Prova in pista della Ducati Desmosedici RR

Prova in pista della Ducati Desmosedici RR

A qualcuno è venuto il dubbio se la Ducati Desmosedici RR sia davvero così vicina a una MotoGP. La risposta è assolutamente sì!

Dal plexiglas del cupolino il famoso rettilineo di Phillip Island sembra proseguire dritto fino all’oceano là davanti. Sotto al serbatoio, il rumore di aspirazione del V4 italiano si fa minaccioso, mentre il sound che esce dallo scarico libero è qualcosa di indescrivibile, simile al ruggito di una belva feroce.

La Ducati Desmosedici RR, la prima (e per ora anche l’unica) replica stradale di una MotoGP esistente al mondo, ci è stata affidata in configurazione racing, vale a dire con l’impianto di scarico privo di catalizzatore-silenziatore e centralina mappata appositamente; dunque, stiamo parlando di una potenza massima pari a 200 cavalli effettivi alla ruota.

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Se non fosse per la presenza dei fari e degli specchietti retrovisori, a prima vista la RR potrebbe essere scambiata per la versione da gara.

Il motore che spinge questo portento di tecnologia è un quattro cilindri a V di 90°, anche se in realtà potrebbe essere considerato come un doppio bicilindrico appaiato. In ogni caso, è la stessa identica configurazione adottata dalla Ducati in MotoGP.

Come dicevamo, il rumore di questa moto è inconfondibile. Se si spalanca il gas, il motore risponde con una forza che sembra portarti chissà dove! Talvolta, si ha addirittura la sensazione che la strada diventi più stretta da quanto è forte l’accelerazione.

Di certo bisogna tenersi ben stretti al manubrio se non si vuole subire la tremenda spinta del motore. Quando sul display a cristalli liquidi il contagiri indica quota 13.800 giri significa che siamo al regime di potenza massima e i 200 famosi cavalli sono tutti concentrati sulla ruota posteriore. I led posti sul cruscotto cominciano a lampeggiare, suggerendo di passare al rapporto successivo, anche se in realtà è possibile insistere per altri 400 giri.

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Una volta tolta la carenatura, la somiglianza con la D16 GP6 prosegue.

Tanti, se si considera che stiamo pur sempre parlando di una moto con fari e targa e che fa i tagliandi ogni 10.000 Km come i normali modelli stradali.

Pochi, invece, se paragoniamo questo valore ai 19.000 giri che è in grado di raggiungere la Desmosedici da gara.

Il bello, però, è che la RR, anche in sesta marcia, continua a spingere come una forsennata. L’accelerazione non diminuisce mai, neanche quando si superano i 280 Km/h. Tra l’altro, oltre questa soglia la strumentazione smette di indicare la velocità, per una precisa normativa del Codice della Strada.

C’è proprio da rimanere senza fiato!

La presentazione in anteprima del motore della Desmosedici RR risale al 2004, durante il World Ducati Week.

All’epoca furono l’ex Amministratore Delegato Federico Minoli e il Responsabile Sviluppo Prodotto Claudio Domenicali ad annunciare che la Casa di Borgo Panigale si sarebbe imbarcata in questo clamoroso progetto.

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Sul manubrio sinistro c’è la regolazione remota del freno anteriore.

Mentre parlavano, probabilmente, non esisteva neppure un prototipo funzionante, eppure oggi quel sogno si è trasformato in realtà.

All’epoca, infatti, quell’annuncio fece esplodere di gioia i ducatisti provenienti da tutto il mondo.

La moto vera e propria è stata infatti svelata, sempre sotto forma di prototipo, nel 2006, in occasione del Gran Premio d’Italia, sul circuito internazionale del Mugello. I collaudi, come molti sanno, sono stati effettuati da Vittoriano Guareschi, vale a dire lo stesso test rider che ha sviluppato la versione da corsa.

Nel periodo che ha preceduto la commercializzazione la Desmosedici RR è stata sottoposta a una notevole opera di messa a punto, che è riuscita a combinare le massime prestazioni ottenibili con il rispetto dell’omologazione stradale, come ad esempio la normativa Euro 3 sull’inquinamento ambientale.

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I freni della Desmosedici RR sono gli stessi della 1098, mentre la forcella è un’unità pressurizzata della Öhlins.

Al di là di questi piccoli compromessi, comunque, la moto è rimasta in puro stile racing, degna dell’appellativo di GP Replica.

I 60.000 Euro necessari per entrarne in possesso rappresentano certamente un prezzo fuori dalla norma.

Bisogna tuttavia tenere presente che all’inizio, Ducati aveva previsto una produzione di soli 300 pezzi. Tuttavia, la pioggia di richieste provenienti da tutte le parti del mondo hanno spinto la Casa bolognese a rivedere i propri piani, spostando questo tetto prima a 1000 unità e poi, stavolta definitivamente, a 1500, non una di più.

Il bello è che, nonostante questo aumento, le moto sono già state tutte vendute, perciò, anche se siete tra quei pochi fortunati in grado di staccare un assegno da 60.000 Euro per comprare una motocicletta senza battere ciglio, a questo punto vi dovrete necessariamente accontentare di una Desmosedici di seconda mano!

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l’uscita dell’impianto di scarico, contornata da un guscio in una particolare fibra di carbonio che resiste al calore.

Adesso, però, concentriamoci sulla domanda che molti si sono posti quando hanno visto per la prima volta la Desmosedici RR, con il suo aspetto e la sua impostazione tecnica che la fanno sembrare davvero simile a una moto da competizione: è davvero così vicina a un mezzo da gara in termini di emozioni e prestazioni?

La risposta è sì. In ogni caso, già per il solo equipaggiamento tecnico, di squisita estrazione racing, varrebbe la pena di sborsare i 60.000 Euro richiesti. Tuttavia, ogni mezzo a due ruote ha la sua vocazione, pertanto è quasi impossibile descrivere a parole le sensazioni che si provano in sella a una moto simile.

Bisognerebbe che tutti avessero la possibilità di salirci sopra e dare gas!

Molti si sono anche domandati se l’incredibile sound sprigionato dagli scarichi aperti non induca una sorta di autosuggestione nel pilota, che pertanto crede di andare più forte di quanto in realtà stia facendo. Lo stesso vale per il comportamento dinamico che, per assurdo, potrebbe essere paragonato a quello di una normale moto a quattro tempi.

In realtà, le doti di guida e le prestazioni della Desmosedici RR vanno addirittura oltre l’immaginazione. In tutta franchezza non ricordiamo di aver mai testato una moto stradale più emozionante di questo autentico gioiello.

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Il motore, in ogni caso, rimane il vero punto di forza del veicolo. Esso ha esattamente lo stesso layout di quello che equipaggiava la GP6, vale a dire la moto che hanno guidato Capirossi e Gibernau due stagioni fa.

A ogni movimento del polso destro del pilota questo quattro cilindri risponde in modo incredibile. Dal canto loro, poi, le sospensioni sono solide e, allo stesso tempo, garantiscono la dovuta stabilità al mezzo.

Per quanto riguarda l’impegno richiesto possiamo dire che, grazie alla Desmosedici, qualsiasi motociclista può avvicinarsi al mondo della MotoGP, anche se per gustarla fino in fondo ci vogliono mani esperte.

A livello di ingombri, pur essendo equipaggiata con un motore a quattro cilindri, la Desmosedici RR ha addirittura una sezione frontale più contenuta rispetto a quella della Ducati 1098. La massa è quindi concentrata nella parte centrale del veicolo e le reazioni trasmesse dallo sterzo sono estremamente rapide, più di quanto avviene sulla 1098.

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La ciclistica è rigorosa e garantisce alla Desmosedici stradale la dovuta stabilità, ma a impressionare di più è il motore. Il tiro del V4 italiano è infatti entusiasmante e l’accelerazione non conosce sosta nemmeno in prossimità della velocità massima.

La sensazione è dunque che la moto assecondi quasi istantaneamente i comandi impartiti dal pilota.

Peccato soltanto che, nei pochi giri a nostra disposizione, non siamo riusciti a raggiungere il vero limite di piega consentito dalla ciclistica. Forse dovremmo chiedere una consulenza a un certo Signor Stoner!

In ogni caso, anche con la moto perfettamente dritta, spalancare il gas con la RR rappresenta una vera gioia: la forza bruta del motore, unita al suo sound così particolare, danno l’impressione di stare seduti su un missile.

Nonostante questo, comunque, l’azione della Desmosedici non si traduce mai in una danza sfrenata: il telaio corto ed estremamente aderente al motore rafforza infatti la rigidità dell’insieme, così che, anche con 200 cavalli sotto il sedere, la moto mantiene un comportamento rigoroso e non dà mai la sensazione di perdere il suo equilibrio generale.

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Difficile trovare in pochi giri il limite di inclinazione laterale offerto da gomme e telaio. La Desmosedici richiede mani esperte per essere condotta al limite, anche se ogni motociclista sarebbe in grado di portarla “a spasso”.

La cosa più impressionante, tuttavia, è affrontare i curvoni da 200 all’ora e, una volta fuori, ritrovarsi a 300 in un batter d’occhio. E’ in questi frangenti che ci si rende davvero conto di come questa moto abbia effettivamente lo stesso DNA della Desmosedici da MotoGP. Nessuna altra moto di serie ha la stessa spinta e accelerazione. Bisogna perciò rimanere ben concentrati, impartendo i comandi con determinazione, consapevoli del fatto che si tratta di una race replica nel vero senso della parola.

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