Paul Smart e TT1 Special : tecnologia e innovazione

Paul Smart e TT1 Special : tecnologia e innovazione

Create dal gruppo Delight, le special su base Paul Smart e TT1 sono due moto dall’aspetto classico ma dai contenuti tecnologici.

In questi ultimi anni, il gruppo Delight ha ampliato la propria attività e oggi è composto da varie realtà che gravitano attorno al mondo della moto, tra cui il Ducati Store di Suzuka, quello di Tomeinagoya, il Dainese Pro-shop di Nagoya e, da poco, anche il D-Store di Osaka; Delight detiene pure la fornitura dei ricambi originali Ducati e vanta una grande esperienza nelle competizioni, avendo perfino partecipato alla 8 Ore di Suzuka nel 2008.

L’azienda è quindi in grado di curare la moto dei propri clienti sia dal punto di vista tecnico che da quello stilistico; il fondatore, il Signor Kataoka, è infatti un grande estimatore delle cose belle, oltre che grande fan delle moto italiane, passione che condivide con i suoi clienti più affezionati.

Da questo contesto sono nate due special molto interessanti, entrambe caratterizzate dal bicilindrico Ducati raffreddato ad aria; Kataoka le ha create per sé, dunque sono le moto che utilizza per divertirsi e gareggiare in pista.

Però attenzione, perché l’apparenza inganna: il loro aspetto può sembrare classico, ma sotto il loro “abito” si nasconde una tecnologia di ultima generazione!

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Il loro motore è stato completamente rivisto, anche a livello di elettronica, e adesso prevede un vero e proprio sistema di acquisizione dati.

Entrambe le moto sono molto curate a livello di finiture e risultano perfette in ogni dettaglio, visto che Kataoka non lascia davvero nulla al caso; inoltre, va sottolineato come la parte estetica sia caratterizzata da un indiscutibile buon gusto, cosa che catalizza l’attenzione di tutti gli appassionati che hanno modo di imbattersi in queste Ducati.

Iniziamo dalla Paul Smart: durante il test, è emerso subito come la posizione di guida risulti molto compatta e la moto dia la sensazione di essere particolarmente snella, anche grazie al nuovo telaietto posteriore.

telemetria-applicata-alle-sospensioni

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La Delight allestisce esemplari particolarmente curati, sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico. Nonostante l’aspetto classico di questa special, la parte elettronica è molto curata, come dimostra la presenza della telemetria applicata alle sospensioni; anche la strumentazione (ex 1098) testimonia il largo uso di moderna tecnologia, al pari del sistema di rilevazione automatica del tempo sul giro.

Una volta acceso il motore, l’indice del contagiri si muove con grande rapidità, mentre la parte ciclistica si evidenzia per la sua leggerezza; l’interasse è abbastanza lungo, il baricentro è basso, così le varie manovre risultano molto intuitive.
Ci si diverte anche andando piano, grazie alla gustosa erogazione del motore raffreddato ad aria, aspetto che consente al pilota di rimanere sempre padrone della situazione.

La moto trasmette un feedback molto preciso, che consente di forzare l’ingresso in curva fino al limite consentito dall’aderenza dei pneumatici, ottenendo in cambio una grande velocità di percorrenza.

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L’altra special è del 2012: una sorta di TT1 replica, con la quale Kataoka aveva già partecipato a numerose gare di regolarità: ogni volta che scendeva in pista, i suoi tempi miglioravano, ma poi, purtroppo, è incappato in una scivolata: è questo il motivo che l’ha obbligato a ridefinire ex novo la sua estetica: oggi, piuttosto che a un Pantah, somiglia a una Desmosedici!

Il fascino che emana è puramente racing: il suo telaio è stato acquistato direttamente in Italia ed è stato costruito da un tecnico che lavorava per la Mondial: quando Kataoka vi si è imbattuto, è stato amore a prima vista, tant’è che l’ha portato in Giappone come bagaglio a mano!

La sua struttura richiama quella delle TT1, ma i punti di attacco sono stati modificati per ospitare il motore 1000 Dual Spark, il forcellone del Monster e lo schema della sospensione posteriore della 851.

La guida di questa moto è diametralmente opposta rispetto a quella della Paul Smart; è molto nervosa e precisa, reagisce a ogni minimo movimento del pilota, tant’è che bisogna abituarsi a questo suo carattere tipicamente racing: è una moto impegnativa da guidare e quando i giri del motore aumentano di pari passo con la velocità, il pilota deve sentirsi tutt’uno con la moto per esprimersi al meglio.

Anche in questo caso, però, c’è tutto quello che serve per andare forte: il bicilindrico ha un’elettronica molto sofisticata: ad esempio, ci sono vari sensori che analizzano il lavoro delle sospensioni, fornendo così i dati necessari ai tecnici, che in questo modo sono in grado di effettuare le opportune regolazioni.

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Il telaio di questa special è stato realizzato a mano in Italia, anche se poi è stato modificato per poter installare il bicilindrico Dual Spark di 992 cc, il forcellone di un Monster e i leveraggi della sospensione posteriore di una 851.

Non è quindi certo una moto da passeggio, ma anzi richiede tutta l’abilità di un vero pilota per essere portata al limite: una moto da corsa, leggera e performante, il classico “purosangue” che evidenzia chiaramente come potenze non eccezionali, se abbinate a un peso ridotto e a quote ciclistiche estreme, richiedano sempre un pilota di eccellente capacità.

Due special diverse fra loro, quindi, ma dalla forte impronta corsaiola, anche se con caratteristiche completamente differenti.

Per gentile concessione di Ducati Magazine – traduzione Noriki Aizawa

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