Ducati 450 di Andrea Cattaneo

Ducati 450 di Andrea Cattaneo

Andrea Cattaneo ci invia una vera e propria chicca: la sua Ducati Desmo 450, meglio conosciuta dagli appassionati come “Silver Shotgun”.

Il nostro affezionatissimo lettore Andrea Cattaneo ci invia una vera e propria chicca: la sua Ducati Desmo 450, meglio conosciuta dagli appassionati come “Silver Shotgun”, ovvero fucilata d’argento, in considerazione del suo colore e del valore delle sue prestazioni, anche se il nostro Andrea, la sua moto, considerando tutte le modifiche apportate, preferisce definirla “Silver Rocket” quindi un vero e proprio razzo d’argento!

Infatti, la piccola monocilindrica si è guadagnata sul campo, anche se sarebbe meglio dire in officina, il suo nuovo appellativo: un risultato raggiunto soprattutto grazie alla qualità dei professionisti a cui Andrea si è affidato, tra i quali Marco Mozzone per la parte motoristica, Giuseppe Serraino (purtroppo scomparso l’anno scorso) per i ricambi motore più importanti, tipo albero motore e kit frizione a secco, Mario Sassi per la carrozzeria, Francesco Lionti (anche lui scomparso pochi anni fa) per il fantastico scarico, Massimo Del Biondo e, per la verniciatura, Leonardo Rizzi Design. Possiamo dire, senza tema di smentita, i migliori preparatori a livello internazionale, oltre che i più competenti in tema di monocilindrici Ducati.

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Il Mark 3 Desmo, prodotto dal 1971 al 1973, denominato Silver Shotgun nei paesi anglofoni, si distingueva soprattutto a livello estetico con la sua originale verniciatura argento. Sopra, un bel primo piano del monocilindrico.

Ma è arrivato il momento di interessarci alla protagonista di questo servizio: iniziamo partendo dal suo cuore, ovvero il motore, che è stato smontato completamente, con i carter sabbiati e pallinati, il cilindro rettificato, la testa lavorata nei condotti per adattarsi alla maggior aspirazione garantita da un Dell’Orto da 36, l’ albero motore equilibrato da Serraino con perno di biella maggiorato e biella Carrillo. Inoltre, sono stati sostituiti tutti i cuscinetti, la pompa dell’olio ora è maggiorata, carter frizione a secco con primaria a denti dritti alleggerita, doppia accensione, pistone racing alta compressione.

Il tutto è poi stato riassemblato, con cura maniacale e tolleranze millesimali, dalle sapienti mani di Marco Mozzone.

L’albero a camme è stato lasciato volutamente standard, in quanto la moto ha un utilizzo stradale ed è quindi indispensabile avere un’erogazione regolare, tanto più che, con tutte queste modifiche, le prestazioni sono già così esagerate!

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Una foto che rende l’idea del lavoro che è stato effettuato sulla forcella.

Adesso il motore, grazie anche alle ridotte masse rotanti, tra le quali anche un volano in ergal, si comporta come un motore moderno e attualissimo: prende i giri e spinge già a bassi regimi con un allungo impressionante; tocco finale, un fantastico scarico fatto a mano, ricavato piegando una lamiera da Francesco Lionti, dal suono stupendo. L’intervento di Mozzone è poi proseguito nella messa a punto della ciclistica, sostituendo i cuscinetti di sterzo, rimettendo a nuovo, con l’ausilio del tornio, i pompanti della forcella, montando steli nuovi, poi sfilati dalle piastre di un centimetro; dietro, invece, abbiamo una coppia di Koni pluriregolabili che hanno alzato il posteriore di due centimetri, rendendo la moto più maneggevole.

A livello di carrozzeria, tutte le parti in vetroresina sono state sostituite con le nuove, riservando una cura particolare al serbatoio, con tanto di banda trasparente per la verifica del livello del carburante, così come avveniva nei modelli da corsa.

Naturalmente, nel rispetto di un modello così importante nella storia Ducati, tutte le parti originali sono state conservate e non è stata effettuata nessuna modifica irreversibile, così da rendere facile e indolore l’eventuale ritorno al modello originale.

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A sx si notano il faro Aprilia cromato, il frenasterzo e il contagiri meccanico Veglia con relativo supporto. Bellissimo il terminale stile racing, con il Koni in primo piano: ora la ciclistica è all’altezza delle nuove performance del 450.

Con piccoli accorgimenti, anche poco visibili, tipo l’eliminazione del copricatena, il parafango posteriore uguale all’originale ma in alluminio anziché acciaio, l’estrema leggerezza dello scarico, la batteria leggera e i circa due chili persi dal motore (a proposito, notate i coperchi valvole in magnesio), una moto già poco pesante di suo ha perso ancora circa 7 Kg, guadagnando oltre 10 Cv di potenza massima che su strada si traducono in prestazioni entusiasmanti, accompagnate da un sound da brividi!

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