Una MHe e una MHR in garage

Una MHe e una MHR in garage

Completamente diverse per stile e concezione, le due moto trovano il loro filo conduttore sotto il nome dell’indimenticato pilota inglese.

Ogni ducatista che si rispetti è alla ricerca del sua collezione perfetta: chi non sogna di avere in garage una serie di moto che siano, per periodo o concezione, simili? Insomma, piuttosto che accumulare mezzi, seguire un filo logico, razionale, che sia in grado di rappresentare al meglio un momento storico, una soluzione tecnica o quanto l’ispirazione consigli.

Un esempio è certo quello del nostro lettore che ha voluto che fossero rappresentate nella sua personale collezione tutti i diversi frazionamenti con cui Ducati ha equipaggiato i suoi modelli.

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Non da meno, il nostro Danilo si è lasciato ispirare da uno dei più forti e rappresentavi piloti di sempre: Mike Hailwood.

Ecco che quindi, nel suo piccolo ma fornitissimo garage, hanno trovato spazio le due moto che Ducati, nel corso dei decenni, ha voluto dedicare al pilota britannico a cui si deve, grazie alla sua splendida vittoria del Tourist Trophy del 1978, l’oggettiva rivalutazione di un marchio che all’epoca non era esattamente sulla cresta dell’onda.

Ecco che Gardella, dopo l’acquisto di una MHe, la versione disegnata da Pierre Terblanche, per raggiungere il suo scopo si è messo alla ricerca di una preziosa MHR dell’epoca: “Ho sempre avuto un sogno nel cassetto – ci conferma Danilo –comprare anche un Mike Hailwood Replica; così nel 2012 ho iniziato a cercare sino a quando ho comprato l’esemplare che vedete in foto. Ho fatto ben 1300 Km in un giorno col furgone per andare a prenderla da un collezionista che l’aveva tenuta nella naftalina!”.

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Eh sì, non deve essere stato facile trovare una MHR, una moto rara, molto rappresentativa, da cui gli appassionati non si separano molto facilmente, visto anche il notevole valore economico che, con il passare degli anni, aumenta continuamente.

La cosa bella, poi, è che il nostro lettore non è certo il tipo che si limita ad ammirare le sue moto, quindi, al contrario del precedente proprietario, la MHR viene impiegata su strada, consentendo così anche di fare un interessante confronto fra due moto divise fra di loro da più di due decenni: “Avere due Ducati così è veramente una soddisfazione anche se guidarle è tutto un programma: la moderna è leggera, scattante, frena benissimo, ma è maledettamente scomoda; la Replica è lunga e più pesante. Per frenare, frena, ma bisogna pensarci molto prima! Però hanno entrambe un fascino ineguagliabile! Ah, dimenticavo: la MHe parte schiacciando il bottone sul manubrio, la MHR solo col pedale e se sbagli sono cavoli amari!”.

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Con la MHR il bicilindrico a coppie coniche raggiunse il suo apice, ma purtroppo fu presto abbandonato per il più pratico motore Pantah con distribuzione a cinghie.

Oltre al fatto di essere dedicate al pilota inglese, c’è poi un altro aspetto che le accomuna, ovvero che Danilo le ha entrambe modificate: certo, in modo più importante e continuativo la più recente (gli ultimi interventi hanno interessato gli steli della forcella e il carter motore destro, installando poi una nuova campana della frizione in ergal, la sella in neoprene e il faro anteriore a led), più soft per la storica, con comando gas Daytona cromato, manopole da corsa anni ’70, tromboncini dei carburatori in alluminio, marmitte Conti e bulloni delle pinze freni tipo NCR. Sì, decisamente non deve essere male scendere giù, aprire il box, e trovarsi di fronte a queste due moto per decidere solo all’ultimo momento con quale uscire!

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Sono numerose le modifiche apportate alla MHe.

Due moto diverse fra di loro in quasi tutto, ma unite nel nome del grande Mike the Bike!

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