Un demone a due valvole firmato Kämna

Un demone a due valvole firmato Kämna

La tedesca Kämna propone una leggera e snella moto da corsa sulla base ciclistica della 999 spinta da un Desmodue di 1078 cc.

Avevamo già avuto modo di ammirare le special della tedesca Kämna in occasione della Ducati Club Races del 2005, sul circuito di Assen. All’epoca, a fare bella mostra di sé nella pit-lane del tracciato olandese era una versione a quattro valvole di una bellissima racer realizzata sulla base della 999 R.

Nell’inverno del 2006, però, i tecnici teutonici hanno deciso di proseguire lo sviluppo di questo progetto dando vita a una variante motorizzata con il bicilindrico Ducati a due valvole. Il lavoro è stato portato avanti insieme alla danese Haasum MC, partner del marchio Kämna; pertanto, fin dall’inizio è stata prevista la realizzazione di due esemplari identici, uno per la Haasum MC e uno per l’azienda tedesca.

Si è pensato di dare a questa moto una connotazione diversa dalle sportive in senso classico.

Doveva trattarsi, insomma, di qualcosa di particolare, inedito. Tanto per cominciare, si voleva che il baricentro del veicolo risultasse posizionato più in basso e più in avanti rispetto alle moto tradizionali, in modo da trasferire maggior carico sulla ruota anteriore.

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La base ciclistica della Demon 2V è quella della 999, mentre il motore è il 1000 DS elaborato.

Per ottenere questo risultato, dunque, il serbatoio del carburante è stato inserito all’interno del telaio, direttamente sotto al cannotto di sterzo. Secondo i tecnici Kämna, questa configurazione dà origine a una distribuzione ottimale dei pesi.

Come già detto, nel 2005, l’azienda tedesca aveva già fatto esperienza con una versione a quattro valvole motorizzata con il bicilindrico Testastretta della 999 R. Per tale propulsore, la Kämna aveva costruito un impianto di scarico dedicato, con un terminale nel codone e uno sotto al motore, entrambi di tipo scatolato. La stessa soluzione è stata ripresa anche sulla versione a due valvole, ribattezzata Demon 2V.

In questo caso, però, a differenza di quanto accadeva sulla moto spinta dal motore a quattro valvole, la Demon prevede dei collettori di scarico di lunghezza uguale per ciascun cilindro.

Anche una simile soluzione provvede a una distribuzione dei pesi favorevole rispetto alle soluzioni più classiche. Adesso, infatti, il 53% della massa totale del veicolo insiste sulla ruota anteriore, mentre il restante 47% grava su quella posteriore.

A detta degli uomini della Kämna, la cosa che li ha fatti dannare maggiormente è stato il raffreddamento del cilindro posteriore, che soffriva di surriscaldamento a causa della nuova posizione del serbatoio del carburante.

Per questo motivo, a vestire la Demon 2V è una succinta semicarenatura che convoglia aria fresca sul gruppo termico verticale in modo da abbassarne la temperatura. Il sistema è talmente efficace che, stando a quanto dichiarato, il cilindro posteriore avrebbe una temperatura di esercizio di ben 10° inferiore rispetto a quello orizzontale.

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La linea della Demon è davvero bella. La semicarenatura, inoltre, garantisce il giusto raffreddamento del cilindro verticale.

Per quanto riguarda l’alimentazione, la moto dispone di corpi farfallati da 50 mm con sistema di iniezione elettronica Essner Ignijet che offre la possibilità di attuare una programmazione altamente personalizzata in modo da adattarsi alle esigenze del caso in modo semplice e veloce.

Le teste dei cilindri sono provviste di alberi a camme dedicati e lo stesso vale per le valvole, che misurano 47 mm all’aspirazione e 41 mm allo scarico (contro i 45 e 40 mm previsti dal motore di serie).

L’alesaggio del motore è pari a 98 mm, il che corrisponde a una cilindrata di 1078 cc. La potenza massima dichiarata è di 118 Cv a 7400 giri per 11 Kgm di coppia massima a 6800 giri. Prestazioni che rapportate a un peso di soli 138 Kg lasciano intendere un mezzo di grande efficacia.

I successi in pista, infatti, non si sono fatti attendere. Sempre alla Ducati Club Races, la Demon 2V si è classificata due volte tredicesima nella categoria Sound of Thunder (che ammette anche mezzi ben più performanti, con potenze nell’ordine dei 140-160 Cv).

Al Festival Italia, altra manifestazione di livello internazionale che si disputa sul circuito tedesco di Oschersleben, le moto di Kämna e Haasum hanno conquistato una fantastica doppietta, spartendosi i gradini più alti del podio e facendo segnare tempi di tutto rispetto per un mezzo equipaggiato con il Desmodue Ducati.

Merito di questi risultati, naturalmente, è anche il lavoro di elaborazione effettuato all’interno del motore stesso.

Oltre ad aver guadagnato qualche cc in più, infatti, il bicilindrico bolognese è stato oggetto di numerose attenzioni a livello di condotti delle teste, finemente lavorati e lucidati.

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A sx: la strumentazione è ridotta al solo contagiri. A dx: un particolare dell’uscita di scarico superiore. I collettori dell’impianto hanno esattamente la stessa lunghezza.

I corpi farfallati contano su dei collettori più corti rispetto a quelli di serie, facilitando il percorso che la miscela aria-benzina deve fare per arrivare fino alla camera di scoppio.

Per quanto riguarda la ciclistica, invece, il telaio e il forcellone provengono da una 999, anche se questi due componenti sono stati profondamente modificati per adattarsi alle esigenze dettate dal progetto.

La parte posteriore del telaio, ovvero quella dove si trova l’attacco per l’ammortizzatore, è stata completamente rifatta utilizzando elementi in alluminio ricavato dal pieno. In effetti, queste specifiche sono le stesse che erano già state adottate sulla versione a quattro valvole, ma bisogna riconoscere che il risultato che ne consegue si adatta perfettamente alle caratteristiche di una moto come la Demon: snella, leggera e aggressiva.

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Il telaio della 999 viene modificato nella zona posteriore con l’aggiunta di due elementi in alluminio ricavato dal pieno sui quali va a fissarsi la parte superiore dell’ammortizzatore. L’impianto di scarico è di tipo scatolato e prevede due uscite, una sotto al motore e un’altra sotto al codone.

I cerchi sono dei Marvic Penta in magnesio, mentre sia la forcella che l’ammortizzatore, entrambi completamente regolabili, vengono realizzati dalla svedese Öhlins. L’impianto frenante anteriore prevede le ultracollaudate pinze Brembo Triple Bridge in abbinamento a due dischi da 320 mm di diametro.

Rispetto alla 999, la Demon 2V mantiene anche la possibilità di variare l’inclinazione del cannotto di sterzo, in modo da potersi adattare meglio alle necessità e ai gusti di chi guida.

Tra le particolarità morfologiche di questa moto, anche il fatto che il gruppo sella-codone, realizzato in fibra di vetro, risulti autoportante, nel senso che non si avvale di alcun telaietto supplementare.

Come dicevamo prima, i due esemplari finora realizzati si sono comportati molto bene in mano ai rispettivi piloti: Lex Van Dijk e Jan Christiansen. Dopo questo positivo riscontro, dunque, la Kämna ha deciso di commercializzare le parti che compongono la Demon, in modo da dare anche ad altri la possibilità di realizzare una moto simile (www.ducati-kaemna.de).

Nell’elenco di parti speciali che l’azienda tedesca vende on-line, infatti, è compreso il telaio modificato, l’impianto di scarico, il serbatoio da posizionare sotto al cannotto di sterzo e le sovrastrutture, oltre naturalmente al kit di elaborazione del motore.

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Un’immagine relativa all’assemblaggio della moto dove si vede il serbatoio in alluminio posto sotto il cannotto di sterzo.

Un’opportunità interessante per i molti appassionati del bicilindrico Ducati a due valvole.

Foto Kämna

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