Red Bull Ring: Dovizioso e Ducati, vittoria in agrodolce

Red Bull Ring: Dovizioso e Ducati, vittoria in agrodolce

In Austria, un fine settimana folle, che raggiunge il culmine in una vittoria voluta, dalla squadra e dal pilota, all’indomani dell’annuncio del divorzio.

Dovizioso vince una bella gara con Ducati, Dovizioso lascia la Ducati.
Di questo weekend parlerò in prima persona, mettendo bene in chiaro che sono mie le opinioni che esprimerò e mie sono tutte le considerazioni che mi sembrerà di fare, libero e autorizzato dal tono ermetico adottato da entrambe le parti in gioco.
Sì, perché se un accordo c’è stato – tra Andrea Dovizioso e il Ducati Team – è stato quello di annunciare la fine del sodalizio al termine della stagione senza il seppur minimo accenno ad una ragione concreta. 

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Della gara, bella, drammatica, combattuta, esaltante, parlerò dopo. Vi dirò, prima, di un pilota concreto, poco propenso a fare il personaggio, che negli ultimi anni è stato l’unico, credibile, anti-Marquez. Uno che – quando si è trovato in grado di farlo – non ha avuto paura del corpo a corpo con lo spagnolo e lo ha battuto.
Dovizioso, che quando fu steso il tappeto rosso per l’arrivo di Jorge Lorenzo nel 2017, accettò che gli venisse ridotto l’ingaggio, per mantenere il posto a cavallo della rossa nella quale credeva. Nel comunicato, reso a voce dal manager di Andrea, il punto cruciale è che il pilota, stanco di una certa situazione, ha preferito dire basta, prendendosi il rischio anche di rimanere a casa per la prossima stagione.

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Il tono di Simone Battistella, il manager, è stato lo specchio di una volontà che non ammette repliche e che ci tiene a sottolineare che non c’è stata nessuna trattativa. Nessuna trattativa… è questo dunque il punto: NESSUNA TRATTATIVA, non di Andrea con altri Team, ma con la Ducati! Come se, con quasi tutte le pedine a posto per la stagione ventura, a Borgo Panigale si sia tardato fino ad ora a parlare con il proprio pilota di punta, portandolo ad una situazione difficile da sostenere. Dovizioso si sarebbe così sentito indesiderato, poco apprezzato, per niente preso in considerazione.

Perché, c’è da chiedersi? Forse per agganciarsi, dopo aver annunciato l’ingresso di Jack Miller nella squadra ufficiale, di nuovo all’onda nuova dei giovani emergenti? O forse, e sarebbe grave, per far di nuovo posto in squadra alla minestra riscaldata rappresentata da Jorge Lorenzo? I contratti di oggi hanno il potere di sigillare le bocche e – se sapremo qualcosa – sarà dal primo di Gennaio, quando le parti saranno sciolte.
Il Ducati Team, sull’argomento, tace non diramando neppure un comunicato stampa e Paolo Ciabatti affida alla diretta di Sky soltanto lo scarno dato di fatto: divorzio a fine anno. Entrambe le parti affermano comunque la volontà di proseguire la stagione per cercare di portare a casa il titolo.

Petrucci-Dovizioso
E così è stato: in un weekend che ha visto risorgere Andrea Dovizioso e la sua Desmosedici fin già dalle prove, è arrivata la vittoria scacciacrisi, quella che rilancia le ambizioni del binomio che fino a ieri sembrava assente all’appello dei pretendenti al titolo. La vittoria numero 50 per la Ducati nella massima categoria.
Il trionfo in una gara interrotta per un incidente, innescato da Zarko, che non ha avuto risvolti tragici solo per una manciata di centimetri, una vittoria spettacolare, ottenuta lottando e rivendicata da Andrea (il pilota) e poi da Dall’Igna (la moto), come ad essere ora su due piani diversi, pilota e moto, e non più un cementato binomio. E questo è un peccato.

Oggi il mio feeling con la moto non era particolarmente buono, ma in alcuni punti mi sentivo forte e riuscivo a fare la differenza

Il pilota di Forlì ha affermato: “E’ stata una gara un po’ particolare vista l’interruzione dovuta alla brutta caduta di Zarco e Morbidelli. Oggi il mio feeling con la moto non era particolarmente buono, ma in alcuni punti mi sentivo forte e riuscivo a fare la differenza. Il weekend è iniziato bene, ma non ero sicuro di poter vincere la gara: siamo riusciti ad essere subito competitivi e ho ritrovato delle buone sensazioni, ma ancora ci manca qualcosa rispetto agli anni precedenti. Questa pista è favorevole alle caratteristiche della nostra Desmosedici GP, ma dovremo ancora impegnarci per fare un altro passo avanti e metterci nella condizione di poter lottare per la vittoria anche in tutte le prossime gare”. Gigi Dall’Igna valuta così la gara: “Dopo un inizio di campionato così difficile, questa vittoria ha sicuramente un peso importante. È stata una gara un po’ particolare vista l’interruzione. Dovi ha dimostrato di essere forte e che la nostra moto è competitiva.

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Dopo la ripartenza la situazione in pista è cambiata, ma abbiamo riconfermato alcuni aspetti e cambiato la gomma anteriore. Voglio fare i complimenti a Dovi e a tutta la squadra per il lavoro fatto questo fine settimana.
Spero che riusciremo ad essere così competitivi anche nelle prossime gare fino alla fine della stagione”. In una pista, quella austriaca, amica della Ducati da cinque stagioni, la vittoria per Andrea ha il sapore di una vendetta, ottenuta sulla Suzuki di Mir, giunto secondo, ma soprattutto raggiunta battendo con lucida e spietata volontà l’altra Ducati, quella di Jack Miller.
Ora, dove sul Red Bull Ring, si sono ridimensionate le ambizioni di Quartararo, si è visto un Vinales ancora inconcludente, dove altri hanno passato i loro guai, la Ducati e Andrea Dovizioso si riportano nelle zone alte della classifica, dove erano attesi.
E adesso? Che cosa succederà?

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Andrea Tessieri

Andrea Tessieri, da sempre appassionato di motociclismo sportivo, segue le tappe italiane del WorldSBK e del mondiale GP professionalmente dalla fine degli anni novanta. Collaboratore di Mondo Ducati come fotografo e giornalista fin dai primi numeri, la propensione alla studio della storia del motociclismo sportivo lo porta alla pubblicazione di Ducati Racing, nel 1999, e del più recente Ducati Legends, uscito alla fine del 2021.

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