La nuova Ducati GP21: linee ardite

La nuova Ducati GP21: linee ardite

La nuova Ducati GP21 ha fatto subito parlare di sé per le sue linee insolite: sentiamo il parere di alcuni amici che di moto se ne intendono.

La nuova Ducati GP21, nelle linee estetiche, prosegue, più che mai rafforzandola, la tendenza alla rottura con il disegno classico che fino ad oggi ha delineato le forme dell’architettura delle moto da corsa. Figlia dello sviluppo delle tre precedenti versioni, la moto che affronterà la prossima stagione del MotoGP si presenta con una silhouette ancora più estrema.

Eccoci qui, con davanti le foto della Ducati GP21. La guardiamo da destra, da sinistra, dal dietro, dal davanti e anche di tre quarti: l’impressione è quella che ci si possa trovare ad una svolta, ad un punto di rottura circa le forme delle moto da corsa che con il passare degli anni – più o meno – non avevano abbandonato un codice estetico tradizionale, in genere seguito da tutti i costruttori. La Ducati GP21 è diversa e si stacca dal gruppo in maniera più decisa ancora di quanto avessero fatto prima le precedenti creature dell’ingegnere Dall’Igna.

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Le alette prima, la carena deflettrice sulla ruota posteriore poi, solo per citarne due, sono state soluzioni introdotte da Ducati Corse e fatte rapidamente proprie anche da altri costruttori. La Ducati adesso, con le moto di Luigi Dall’Igna e del suo gruppo di progettisti, è arrivata alla definizione di un’architettura mai vista: ci troviamo di fronte ad una MotoGP che è assolutamente difficile da confondere con una Superbike!

Siamo con un piede ben piantato nel futuro ed è del futuro che andremo a parlare. I motori sono spenti e concedeteci, da appassionati di corse, di fare due chiacchiere su questo aspetto, tirando in ballo interlocutori non certo scelti a caso per il contributo di competenza che sono in grado di fornire. Le domande poste sono state due: abbiamo chiesto dapprima un commento sulle linee della nuova Ducati GP21 e poi se fosse pensabile una sua influenza sull’estetica delle moto supersportive da strada che potremmo avere sotto il sedere fra qualche anno.

Vediamo che cosa ne è venuto fuori e chi sono i personaggi che si sono prestati a questa discussione dai toni leggeri, quasi da bar, ben lontani dall’intento di suscitare clamore o di affermare verità assolute.

Il primo è Marco Borciani, con un brillante passato da pilota Ducati in Superbike, più volte Campione Italiano di categoria, e poi Team Manager di Byrne, Xaus e Biaggi, per citarne solo tre: “Sono rimasto veramente colpito dalla grafica, – ci dice Marco – ma non mi è mai piaciuto quello scatolone sotto al codone, però nelle gare a quel livello conta che la moto vada forte: una moto può essere come vuoi, ma se è vincente diventa bellissima!” Borciani, che adesso è uno dei promotori dei corsi su strada e su pista della PerotCamp43, immagina il futuro: “Per me, esteticamente, preferirei le linee di una Panigale V4 come moto da portarmi a casa, bellissima, un capolavoro… ma vorrei avere a disposizione la GP21 per divertirmi in pista!”

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Marco Borciani.

Anche Mario Lega distingue nettamente quello che deve andare in pista da quello che deve essere usato per le strade. Il Campione del Mondo classe 250 del 1977 riconosce la tipicità della GP21: “Le alette che ha davanti la fanno sembrare larga, più che brutta, ma se la galleria del vento dice che fanno il loro dovere, l’importante è che siano efficaci. Del resto penso che le stradali ipersportive non abbiano senso se non per chi le compra per andare in pista; sulla strada c’è bisogno che si sia protetti, dalle intemperie e dagli insetti.” Anche per Mario quindi ben vengano linee estreme ma per un uso specialistico.

Stefano Caracchi, altro ex pilota e Team Manager, figlio di Rino Caracchi, cresciuto a pane e NCR, legato a filo doppio con un altro grande come Franco Farnè, ha Borgo Panigale nel sangue: “Per l’estetica ho visto di meglio: Honda e Suzuki mi piacciono di più, – non si lascia pregare Stefano e poi, scherzosamente aggiunge – ovviamente in MotoGP la priorità è fare moto veloci, ma io cercherei di non dimenticare mai l’estetica: moto belle e performanti sono molto meglio di quelle brutte e lente!” Ma avremo moto come la GP21 in strada fra qualche anno? “Le moto stradali saranno apparentemente simili alle moto da corsa ma non in modo estremo. Tanta tecnologia, ma con un’estetica meno aggressiva. Inoltre vedo complicato replicare in serie quello che si sviluppa in MotoGP, dove i cambiamenti si susseguono a ritmo estremamente rapido!”

Dopo Stefano, un altro Campione Italiano a più riprese in sella alla Ducati, oggi e da anni a capo di una delle squadre più importanti sullo schieramento della WSBK: Lucio Pedercini. Per l’ex pilota mantovano il giudizio è positivo: “L’estetica è molto accattivante e penso che sia possibile vedere qualche versione speciale stradale così in futuro.” Non può che, in tal senso, tornare con la memoria alla Desmosedici RR

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Lucio Pedercini.

Un altro amico che si è prestato senza esitazioni al nostro dibattito è l’ingegnere Ernesto Marinelli. Oggi è Direttore Generale e Tecnico alla Termignoni, ma è stato a lungo il responsabile della Ducati in Superbike: “La GP21 è sicuramente una moto estrema, ma d’altronde l’unica cosa davvero importante è che vada forte!” Per il resto Marinelli si allinea alla maggior parte del coro: “Non penso che forme così estreme arrivino in produzione di serie. Le tecnologie ed i princìpi sì, ma con forme decisamente più armoniose.”

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Ernesto Marinelli.

Sotto la direzione tecnica di Ernesto la Ducati vinse il suo finora ultimo Campionato del Mondo Superbike Piloti, nel 2011, con lo spagnolo Carlos Checa. Un amico, l’ex pilota Ducati in MotoGP e Superbike poteva mancare? No, e infatti eccolo: “L’estetica della GP21 mi sembra migliorata, molto più aggressiva come disegno e anche come colori, un disegno forse più “wild”… non conosco le novità o le piccole modifiche, ma in Ducati sono sempre molto avanti e da sempre sono stati loro a tirar fuori delle soluzioni che poi hanno fatto tendenza.

Grazie a questo l’aspetto aerodinamico in questi ultimi anni ha avuto uno sviluppo importantissimo. Poi vedremo nella prima gara o nei primi test se tutte queste innovazioni potranno essere efficaci. Io spero di sì!” Poi prosegue rispondendo alla seconda domanda: “A livello di moto stradale non credo se tutto questo potrà essere applicabile, perché è funzionale alle prestazioni assolute da ricercare in circuito.

Però non c’è dubbio che agli appassionati possa piacere avere una moto simile a quella che vedono correre e quindi potremo forse vedere qualcosa sulle stradali in futuro. Non prima però che tutto sia passato dalle moto che corrono nei campionati mondiali e nazionali Superbike, che oggi hanno prestazioni superiori a MotoGP di qualche anno fa.”

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Carlos Checa.

Abbiamo avuto Ernesto Marinelli, Carlos Checa e non potevamo non chiudere il cerchio con il Team Principal della vittoriosa squadra del 2011: Genesio Bevilacqua. Grande appassionato, titolare della squadra Althea, l’ultima in assoluto a permettere ad un pilota di vincere un titolo in sella ad una Ducati, pilota gentleman e proprietario della collezione Moto dei Miti, per Genesio un intervento lapidario: “Penso che l’estetica della Ducati sia sempre bellissima, ma non c’è bisogno di moto stradali così estreme”.

Abbiamo lasciato a Giancarlo Falappa, il Leone di Jesi, il compito di chiudere e la sua è una sferzata: “Le moto da corsa debbono essere vincenti, punto! E, se vince, piace!”

Foto Micro e Mega e Ducati.

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Andrea Tessieri

Andrea Tessieri, da sempre appassionato di motociclismo sportivo, segue le tappe italiane del WorldSBK e del mondiale GP professionalmente dalla fine degli anni novanta. Collaboratore di Mondo Ducati come fotografo e giornalista fin dai primi numeri, la propensione alla studio della storia del motociclismo sportivo lo porta alla pubblicazione di Ducati Racing, nel 1999, e del più recente Ducati Legends, uscito alla fine del 2021.

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