Ducati 100 Sport

Ducati 100 Sport

Questa Ducati 100 Sport, capostipite delle Ducati stradali a coppie coniche, è apprezzabile in tutto il suo splendore grazie ad un impeccabile restauro.

Nel 1955, le Ducati che parteciparono al Motogiro d’Italia colsero un risultato a dir poco clamoroso, tant’è che le prime cinque posizioni furono monopolizzate dalle moto bolognesi, capitanate dal vincitore assoluto Gianni Degli Antoni.

Da quella fantastica esperienza nacque, come usava fare già all’epoca in quel di Borgo Panigale, travasando l’esperienza maturata nelle corse sul prodotto di serie, una bellissima sportiva stradale.

La 100 Sport nasceva infatti sulla scia di quei successi, al punto da riportare sul dorso del serbatoio del carburante un adesivo che ricordava esplicitamente la discendenza dalla ben più nobile Marianna.

Se quest’ultima aveva dalla sua il fascino di un’impostazione tipicamente racing, la 100 Sport rappresentava un concetto “street oriented”, con tutte le finiture e gli accorgimenti del caso: basta guardare da vicino il bellissimo esemplare restaurato da Enea Entati, lo specialista di Bondanello di Moglia, per rendersene conto.

Ducati-100-sport-epoca (6)Grazie a un impeccabile restauro, infatti, la 100 Sport è apprezzabile in tutto il suo splendore, in qualità di capostipite delle Ducati stradali a coppie coniche.

Uno status che, paradossalmente, non le garantì un successo commerciale degno di nota, messa in ombra dalla poco più costosa e innegabilmente più performante versione di 125 cc, uscita subito dopo.

Di esemplari come questo, dunque, non se ne trovano molti in giro, perché con poche decine di migliaia di lire (all’epoca) si comprava più volentieri la “sorella” di maggior cilindrata, identica in tutto e per tutto a livello di ciclistica, ma con un alesaggio più grande che le garantiva qualche cavallo in più.

Eppure, Entati è particolarmente affezionato alla 100, proprio per la sua stretta parentela con il modello da corsa: “E’ questa la vera mamma di tutti i monocilindrici Ducati a coppie coniche, il progetto da cui è partita una lunga dinastia che ha portato fino allo Scrambler 450, pertanto per me si tratta di un modello particolarmente significativo, come testimoniano i numerosi esemplari che ho avuto il privilegio di restaurare”.

La foto evidenzia il ridotto ingombro frontale della Sport. La forcella è ben dimensionata e con lunga escursione, mentre al posteriore vi è un forcellone oscillante con due ammortizzatori regolabili su tre posizioni. Sul lato sinistro del manubrio è presente il deviatore per le luci e il pulsante del clacson.

Questo in particolare apparteneva allo stesso Entati ed è stato venduto a un collezionista di Treviso che si chiama Eugenio Sartor, il quale è entrato così in possesso di un vero e proprio pezzo di storia della Casa bolognese, con tanto di targa originale a corredo.

Sono numerosi, infatti, i particolari che impreziosiscono questo esemplare: il bellissimo silenziatore “a sigaro”, il faro Aprilia con tachimetro incassato al suo interno, il manubrio in due pezzi, la pompa per il gonfiaggio dei pneumatici ancorata al montante anteriore del telaio.

Tutti elementi che denotano una grande cura costruttiva, così come la bellissima livrea bicolore grigia e azzurra: insomma, stiamo parlando di una moto che, anche paragonata alle concorrenti dell’epoca, aveva effettivamente qualcosa in più.

Dal punto di vista strettamente tecnico, la 100 Sport si distingue per le misure di alesaggio e corsa pari a 49 x 52 mm, il rapporto di compressione di 9,1:1, la potenza massima di 8 Cv, il peso di 100 Kg e la velocità massima di 105 Km/h.

Dimensionalmente molto compatta, ha un interasse di 1320 mm, una lunghezza massima di 1910 mm, una larghezza di 580 mm e una sella posta a 750 mm da terra.

I cerchi in acciaio cromato, caratterizzati dal profilo sportivo, sono entrambi da 17”, con l’anteriore rigato da 2,50” e il posteriore scolpito da 2,75”.

La prima serie montava un carburatore Dell’Orto MA18B, mentre la seconda era equipaggiata con un UA18BS munito di cornetto di aspirazione.

Un particolare del bellissimo mono a coppie coniche da 98 cc con 8 Cv di potenza a ben 8500 giri/minuto. E’ dotato di camera di scoppio emisferica, cilindro in lega leggera, biella in acciaio, pistone con 4 segmenti e testa fusa in lega leggera. La distribuzione è a valvole in testa comandate da un albero a camme.

Il freno anteriore a tamburo ha un diametro di 180 mm, mentre il posteriore, sempre a tamburo, è di 160 mm.

Lo starter è comandato attraverso il classico manettino al manubrio posizionato sul lato destro, mentre l’impianto elettrico è a 6 Volt con la batteria collocata sotto la sella, davanti ai cassettini portaoggetti, dentro ai quali venivano riposti i documenti e gli attrezzi di prima necessità.

L’alto livello dell’equipaggiamento prosegue poi con la qualità delle sospensioni, grazie a una forcella di tipo idraulico e a una coppia di ammortizzatori oleodinamici che assicurano alla 100 Sport ottime doti di guida.

Per quanto riguarda l’opera di restauro, Entati spiega che non ci sono state particolari difficoltà tecniche; così, una volta rifatta la sella, installate nuovi parti in gomma, come le manopole e i poggiapiedi, e riverniciati i vari pezzi, tutto è stato riassemblato a regola d’arte sulla base della pluriennale esperienza che Enea vanta nell’ambito dei monocilindrici Ducati d’epoca: “In effetti, – racconta – chi possedeva un modello del genere verso la fine degli anni Cinquanta aveva davvero una gran moto! Morini e Gilera, giusto per fare un esempio, non erano allo stesso livello e non solo dal punto di vista tecnico. Anche la bellissima livrea bicolore che caratterizzava la Ducati era un elemento fortemente distintivo, che conferiva a questo modello grande esclusività”.

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Il serbatoio della 100 Sport contiene 17 litri, di cui 1,6 di riserva. Notare sulla parte superiore l’adesivo celebrativo delle vittorie della Ducati nelle gare di Gran Fondo. Il faro anteriore è un Aprilia a 3 luci con incorporato lo strumento Veglia con fondo scala a 160 Km/h.

Il fatto stesso che la Casa di Borgo Panigale avesse realizzato la versione di 125 cc sulla stessa identica base ciclistica (cambiava solo il serbatoio e il gruppo termico), è testimonianza diretta di quanto la 100 Sport fosse valida sul fronte dell’equipaggiamento e della componentistica.

Il motore era strutturato in modo tale da poter supportare tranquillamente una cilindrata superiore. – prosegue Entati – Lo conferma anche il dimensionamento dell’impianto di lubrificazione, che contiene ben 1750 grammi di olio, contro i 1000 grammi della Morini 98 e i 1200 grammi della Gilera 98. Questo, naturalmente, comportava dei vantaggi sia in termini di funzionamento che di affidabilità, requisiti fondamentali nelle massacranti competizioni di Gran Fondo, dove si mantenevano medie elevate per lunghi periodi”.

Foto di Enrico Schiavi

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. ninni Pisciotta

    La prima Ducati monoalbero prodotta dopo il successo sportivo delle 100/125 Gran Sport (Marianna) fu la 175 (Sport e Turismo), nel 1957. Su quella struttura tecnica, nel 1958, furono realizzate le 125/100… simili ma di proporzioni ridotte rispetto alla 175, incluso una minore capienza della coppa dell’olio. Già nel 1960 la produzione della pur bellissima 100 fu conclusa per scarsissima richiesta, rispetto all’enorme successo commerciale delle 175 e anche 125. Vi voglio bene a tutti, soprattutto ad Enea! W sempre Ducati!

  2. Roberto Righi

    Sono stato in possesso di una ducati 10 ss x il mercato estero!! Sono stato il primo a possedere un 125 desmo ( trasformazione grazie ai pezzi forniti al Chini Angelo dall’ing. TAGLIONI DIRETTAMENTE DAL REPARTO CORSE A QUEI TEMPI CHIUSO MA NON PER L’ING. TAGLIONI ) !! P.S non trovo foto della moto in oggetto neppure ne libro storico DUCATI !!! Qualcuno può essermi di aiuto ?????? Grazie

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