Una vera sfida, CIVS in sella a una Multistrada Enduro

Una vera sfida, CIVS in sella a una Multistrada Enduro

La storia di Daniele, della sua Multistrada e del campionato Velocità in Salita

Alt, stop, fermi tutti: progettisti, responsabili marketing, collaudatori, il lavoro fatto finora è stato egregio, ma la Multistrada più Multi di sempre c’è già, è una 1200 Enduro del 2017, si trova a Terranuova Bracciolini in Toscana, più precisamente nel Valdarno, e al momento gira l’Italia nei weekend di gare del Campionato Italiano Velocità in Salita.

Il suo proprietario e pilota, Daniele Di Florio, 34 anni, giovane imprenditore e colonna portante del gruppo Multidotati che ha associati in tutta Italia, l’ha guidata per le strade asfaltate e sterrate di tutta Europa fino alla scorsa primavera, poi a maggio, al venerando chilometraggio di 67mila chilometri, dopo averle tolto la targa, i fari, e averla preparata con la collaborazione di Ducati Firenze e Desmolupo di Milano l’ha iscritta nella categoria Maxi naked del Campionato di Federmoto.

Coi suoi cerchi a raggi, l’anteriore da 19 pollici, l’assetto rialzato per affrontare i guadi, il cassone per la benzina adatto ad attraversare i deserti, duella con le assettatissime Aprilia Tuono, Bmw 1000 Xr, Ktm Super Duke 1290 R.

Gran bella sfida, a tratti impossibile, ma al sesto appuntamento stagionale, il 21 e il 22 agosto 2021 a Spoleto, Daniele ha portato la Multi Enduro 1200 sul podio, vincendo nello stesso weekend la Crono Climber, gara di regolarità, nella propria categoria.

I piani di Daniele Di Florio, però, sono precisi: sono quelli di un viaggiatore con una forte passione per le corse e sono possibili solo con una Multistrada.

Tra fine estate e inizio autunno, appena il campionato termina, sulla moto torna la targa, tornano i fari e tutti i pezzi per girare in strada nel pieno rispetto delle regole per poter finalmente riprendere a viaggiare in Italia e in Europa.

Le gare di velocità in salita hanno senz’altro un grandissimo fascino, in quanto riportano a un motociclismo sportivo che ricorda epoche lontane; tanta passione e pochi soldi, poi tanta adrenalina e coraggio per affrontare percorsi che certo non possono neanche avvicinarsi agli standard di sicurezza ormai garantiti da tutti i circuiti.

Allora perché Daniele si è imbarcato in questa impresa se, come per tanti di noi, rinunciare a viaggiare è un sacrificio al limite della sopportazione?

I motivi sono due, entrambi legati a un vero e proprio sentimento verso la casa di Borgo Panigale, “Per me una famiglia”, come ci ha spiegato.

Primo motivo: “Volevo dimostrare che quando si parla di Ducati, di qualsiasi moto si tratti, Ducati è Ducati Corse”.

Secondo motivo: “Ho bisogno di visibilità perché il mio sogno è una chiamata da Bologna per lavorare come tester”.

Multistrada Enduro 1200

Nel 2016 Ducati presenta la Multistrada 1200 Enduro, la versione più avventurosa, adatta a qualunque tipo di terreno.

Fra le sue caratteristiche principali, le ruote a raggi con l’anteriore da 19’’ e il posteriore da 17’’, le sospensioni elettroniche semi-attive Sachs (anteriore e posteriore) e di serbatoio da 30 litri di capacità.

Al tempo, rappresentò l’ingresso di Ducati nel segmento, molto ben frequentato, delle maxi enduro turistiche, nel quale si differenziò per la qualità e completezza del pacchetto elettronico, grazie alla presenza della piattaforma inerziale, l’Inertial Measurement Unit.

In effetti, erano di serie sulla Multistrada 1200 Enduro una serie molto raffinata di controlli elettronici, fra cui spiccano l’ABS Cornering e le sospensioni Ducati Skyhook Suspension.

La moto si differenzia dalla base per il becco anteriore più lungo (utile a riparare meglio il pilota dal fango) così come per l’ergonomia studiata per agevolare la guida in piedi.

Sempre in tema di guida in fuoristrada, da notare come la moto sia dotata di un cambio a sei rapporti con la prima marcia più corta e di un forcellone bibraccio, più lungo di quello monobraccio della Multistrada 1200: realizzato in allumino è robusto e studiato per l’offroad, in grado di sopportare le sollecitazioni della guida in fuoristrada.

Le sospensioni vedono una forcella da 48 mm e un ammortizzatore posteriore Sachs che garantiscono a entrambe le ruote una escursione di 200 mm.

Abbiamo parlato due volte con Daniele Di Florio, la prima a giugno in occasione della Coppa Italia di Velocità sul tragitto Deruta-Castelleone, in provincia di Perugia, la seconda dopo il podio di domenica 22 agosto 2021 alla Spoleto-Forca di Cerro.

A Deruta, nel secondo appuntamento del Civs 2021, Daniele ci ha presentato la moto, la preparazione e le modifiche per rispettare il regolamento del Campionato italiano: “Questa è una Multistrada 1200 Enduro, quindi col cerchio da 19 pollici, riser al manubrio e quant’altro. Considerato che mi sono sempre servito da Ducati Firenze, quando ho dato vita a questo progetto ho chiesto a loro, altrimenti penso sarebbe stato impossibile andare avanti. Ne ho parlato prima con Renato Scali, poi col capo officina Gianni Tarturli che all’inizio mi ha dato di matto: io ho ribadito la mia convinzione e la volontà di realizzare il progetto insieme. Quindi siamo partiti, due mesi prima dell’inizio del campionato, non prestissimo, ma nemmeno tardi. In quel periodo abbiamo installato lo scarico aperto, abbiamo eliminato i fari e abbiamo fatto tutto il possibile e il necessario in base alle regole della Fmi per il Campionato italiano Velocità in Salita. Le regole sono spugna nel serbatoio, tappi legati, fari tolti così come i cavalletti; ho creato un copricarter in carbonio perché non lo vendevano e ho creato anche la vasca chiusa secondo le regole, altrimenti giustamente non mi avrebbero fatto partire. Così abbiamo creato questa moto, penso unica nel suo genere. Se tutti hanno già visto la Multi Pikes Peak partecipare alle gare, una 1200 Enduro preparata da pista penso sia una novità assoluta! Una volta terminata la preparazione della moto, sono andato alla gara dello Spino per il primo appuntamento della stagione; è stato bello anche se, come si dice qui da noi, la prima è del gatto, quindi nella salita da Pieve Santo Stefano al passo sono andato tranquillo. Ora qui a Deruta, per la Coppa Italia, la prima salita non è andata male, posso migliorare, ma ci siamo. La moto è bella, divertente e ringrazio tutte le persone che mi conoscono e che mi seguono”.

Daniele alle prese con un’improvvisata chicane in sella alla sua Multistrada Enduro, una moto non certo pensata per essere impiegata
in situazioni simili. Questo, però, non fa altro che rendere più meritevole il suo impegno, nonché i risultati che riesce a ottenere.

Che interventi sono stati fatti a livello tecnico?

Ora la corona è di 45, mentre l’Enduro monta la 43, poi è stato messo lo scarico aperto di Spark, Desmolupo di Milano ha fatto la nuova mappatura, abbiamo cambiato il filtro e sostituito un altro paio di componenti. Altro problema, che problema non è, è che abbiamo dovuto inventare due o tre nuove parti: per evitare di arrivare all’inizio del campionato con eventuali intoppi ho chiesto direttamente ai commissari del Civs mostrando loro in videochiamata la moto e i particolari che stavamo montando; come detto prima, la protezione al carter richiesta dal regolamento non è in produzione, quindi una notte mi sono svegliato, l’ho pensato, ho fatto lo stampo in vetroresina e infine in carbonio, ottenendo così la protezione sotto la pompa necessaria per correre; per la vasca sotto il motore, invece, ho fatto lo stampo partendo dal paramotore originale dell’enduro, l’ho lavorato con la vetroresina e poi direttamente in carbonio. Poi è stato necessario montare altri particolari per trasformare la moto stradale per la pista, quindi abbiamo tolto i fari; ma una volta tolti, che fare?, lasciarli vuoti? Ho scelto di fare una cover in vetroresina e in carbonio. Poi è stato realizzato tutto il resto, come la tabella portanumero e la luce posteriore rossa, indispensabile in caso di pioggia”.

Sospensioni?

Per le sospensioni è importante dire che vengo da 10 anni di Ducati 916, quindi ho guidato per dieci anni una moto molto rigida di assetto, soprattutto in confronto con la Multistrada: dopo i primi mesi di utilizzo, ho regolato le sospensioni nel modo più rigido possibile; magari non saranno molto confortevoli, ma quando entro in curva ora la moto è solida. E’ una questione di sensibilità, ma a me la moto che comincia a muoversi, che non è ferma, non mi dà fiducia”.

Che scarico hai montato?

Ho chiesto a Spark, che ha risposto positivamente, dando il proprio contributo a questo progetto”.

Con che gomme corri?

Con le Continental Trail Attack 3, ottimo grip; chi mi ha visto in gara è rimasto stupito per il modo in cui lavorano questi pneumatici”.

Dopo il primo colloquio a Deruta abbiamo ripreso l’argomento in occasione del weekend di Spoleto del 21 e 22 agosto.

Raccontaci la storia di questa 1200 Enduro. Che viaggi hai fatto? Quanti chilometri ci hai percorso? Come ti è venuta l’idea di correrci?

Ho preso questa moto nel 2017 a chilometri zero, da lì è iniziata la mia vita perché con la Multistrada hai una vera moto da viaggio, le borse, un serbatoio da 30 litri per avere fino a 570 chilometri di autonomia. Nel confronto con una moto sportiva, con una naked o qualsiasi altro tipo di moto, quando decidi di acquistare una Multistrada praticamente sei già in viaggio!
Ho iniziato a girare per tutta Europa, l’Italia, l’Abruzzo che è la mia seconda casa perché ci vado sempre partendo dalla Toscana; insomma ogni fine settimana andavo via, viaggiavo, mi sentivo come quando torni a casa e stai comodo sul tuo bel divano! Ho girato tanto, ma poi ho iniziato a conoscere e frequentare il gruppo dove mi trovo ora, i Multidotati
”.

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Deve essere una bella comunità, puoi parlarcene?

E’ un gruppo di soli possessori di Multistrada, è bene ribadirlo, solo Multistrada di tutta l’Italia; così si conoscono persone del Veneto, della Puglia, della Sardegna, della Toscana. Grazie a questo gruppo chi vuole andare a giro, può chiedere informazioni su qualsiasi regione d’Italia; in tutte le regioni abbiamo persone che fanno parte dei Multidotati”.

Nel frattempo ti sei avvicinato alle corse in salita.

Sì, due anni fa iniziai a correre, inizialmente con una vecchia Yamaha XT, nel campionato di gare in salita. Bello come inizio, ma poi quando si inizia a prenderci gusto si avverte il bisogno di guidare una moto più seria, così da poter cominciare a fare bene. Mi sono guardato in casa e ho pensato alla mia Multistrada. Mancavano due mesi all’inizio del campionato e in questi due mesi ho iniziato a sentire diversi pareri, a parlare del mio progetto; sono riuscito a mettermi d’accordo con Renato Scali di Ducati Firenze; anche se quella da me proposta non è un’attività che fanno solitamente, hanno deciso di dare comunque il loro contributo, considerato anche il rapporto che c’è fra di noi, che va avanti da 15 anni. Ho cominciato a prendere un po’ di pezzi a giro, lo scarico aperto, il filtro, tutto il necessario insomma, ma, come sappiamo, quando si inizia a mettere le mani sulle moto siamo come dei ragazzini quando comprano il loro primo motorino: è stato per questo che mi è venuta l’idea malsana di cambiare anche la mappatura grazie alla grandissima disponibilità di Desmolupo a Milano. Quindi fatta la mappatura, portata in Ducati e preparata, lo scorso 6 maggio la moto era pronta: veramente una bomba! Così sono partito per la prima gara, dove andava provata la moto, anche solo per verificarne il potenziale, visto che nella mia categoria, quella delle Maxi naked, ci si deve confrontare con Bmw S 1000 XR, Ktm 1290 Super Duke R e Aprilia Tuono. Va detto poi che i piloti più forti partecipano da 5-6 anni, tanto che i primi tre fanno da soli ben 20 titoli italiani! Nelle prime cinque gare, comunque, nonostante la moto da provare e il valore degli avversari, arrivo sempre quarto. Davanti a me piloti che conoscono ogni particolare dei tracciati e moto che sono state fatte apposta per correre. In ogni gara, prendo cinque, sei secondi di distacco: difficile fare diversamente, considerata la gomma da 19′, l’altezza da terra, il cambio normale; insomma, ho meno vantaggi degli altri. Però questo progetto doveva e deve dimostrare che quando si parla di Ducati, di qualsiasi modello, Ducati è Ducati Corse, per questo motivo ho voluto partecipare con la Multistrada Enduro. Nel fine settimana di Spoleto, doppia gara sia il sabato che la domenica: ho fatto sia il Civs che la Crono Climber, che sarebbe il campionato di regolarità. Dopo le sei prove libere del venerdì, che ti danno la possibilità di conoscere bene il tracciato, ho cominciato ad andare forte e sono arrivato terzo nella Maxi naked e primo nella regolarità”.

Sotto il suo gazebo, Daniele posa con le due moto che impiega nel campionato italiano di velocità in salita.
Accanto alla Multistrada c’è una bella 916, a testimonianza della sua grande passione ducatista.

Quindi podio.

Sì, ho fatto il primo podio dopo sei gare nella Maxi naked e va detto che la Spoleto-Forca di Cerro si corre su una strada in cui c’è un curvone accanto al muro, dove metti la quarta e lo fai in pieno: col Multistrada Enduro se non hai il pelo non lo fai. La mia storia è questa: sono nato ducatista, ho comprato la mia prima moto a 21 anni, una 916 del 1995. Da quando ho la moto il mio desiderio più grande è quello di fare il tester Ducati, perché per me non è un marchio di moto, è una famiglia; ogni ragazzo ha un sogno nella vita, e anch’io ho il mio, sto sognando e vorrei che ci fosse la possibilità di una chiamata da Bologna; questo progetto lo faccio anche per avere visibilità”.

Nella vita sei imprenditore.

Sì, ho un’azienda con mia sorella di accessori per la pelletteria, ci siamo fatti da soli”.

Visto che sei un viaggiatore, qual è il tuo progetto appena finisce il campionato ad ottobre?

Rimetto subito la targa per tornare a viaggiare, perché non ne posso più di non usarla. Per fare il campionato sono fermo da maggio, tieni conto che faccio fino a 5mila chilometri al mese, e pensa che da maggio a ora con le gare ne ho fatti solo 320! Quando rimetterò il Multistrada su strada rinascerò”.

La ritarghi e ci rimetti tutto.

Ci rimonto fari, targa, mentre le carene le lascio così, ma per il resto la rimettiamo a posto, tutta regolare, perché i viaggiatori come me non possono e non vogliono avere problemi in viaggio. Non si parla di problemi di tipo meccanico, ma problemi di leggi e di regole; gli scarichi aperti sono belli, ma su strada è bene non avere noie”.

Continuerai a correre con la Multistrada anche l’anno prossimo?

Prendo seriamente in considerazione anche altre moto: o una Streetfighter V4, ma è necessario che ci sia la disponibilità di qualcuno disposto a collaborare al progetto e che abbia piacere di vedere una propria moto correre e fare bene. Oppure una Hypermotard degli anni passati, una 1100”.

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