Kit M&M per Ducati Multistrada

Kit M&M per Ducati Multistrada

Siete innamorati delle doti di guida della Multistrada, ma non vi piace la sua estetica? Dalla M&M è in arrivo un kit che trasforma radicalmente la crossover Ducati.

Come molti sanno, la Bimota Tesi nasce da un progetto relativo alla tesi di laurea di Pierluigi Marconi.

Forse, però, non tutti sono a conoscenza del fatto che esiste un’altra moto, decisamente più recente, anch’essa scaturita da una tesi universitaria, anche se stavolta non è legata a una facoltà di ingegneria, come sarebbe peraltro lecito aspettarsi, bensì ai disegni di un neolaureato in archittettura che risponde al nome di Andrea Fornasari.

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E’ evidente come la special della M&M abbia un ingombro frontale nettamente inferiore rispetto alla Multistrada dalla quale deriva.

Tuttavia, Andrea non è l’unico protagonista che si profila dietro a questa special. Per dare forma alle sue idee, infatti, si è rivolto a Sandro Mor, di professione designer. Insieme, i due hanno costituito la M&M (www.memdesign.it), il marchio con il quale intendono commercializzare appunto un kit che trasforma la Multistrada in un mezzo più leggero, più maneggevole e più esclusivo. Non è infatti un mistero che, se da una parte la tuttoterreno Ducati ha entusiasmato moltissimi appassionati con le sue validissime doti di guida, dall’altra lo stile di questa moto ha sempre prestato il fianco a qualche critica.

Ecco, dunque, secondo Mor e Fornasari, la risposta a quanti cercano di migliorare il design di questo prodotto esaltando quelli che sono i suoi aspetti migliori, vale a dire comfort di guida e l’efficacia nel misto-stretto.

L’azienda che supporta a livello tecnologico l’iniziativa della M&M è infatti la Carbon Dream, con alle spalle una struttura che non ha certo bisogno di presentazioni nell’ambito dei componenti in fibre composite.

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Sopra: l’esemplare con il telaio nero è il primo che è stato allestito e si differenzia dal secondo, con il telaio rosso, principalmente per il diverso impianto di scarico (sempre della Quat-D).

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La cosa buffa, però, è che i caratteri dei due titolari, Andrea e Sandro, un cremonese e un bresciano, sono diametralmente opposti, oltre a risultare invertiti rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare da un architetto e un designer. Parlandoci, infatti, si scopre come Fornasari sia quello più estroso, idealista, mentre Mor cerca di riportare in termini concreti ogni ragionamento.

Da questo connubio “complementare”, dunque, è nata una moto che, tra breve, potranno guidare anche gli appassionati della Multistrada, data l’imminente commercializzazione del kit messo a punto dalla M&M con un prezzo a partire da 3300 Euro più Iva.

Il kit comprende, in pratica, le sovrastrutture in fibra di carbonio che alleggeriscono molto, sia in senso estetico che materiale, la configurazione di serie della Multistrada, soprattutto nella parte anteriore, dove il gruppo ottico originale viene sostituito da due elementi poliellisoidali inseriti ai lati del piccolo cupolino, sul quale è comunque stata messa una luce di posizione (che, però, non è ancora nella sua veste definitiva).

Anche il retrotreno, comunque, è stato profondamente rivisto, sempre nell’ottica di un minimalismo che determina benefici effetti a livello di distribuzione dei pesi.

Via dunque lo scarico sotto la sella che, com’è facile intuire, alza non poco il baricentro del mezzo, e largo a pochi e leggeri componenti che si sviluppano quasi a incorniciare il telaietto posteriore.

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Multimediale: il primo esemplare della M&M presenta due telecamere inserite rispettivamente nel cupolino e nel codone che, collegate a un hard disk, permettono di registrare dei filmati. Sotto: la variante con impianto di scarico scatolato.

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Un nuovo scarico di tipo tradizionale o scatolato, a seconda della versione, e un radiatore dell’olio maggiorato della Febur completano, infine, la “ricetta” che, su richiesta del cliente, può essere arricchita attraverso la verniciatura dei cerchi, del serbatoio e di altri particolari.

Questi interventi hanno portato a un dimagrimento, rispetto al peso iniziale, pari a circa il 12%, vale a dire 20 Kg.

Inoltre, per creare un’impostazione ancora più sportiva, Mor e Fornasari hanno previsto un manubrio più basso dell’originale, in modo da trasferire maggior carico verso l’asse anteriore.

Il nostro obiettivo – spiega Mor – era quello di proporre un kit perfettamente in regola con l’utilizzo su strada. Non siamo andati, dunque, a intaccare la struttura della moto. La prassi prevede pertanto che il cliente porti la moto qui da noi e, dopo circa due settimane, la ritiri con il kit installato. Questa scelta è dovuta anche al fatto che, per montare i vari componenti, è necessario riposizionare alcuni elementi dell’impianto elettrico, come ad esempio la batteria, cosa che richiede gli strumenti adatti e una certa esperienza.

Un’altra delle prerogative fondamentali perseguita nello sviluppo del progetto riguarda l’autonomia del mezzo: “Volevamo una moto molto agile e snella – spiega Fornasari – ma che assicurasse delle percorrenze nettamente superiori, per esempio, alla Hypermotard. Ecco che nel nostro serbatoio entrano ben 20 litri di carburante.”

Veniamo dunque alla prova dei due esemplari che ci hanno gentilmente messo a disposizione: è opinione comune che “l’abito non faccia il monaco”. In questo caso il detto non si rivela esattamente veritiero: l’abito, nella fattispecie la carrozzeria, sembrerebbe fare una grandissima differenza nell’utilizzo su strada.

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L’esemplare con il telaio rosso, più “in forma” a livello di motore e pneumatici, ha palesato su strada un potenziale molto elevato.

Sandro e Andrea, a questo proposito, ci assicurano che non è stato operato nessuno stravolgimento, né riguardo alle quote della ciclistica originale Multistrada, se non per quei pochi clic nel settaggio delle sospensioni, né all’interno del motore, fatta eccezione per il tradizionale Step 1 (eprom, filtro dell’aria e scarico).

Come individuazione della nicchia di mercato, la M&M intende chiaramente posizionarsi in una situazione intermedia tra la Multistrada stessa e la nuovissima Ducati Hypermotard.

La prima protagonista della nostra prova rappresenta anche la realizzazione originale della neonata azienda.

Nelle manovre da fermo si manifesta immediatamente una lacuna sotto forma di un limitatissimo angolo di sterzo. Durante il primo approccio dinamico, invece, la moto si rivela estremamente maneggevole e reattiva. Lo studio effettuato sulla distribuzione dei pesi ha dato, in questo senso, ottimi risultati, senza però andare a inficiare la stabilità nei tratti più veloci.

E’ nel prendere confidenza con il mezzo, però, che si manifestano alcuni peccati veniali, quali la frenata senza particolare mordente e le gomme un po’ indurite e quindi con grip poco soddisfacente che, pur essendo di per sé situazioni facilmente risolvibili, non ci permettono di apprezzare a pieno il mezzo in prova.

La questione cambia radicalmente nel momento in cui inforchiamo la seconda e più recente realizzazione.

Il motore con pochissimi chilometri, le gomme nuove montate la mattina stessa, la frenata grintosa e l’angolo di sterzo molto più generoso (fa comodo nelle inversioni di marcia, oltre che nelle manovre da fermo) ci fanno sentire subito molto più a nostro agio.

Poche curve riescono a farci stabilire un ottimo feeling con la creatura fonte di così intenso orgoglio per Sandro e Andrea.

Tra le differenze che contribuiscono al gap prestazionale tra le due moto, risalta la presenza sulla seconda di un bel terminale di scarico 2 in 1 della Quat-D, che prende il posto di uno centrale sottocoppa di analoga produzione, comunque bello e dal sound coinvolgente ma, alla prova dei fatti, inferiore in quanto a rendimento e, perché no, per il look racing e la soddisfazione sonora.

La “telaio rosso” (così si può definire questa seconda) fa proprio venire voglia di esagerare un po’: giustamente leggera sull’anteriore nelle aperture più decise, tale da permettere dai lievi sollevamenti nelle prime due marce alle impennate più irriverenti, concede di scegliere addirittura il tipo di impostazione della piega che si vuole adottare, in stile classico o motard.

Anche sullo sconnesso, pur con una regolazione un tantino rigida del mono posteriore, le reazioni sono assolutamente gestibili e, anzi, divertenti.

Relativamente alla protezione aerodinamica, invece, accontentiamoci di ciò che può elargire il “micro” cupolino!

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