La Ducati senza motore: una bicicletta originale

La Ducati senza motore: una bicicletta originale

Questa mountain bike è opera di Peter Laibacher il quale ha sfruttato la sua passione per le moto per creare una bicicletta che ricorda la 750 F1.

Che la passione per Ducati abbia un’infinità di modi e forme in cui viene espressa è un dato di fatto. Basta andare a un qualsiasi raduno organizzato sotto questo marchio per rendersene conto. In alcuni casi si tratta di semplici persone che vogliono manifestare il loro entusiasmo attraverso gesti e azioni più o meno stravaganti, mentre in altri c’è chi mette il proprio talento o quanto meno la propria dedizione a frutto di un oggetto particolare, che abbia naturalmente una correlazione con l’amata Casa costruttrice.

Peter Laibacher, tedesco con un debole per i bicilindrici Desmo, appartiene a questa seconda categoria. Egli ha infatti eseguito una sorta di transfer, applicando la propria passione a un qualcosa che di ruote ne ha sempre due, ma che alla voce motore fa registrare un clamoroso “assente”.

Eppure, la creatura che Peter ci mostra ha delle chiarissime analogie con le moto costruite a Borgo Panigale, e in particolare con i modelli della serie Pantah, che lui stesso possiede e con il quale ha corso, peraltro con successo, sulle piste di mezza Europa fino alla fine degli anni Ottanta.

Prima di approfondire, tuttavia, le caratteristiche di questa bicicletta Ducati è bene ripercorrerne la storia, spiegando come la sua strada si sia incrociata con quella di Peter.

Nell’inverno tra il 1999 e il 2000, il suo amico e rivenditore Ducati, Peter Hegemann, ha costruito tre mountain bike per i piloti ufficiali del Team Ducati in Superbike: Troy Corser, Carl Fogarty e Giancarlo Falappa. Questa bicicletta risultava, tra l’altro, completamente ammortizzata.

bicicletta ducati
Questa bicicletta Ducati è stata prodotta in pochissimi esemplari, ma quella nell’immagine è l’unica con la forcella ammortizzata direttamente all’interno del cannotto di sterzo. Sotto: Peter Laibacher in azione con il suo Pantah da corsa.

peter laibacher

Hegemann ha creato due esemplari predisposti per l’installazione di una forcella ammortizzata Rock Shock, ma privi di sospensione al retrotreno e un esemplare munito di sospensione anteriore Cannondale di tipo Headshock, con molla inserita direttamente nel cannotto di sterzo.

Recentemente, Peter è entrato in possesso proprio di quest’ultima che, per ben otto anni era rimasta invenduta nei magazzini di Hegemann. Così gli è venuta l’idea di realizzare una mountain bike simile al suo Pantah con il quale ha corso in passato. Finalmente, dopo tutta una serie di interventi, adesso la bicicletta è stata finalmente ultimata e, a detta di Laibacher, essa dà veramente molta soddisfazione nell’usarla, anche soltanto per andarci a prendere un caffè!

Peter possiede il suo Pantah dal 1984. L’ha acquistato direttamente dal campione tedesco di moto derivate dalla serie Helmut Knatz (il quale ha vinto il campionato nazionale Sport Stock nel 1980 e nel 1981). Così, negli anni tra il 1984 e il 1990 ci ha corso anche Peter, prendendo parte alla maggior parte degli eventi europei Ducati, come la Club Race, il Festival Ducati e la Speed Week.

La gara più bella l’ha disputata a Hockenheim nell’aprile del 1988, quando ha vinto nella classe riservata ai Pantah di 750 cc. E’ arrivato primo anche l’anno successivo, sempre sul circuito tedesco, e poi, nel luglio del 1989, ha tagliato per primo il traguardo anche a Zeltweg, in Austria.

Ha comunque gareggiato, oltre che in Germania e Austria, anche in Francia e in Belgio, finendo quasi sempre nei primi 5.

foto di Richard Beker

 

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