Gli anni ruggenti di Vanes Francini

Gli anni ruggenti di Vanes Francini

Vanes Francini, protagonista a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta in sella alle Ducati delle classi TT1 e TT2.

Adesso è un signore che ha trovato nel lavoro che svolge, fuori dall’ambiente delle corse, le soddisfazioni che si è saputo meritare e il ricordo di quando correva impiegando buona parte dello stipendio da operaio per pagarsi le spese ora lo fa sorridere.

Vanes Francini, uno dei protagonisti della storia dell’impegno della Ducati nella Coppa Europa di Endurance, accetta di buon grado di ripercorrere la storia del rilancio della Casa di Borgo Panigale nelle corse.

Nel 1979, a volte in coppia con Mario Lega, altre come compagno di Arturo Venanzi, Vanes aveva corso con la Ducati 900 Super Sport preparata dalla Scuderia NCR nelle gare di durata e, alla fine di quella stagione, aveva deciso di appendere il casco al chiodo: “Ero Senior e correvo anche nel campionato italiano con una Yamaha 350. – racconta l’ex pilota forlivese – Nell’ultima gara che avevo fatto, a Misano, arrivai terzo e salii sul podio. La Yamaha era mia, tutte le spese erano state a carico mio: 500.000 lire di allora per correre in quella gara! Ne presi 150.000 di premio! ‘Non corro più!’ mi dissi con disappunto, mandando idealmente tutti a quel paese, perché non avevo una lira.

Vanes-Francini-anni-ruggenti
La partenza di una gara di campionato italiano a Vallelunga. In prima fila, oltre a Francini, ci sono Valdo e Del Piano, anche loro a bordo delle Ducati ufficiali. Anche in questo caso, a vincere fu il pilota di Forlì.

Poi, però, accadde qualcosa che lo fece ritornare sulla propria decisione: “Venne da me Franco Farné. In Ducati stavano lanciando il Pantah e Franco mi suggerì di chiedere la licenza Junior, che mi avrebbe permesso di correre nella categoria TT2. Era il 1980, la Federazione mi accontentò e fui pronto per quel nuovo capitolo di carriera da pilota.

Vanes aveva trent’anni e, oltre che nel campionato italiano, aveva alle spalle la partecipazione ad alcune gare del Mondiale. “Con la Ducati 600 TT2, in quel 1980, corsi cinque gare, vincendone tre e ritirandomi in due. Il campionato lo vinse Guido Del Piano, che fu meno vincente, ma più regolare. Non avevamo rivali, tant’è che Farné ci diceva che chi partiva primo doveva controllare il vantaggio sul quarto e, una volta raggiunto un certo margine di sicurezza, negli ultimi due giri eravamo liberi di giocarci la vittoria. Con il Pantah TT2 eravamo in tre: Del Piano, un certo Valdo e io, ed era logico aspettarsi noi tre a monopolizzare il podio in tutte le gare. La 600 TT2 non aveva davvero rivali, fatto salva qualche Benelli ben preparata che, però, non aveva alcuna chance di vittoria. L’esempio che posso fare riguarda la gara di Vallelunga sul bagnato: fui io a partire in testa e a controllare il vantaggio sul quarto. Ero tranquillo, il margine aumentava e avevo dietro i miei compagni di squadra. A quattro giri dalla fine aumentai il ritmo e li staccai, perché fino a quel momento andavamo talmente piano e in tale sicurezza che gli altri si erano addormentati! Andai a vincere io. C’è da dire, in tutta onestà, che avendo corso per tanti anni da Senior, io avevo tutta un’altra esperienza rispetto agli altri due. Fui sfortunato e non vinsi il campionato per via di un doppiato che mi fece cadere a Vallelunga, alla curva Roma: si stese, cadendomi davanti, altrimenti avrei vinto il Campionato Italiano Formula TT2 con zero problemi.

“Il Pantah TT2 non aveva davvero rivali: infatti, eravamo io e gli altri piloti Ducati a giocarci la vittoria. Per gli altri non c’era storia…”

Vanes-Francini-nel-Trofeo-delle-Regioni-a-Misano
Francini impegnato nel Trofeo delle Regioni a Misano.

Fu un anno esaltante, per uno che vi era arrivato con il proposito di smettere di correre. Un anno dove, se non sbagliamo, Vanes prese parte a molte gare: “Posso dire con sicurezza tutto di quell’anno, perché mi pagavano a seconda dei risultati e ho ritrovato un foglietto dove li avevo riassunti tutti!

In quella stagione di gare con la Ducati, Francini era impegnato, oltre che con il Pantah TT2, anche in competizioni riservate alla classe TT1, in sella alla 900 SS a coppie coniche: “Feci in tutto 21 gare, le cinque che ho già detto con la TT2, e 16 con la TT1, in un trofeo bellissimo: il Trofeo delle Regioni Formula TT, dove si correvano quattro gare per ogni weekend.

Detto così, il Trofeo delle Regioni potrebbe sembrare una sorta di trofeo della parrocchia!

Invece era un campionato molto bello! Era stato organizzato da un ragazzo del quale non ricordo il nome e vi venivano invitati i migliori del Campionato Italiano TT1 e i migliori della classe TT2. Eravamo divisi in cinque squadre di sette piloti: c’erano la Lombardia, le Marche, l’Emilia Romagna e il Lazio. Io facevo parte di quella che si chiamava Resto d’Italia. Ci confrontavamo su quattro gare per ogni appuntamento. Ogni gara era tirata allo spasimo perché si disputava su un totale di soli otto giri, durante i quali ci si scannava!

Vanes-Francini-su-Ducati
Una gara di Mondiale Endurance a Misano. In prova, l’equipaggio composto da Vanes Francini e Sauro Pazzaglia aveva stabilito il miglior tempo, ma poi, in gara, fu costretto al ritiro.

Le moto erano le TT1 e Vanes correva con la ormai fidata 900 SS: “Mi trovavo a competere con i migliori nomi della TT1, in una serie altamente competitiva. C’era Mauro Ricci, Oscar La Ferla, Laudati, tutti specialisti. Proprio con Mauro ci furono battaglie accanite, risolte all’ultimo metro, tipo al Mugello, dove ci siamo contesi la gara fino a che lui non è caduto.

Quell’anno, Francini vince il Trofeo, che aveva anche una classifica individuale: “Al primo appuntamento, a Misano, su quattro gare ne vinsi due: due primi e due ritiri. Nel secondo incontro, a Vallelunga, totalizzai tre vittorie e un ritiro. Il terzo incontro si disputò di nuovo a Misano e lì feci bottino pieno: quattro vittorie. Al Mugello, nell’ultimo appuntamento, vinsi tre volte e in una arrivai secondo. La mia carriera finì lì, perché sarei dovuto tornare a gareggiare tra i Senior e non avevo i mezzi per farlo. Vinsi il trofeo, dunque, e smisi di correre. Quell’anno, in coppia con Sauro Pazzaglia, prendemmo parte anche alla 1000 Chilometri di Misano, valida per il Campionato Mondiale Endurance. Facemmo la pole position, poi Sauro cadde due volte in gara e fummo costretti al ritiro.

I ritiri, in quella stagione, furono sempre causati da cadute, a testimonianza della validità della 900 SS in quanto ad affidabilità, soprattutto nelle gare corte e tirate: “Sì, in pratica il fatto era che non avevamo le gomme giuste per quella moto: usavamo quelle della TT2, che erano più basse e che facevano toccare il carter in piega. Quando eri al limite e toccavi con il carter non c’erano santi: andavi per terra!

Una serata durante la quale sono stati premiati, oltre a Francini, l’Ingegner Fabio Taglioni, Franco Farné, Mario Lega e Sergio Baroncini.

La Ducati stava pian piano ricostruendosi un’immagine nelle competizioni e Franco Farné era il principale motore di questa risalita: “Con lui ho avuto un rapporto veramente speciale. Nei miei confronti, Franco ha dimostrato una sensibilità fuori dal comune: basti pensare che una volta, a Vallelunga, sono caduto per colpa mia, perché stavo esagerando, ma lui ha fatto passare il tutto come un problema della moto! La mia esperienza con Franco è stata bellissima.

Poi c’era anche l’Ingegner Taglioni: “L’Ingegner Taglioni non si occupava tanto delle competizioni, – spiega Francini – diciamo che ne era già abbastanza al di fuori, occupandosi di tecnica, del Desmo e portando avanti lo sviluppo del Pantah.

Vanes-Francini a Misano
Questa foto è stata scattata a Misano nel febbraio del 1980, durante alcuni test invernali di Francini con il Pantah.

Vanes Francini, una volta ritiratosi dalle competizioni, nel 1981 si è occupato di affinare, come collaudatore, lo sviluppo della TT2: “Il Pantah 600 lo conoscevo bene. La Ducati mi aveva affidato anche una versione stradale, con la quale percorsi migliaia di chilometri. Era una moto lineare, neutra, con il motore che frullava rotondo. Si capiva subito che con quella moto era stato compiuto un bel salto di qualità rispetto a quelle che erano state le Ducati tradizionali fino ad allora. L’impressione, anche nei confronti della moto da corsa, fu senz’altro molto positiva: salivi sulla 900 SS e, a confronto, ti sembrava di essere su una trave!”

A partire dal 2000, Vanes si è rimesso il casco in testa e gira i circuiti di tutta Europa insieme al Team Degli Indarliti, con Loris Reggiani, Guido Meda e altri amici: “Abbiamo delle Honda 250 con le quali cerco di stare dietro a Loris, che però è sempre un manico non da poco su quella moto. Lo facciamo con lo spirito di chi ha voglia di divertirsi e di passare insieme delle belle giornate: metà box è occupato dalle moto, l’altra metà è adibita alla brace e ad altre ghiottonerie varie. Ho poi una Yamaha R1 preparata da Alex Gramigni e anche con quella mi diverto a guidare in pista.

Un ragazzaccio, quindi, che si affretta a dirci che il Team Inda, come lo chiama lui, è in procinto di imbarcarsi in una nuova avventura: destinazione Portimao.

Foto Archivio Francini

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

Andrea Tessieri

Andrea Tessieri, da sempre appassionato di motociclismo sportivo, segue le tappe italiane del WorldSBK e del mondiale GP professionalmente dalla fine degli anni novanta. Collaboratore di Mondo Ducati come fotografo e giornalista fin dai primi numeri, la propensione alla studio della storia del motociclismo sportivo lo porta alla pubblicazione di Ducati Racing, nel 1999, e del più recente Ducati Legends, uscito alla fine del 2021.

Lascia un commento