risposte del tutto teoriche e generalizzate, non esiste la ricetta assoluta, proprio perché ognuno di noi ha sviluppato un proprio stile di guida, assolutamente soggettivo, che racchiude pregi e difetti. Quindi risolvere con la sola teoria, senza poter valutare esaminando la parte pratica, non è semplice, ma comunque si possono dare dei validi consigli che sicuramente possono aiutarci a capire la strada da dover perseguire.

Quindi cominciamo dicendo che uno degli elementi fondamentali risiede nella “FLUIDITA’”. Cercare di abbattere i propri limiti forzandoli su strada, come abbiamo già detto, è stupido, pericoloso e specialmente non porta risultati. Le forti frenate, le violente accelerate, le alte velocità, con gli ingressi forzati, producono importanti trasferimenti di carico che abbattono la sicurezza con il risultato di una guida impiccata, sporca, che su strada non ha senso di esistere. Il piacere di guida è ben altro !! Scorrevolezza e fluidità sono i fondamenti per una guida pulita ed efficace. Si comincia imparando ad andare “piano”. Questa è la fase più importante perché propedeutica ad un corretto stile, semplice e dinamico. Non si può andar forte se prima non si impara ad andar piano e credetemi che è più difficile di quanto ci si possa immaginare.

La moto nella guida su strada non dovrebbe mai essere violentata, ed è solo andando piano che si ha veramente modo di ascoltarla entrandoci in sintonia, cercando di capire in totale tranquillità il comportamento e le reazioni ad ogni vostra richiesta.

Prendete come base scuola dei percorsi a voi noti e percorreteli lentamente, facendo attenzione di far “scorrere” la moto dentro le curve.

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Cercate di essere leggeri e delicati nella guida, andate piano, la velocità non serve a nulla, al momento dovete concentrarvi nel riuscire ad essere fluidi e regolari.

Frenate il meno possibile, in ingresso curva usate il posteriore e poco l’anteriore, in modo da non generare trasferimenti di carico che destabilizzano e sporcano la guida.

Fate sempre attenzione di non attaccarvi al manubrio e di non imprimergli forza, siate sempre neutri e fate scorrere la moto in percorrenza nel modo più “rotondo”possibile.

Percorrete sempre tutta la linea della curva senza mai tagliarla ( ovviamente rimanete SEMPRE ben all’interno della vostra corsia ). Piegate dolcemente la moto, favorendo la percorrenza con marce alte che aiutano a mantenere una spinta costante ed un assetto stabile e neutro.

Insomma la moto la dovete far scivolare il più dolcemente possibile, in modo da poter percorrere un tratto di misto con una guida talmente lineare e costante da risultare senza soluzione di continuità, ovvero senza essere mai interrotta da frenate o accelerate.

Questi sono gli ingredienti fondamentali per ottenere scorrevolezza ed efficacia, e guarda caso, poi chi è scorrevole e pulito è altresì veloce ed efficace. Ma ciò che alla fine interessa non è l’essere veloci,ma bensì la bellezza ed il gusto delle sensazioni che si possono percepire senza sforzi particolari.

Non fossilizzatevi mai al segno sulla gomma forzando il limite ostinandovi a cercare la piega massima fine a se stessa, anche perché l’angolo d’inclinazione è il risultato della vostra interpretazione della curva sommata alla velocità di percorrenza. Piuttosto cercate di applicare queste regole che sono i fondamenti per una guida fluida e sicura. Nel momento in cui avrete acquisito queste caratteristiche, vi renderete conto che il limite si sposterà in avanti senza che ve ne accorgiate e con assoluta naturalezza.

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Altro aspetto fondamentale, macinate chilometri !!!!! Più state in sella e più svilupperete affinità e confidenza con la vostra moto, l’esperienza è tutto ! Impossibile pretendere risultati usando la moto in maniera del tutto saltuaria.

Se venite sorpassati da qualcuno che è più veloce, lasciatelo andare, spesso nel vano tentativo di raggiungerlo, si rischia inutilmente di fare imprudenze, quali cominciare a tagliare le curve o finire nella corsia opposta, mettendo a serio rischio voi e gli altri, con la concreta possibilità di finire in terra. Ricordate che il nostro limite è nella nostra testa ed ognuno di noi ha il proprio, forzarlo non risolverebbe nulla .

Non improvvisate mai una guida sportiva su percorsi mai fatti.

Solo facendo tanta pratica si ottengono dei risultati concreti. Il più evidente sarà quello di poter constatare un consumo più omogeneo della gomma, e quindi anche una durata maggiore, apprezzando specialmente una migliore guidabilità del mezzo. Infatti ottenendo un consumo uniforme spostato anche sul bordo estremo della spalla, si ridurrà la tendenza della gomma a scalinare, ossia di generare quel differenziale di spessore tra la zona di maggior consumo e quella dove il consumo rimane pressoché inesistente, creando così quel fastidioso dislivello che va ad influire sulla guida in termini di precisione e discesa in piega.

Ricapitolando, non cercate risultati immediati, la fretta è il peggior nemico, non forzate mai la guida, i miglioramenti si ottengono con la calma ed il tempo, specialmente imparando a conoscere la propria moto. Solamente andando piano si ha modo di capire il proprio mezzo creando feeling ed empatia. Per andar forte bisogna prima imparare ad andar piano !!

Buona strada a tutti biker’s !!!

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A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

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