Prova Ducati Scrambler Icon 2019

Prova Ducati Scrambler Icon 2019

La nuova versione affronta e risolve i punti deboli dello Scrambler, con tante novità anche in termini di sicurezza.

Due curve strette in successione, poi una larga a destra, una veloce a sinistra, una serpentina in salita: stacchi, scali due marce, fai un tornante e in uscita, dai di gas, via a salire una marcia dopo l’altra.
ICON_STATIC_00I vicini ti hanno visto uscire con lo Scrambler e, con la solita punta di pregiudizio, ti credono al bar, invece hai già scollinato due passi, attraversato due vallate e ora sali di nuovo: i castagni lasciano il posto ai pini, tra poco la vegetazione diventerà più bassa e la macchia avrà il profumo del Mediterraneo.
Ti siederai a un tavolino, ma sarà per gustarti una piada se sei sceso in Romagna, un cinque e cinque con spuma bionda se sei andato verso Livorno, una focaccia a Recco, pani câ meusa a Palermo, un hamburger a Los Angeles.
In sella allo Scrambler la strada chiama strada, le esperienze chiamano esperienze: stringendo il largo manubrio, che dà sempre il massimo di confidenza, guidando su un qualsiasi tratto misto, ma anche in città, oppure su una strada bianca, i programmi per la prossima primavera, per il viaggio estivo o per il weekend di mezza stagione non hanno limiti.
Soprattutto con lo Scrambler Icon Model Year 2019, non stravolto rispetto alla versione lanciata nel 2014, ma migliorato con tante, importanti e mirate modifiche: la base dell’800 cc si conferma assolutamente facile per tutti, anche per i neofiti, e per tutti assolutamente divertente, anche per chi ha centinaia di migliaia di chilometri sotto al sedere; al tempo stesso è sempre più confortevole, grazie a una nuova sella più piatta e alla maggiore escursione delle sospensioni, ed è sempre più sicura, con l’Abs cornering che permette il controllo della frenata anche a moto piegata (grazie all’introduzione della piattaforma inerziale), e con le luci diurne Drl a led, come a led sono le frecce (che si spengono automaticamente finita la svolta).
“Lo Scrambler è sempre più Scrambler”, è il messaggio che arriva da Ducati.

Breve cronistoria dell’evoluzione Scrambler! La prima versione, quella storica, la Icon versione 2014 e quella 2019. Fra le ultime due si notano subito le differenze estetiche, come la nuova forma delle guance del serbatoio, il diverso terminale, la diversa altezza della sella.

Altre novità sono il comando idraulico della frizione con leva regolabile nella distanza, così come è regolabile la leva del freno, la strumentazione aggiornata con indicatori di livello carburante e di marcia inserita, il Multimedia System ready che, associato a un dispositivo Bluetooth, avverte di telefonate o messaggi in arrivo, il vano sottosella con la presa usb, i nuovi blocchetti al manubrio più intuitivi, e tante rifiniture estetiche che innalzano la qualità complessiva e arricchiscono il design “post heritage” dello Icon.
Una volta in sella se ne apprezza il peso estremamente ridotto, 189 kg in ordine di marcia (con tutti i liquidi e serbatoio riempito al 90%), il baricentro basso, le dimensioni raccolte.

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Il manubrio largo e alto, la nuova sella e il rinnovato setup delle sospensioni garantiscono una posizione di guida comoda e rilassata. Grazie al peso contenuto, al baricentro basso e alle ottime performance degli pneumatici Pirelli, la guida è sempre divertente, pur in un contesto di sicurezza grazie alla presenza dell’ABS Cornering Bosch, fatto inconsueto per le moto di questa categoria.

La triangolazione seduta, pedane, manubrio è esattamente quella del modello precedente, a parte la sella che nella nuova configurazione è più alta di 8 mm; lo Scrambler Icon si conferma molto comodo, in particolare per rider di media statura, anche se chi ha qualche centimetro in più in altezza riesce a trovare ugualmente la propria posizione con facilità, grazie proprio alla sella rinnovata.
La comodità si mantiene sia che si viaggi rilassati, sia che si muovano busto e gambe per caricare il peso sull’avantreno o per i trasferimenti di carico nei tratti guidati ad andatura sportiva.

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Il proiettore anteriore, dotato di DRL (Daytime Running Light) a LED, permette di essere ben riconoscibili nel traffico, anche di giorno, così come i nuovi indicatori di direzione a LED che si spengono automaticamente. La strumentazione è stata aggiornata con la presenza dell’indicatore della marcia inserita e del livello del carburante. E’ inoltre dotata di due contachilometri parziali e uno totale, totalizzatore parziale della riserva della benzina (trip fuel), temperatura aria, interventi di manutenzione, orologio, spia della riserva del carburante e dell’ABS Cornering Bosch. Ci sono poi varie spie di servizio e la predisposizione per il Ducati Multimedia System che permette di rispondere alle telefonate, visualizzare l’arrivo di un SMS e ascoltare la musica.

La guida è piacevolissima: lo Scrambler conserva l’alchimia di motore, telaio e quote ciclistiche del modello precedente, mantiene l’estrema maneggevolezza, la rapidità nello scendere in piega, l’immediatezza nei cambi di direzione, la stessa sicurezza in appoggio, la buona stabilità: a tutto ciò contribuisce il grip degli MT 60 studiati assieme a Pirelli per questa moto (110/80 R18 davanti, 180/55 R17 dietro).
In particolar modo, su questa nuova versione abbiamo apprezzato la possibilità di aprire il gas con decisione e con ancora maggior anticipo in uscita di curva, in piena sicurezza anche senza traction control, grazie proprio alla dimensione generosa della gomma posteriore, alle nuove sospensioni capaci di copiare l’asfalto anche quando non è un tavolo da biliardo, a una quasi inavvertibile, e voluta dai progettisti, attesa tra apertura dell’acceleratore ed erogazione della potenza, gustando una progressione del motore sempre sostanziosa, lineare e senza calci alla schiena al pilota. L’avantreno al tempo stesso si dimostra sicuro e sincero nel trasmettere il limite al manubrio.

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Il lavoro degli ingegneri Ducati sulle sospensioni ha funzionato e nella guida lo si avverte, sia sullo sconnesso che nelle asperità del fondo stradale in città, senza che tuttavia siano inficiate le doti dinamiche della moto.
Lo Scrambler in questa nuova versione si trova ancora più a suo agio sullo sterrato: senza velleità tecniche estreme, questa moto può affrontare con disinvoltura qualsiasi strada bianca.
Molto buoni i freni: l’impianto può contare all’anteriore su un disco singolo dalla misura importante di 330 mm, su cui lavora una pinza Brembo ad attacco radiale monoblocco a 4 pistoncini; al posteriore, invece, ecco un disco da 245 mm con pinza flottante.

Un piccolo neo?

Se a onor di cronaca dobbiamo citare un piccolo neo, ovvero un attacco un po’ brusco nelle frenate decise a bassa velocità, a maggior ragione registriamo l’importantissimo passo avanti in termini di sicurezza offerto dall’Abs cornering: l’impianto frenante si dimostra all’altezza in ogni condizione, anche in situazioni indesiderate come una frenata troppo ritardata in ingresso curva (in ogni caso da evitare); grazie all’Imu, il sistema antibloccaggio di ultima generazione consente di fare tanta pressione su leva e pedale anche a moto inclinata, fino a rallentare in maniera adeguata, dopodiché le doti ciclistiche e la maneggevolezza dello Icon permettono di mantenere la moto in traiettoria.

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Il Centro Stile Ducati ha aggiornato il design dello Scrambler rimanendo fedele al concetto iniziale della moto: far rivivere l’appeal del modello storico, realizzando però una moto moderna. Ecco perché il serbatoio non è stato modificato ma è stato reso più moderno nelle guance, sempre intercambiabili, ma ora con forme più pronunciate e dalla linea più moderna. Il serbatoio, realizzato in acciaio nella classica forma a goccia, ha una capacità di 13,5 litri.

Niente da dire sul cambio, sempre preciso negli innesti, né sulla nuova frizione, finalmente a comando idraulico, leggera e ben modulabile.
Il motore è sempre il Desmodue da 803 cc, in versione Euro 4 con 73 Cv e 6,8 kgm di coppia massima a 5750 giri, di derivazione Monster 796.
Come ogni buon bicilindrico di Borgo Panigale anche quello dello Scrambler 800 scalda un po’ le gambe a bassa velocità, soprattutto in città, e questo è l’unico piccolo appunto al comfort della moto, che per tutto il resto si mantiene invece sempre ottimo, anche dopo ore e chilometri in sella.
Ovviamente, non essendoci la minima protezione dall’aria, l’autostrada non è certo il suo ambiente naturale, per cui conviene, in tale caso, mettersi l’anima in pace e viaggiare a velocità ridotte, lontane anche da quelle di Codice.
D’altra parte, non è un caso se si chiamano “autostrade”, e ogni centauro lo sa: il viaggio vero è sulle “motostrade”, ovvero sulle migliaia di chilometri di statali, provinciali, litoranee, panoramiche, tutte a misura di Scrambler.
Il nuovo Icon costa 8990 Euro nel classico “62 Yellow” con telaio nero e sella nera con cornice grigia, mentre per averlo nel colore “Atomic Tangerine” servono 200 Euro in più.

Il Ducati Scrambler Icon in un colpo d’occhio

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Colorazioni
Giallo con telaio nero e sella nera
Arancione con telaio nero e sella nera

Principali dotazioni
Serbatoio in acciaio a goccia con
guance intercambiabili in alluminio
Nuova sella bassa (798 mm) per una
perfetta manovrabilità da fermo
Peso contenuto (175 kg a secco) e baricentro basso
Manubrio largo per una posizione di guida rilassata
Faro anteriore con lente in vetro e DRL a LED
Faro posteriore con tecnologia LED a diffusione
Frecce a LED che si spengono automaticamente
Strumentazione LCD con indicatore di marcia e livello carburante
Ducati Multimedia System ready
Nuovi blocchetti manubrio
Motore bicilindrico a L raffreddato ad aria da 803 cc
Carter copri cinghie in alluminio lavorato a macchina
Nuovo comando frizione idraulico con leva regolabile
Telaio a traliccio a doppia trave in acciaio
Forcellone pressofuso in alluminio
Ruote in lega a dieci razze lavorate a macchina
da 18’’ all’anteriore e da 17’’ al posteriore
Pneumatici Pirelli ottimizzati per lo Scrambler
ABS Cornering Bosch a due canali di serie
Vano sottosella con presa USB

Prezzo
Euro 8990 (giallo) Euro 9190 (arancione)

L’occasione della presentazione stampa del nuovo Icon, svoltasi nella zona delle colline senesi, è stata la situazione ideale per una breve intervista con l’Ingegner Claudio Fonti, Project manager veicoli Ducati Scrambler, utile ad approfondire gli aspetti tecnici più interessanti.
Sentiamo l’Ing. Claudio Fonti
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L’ing. Claudio Fonti.
Come avete fatto a rendere lo “Scrambler ancora più Scrambler”?Per questo nuovo modello abbiamo puntato tantissimo sul comfort, sia del pilota che del passeggero, in modo da rendere la moto ancora più fruibile e guidabile senza pensieri, in totale tranquillità e comodità. Per questo abbiamo lavorato principalmente sul setting delle sospensioni e sulla sella. Dal punto di vista estetico, le sospensioni non sembrano cambiate, ma internamente, nella sostanza, è stato ridefinito tutto, a partire dalla rigidezza delle molle per arrivare fino all’idraulica e agli stopper: abbiamo rivisto completamente il setting per migliorare il comfort senza compromettere la stabilità e la guidabilità della moto, che è rimasta assolutamente godibile anche nei tratti più guidati. Sulla sella abbiamo lavorato in due direzioni: prima di tutto l’abbiamo resa più piatta, in modo da dare la possibilità al guidatore di muoversi liberamente e trovare la posizione preferita, ottenendo così un miglioramento ergonomico, anche senza modificare la posizione di manubrio e pedane; inoltre abbiamo allargato la zona della seduta del guidatore e modificato la rigidezza dello schiumato, ottenendo un ottimo risultato. Riguardo alla sella, va detto che ora è di 8 mm più alta in termini di altezza da terra in statico, ma l’escursione delle sospensioni è aumentata, quindi quando il guidatore va a sedersi si ritrova in una posizione molto simile a quella della precedente Icon”.
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Elemento caratteristico nel nuovo Scrambler è il motore ora con le alette di raffreddamento lavorate a macchina utensile.
Dal punto di vista della sicurezza?La sicurezza è un elemento fondamentale per Ducati. Abbiamo deciso di inserire di serie l’Abs cornering grazie alla piattaforma inerziale Imu, posizionata sotto la sella, con la quale è possibile anche attivare un’altra funzionalità, sempre per la sicurezza, ovvero la disattivazione automatica degli indicatori di direzione: quando il guidatore attiva uno degli indicatori di direzione il sistema riconosce se la moto sta facendo una curva, e nel momento in cui la moto viene raddrizzata, perché la curva è terminata, il sistema spegne automaticamente l’indicatore di direzione, scongiurando il rischio di dimenticarsi la freccia accesa”. Abbiamo notato che si disattiva dopo un paio di secondi.Esatto. Il sistema non lavora solo ed esclusivamente in funzione dell’angolo della moto, ma elabora diversi dati che sono appunto l’inclinazione, il tempo di attivazione degli indicatori e la velocità del veicolo; il dispositivo disattiva automaticamente le frecce in base a queste tre informazioni”. Avete però scelto di non adottare il traction control.No, abbiamo preferito lasciare lo Icon per quanto possibile semplice, anche perché comunque la moto è davvero guidabile e governabile con facilità in tutte le situazioni”. Novità per le rifiniture?Abbiamo introdotto tutta una serie di dettagli, alcuni importanti. Il motore è stato completamente rivisto nell’estetica, ora ha una nuova colorazione nero lucido con un effetto spazzolato sulle alette, come se una lavorazione meccanica avesse lasciato l’alluminio a vista; una finitura simile, con alluminio a vista, c’è anche sulle dieci razze dei cerchi ruota. Abbiamo poi aggiornato alcuni dettagli, come i paracalore della gamba del pilota e del silenziatore, e abbiamo lavorato sui collettori di scarico che adesso hanno un nuovo trattamento superficiale. Il proiettore è stato totalmente aggiornato con la rifinitura del nuovo anello caratteristico del modello 2019 e con l’inclusione della funzione Drl (Daytime Running Light) che rende la moto visibile e perfettamente riconoscibile anche durante il giorno”. Non solo una rifinitura estetica, ma anche un elemento di sicurezza.Sì, la moto viene immediatamente vista durante la marcia diurna. Anche gli indicatori di direzione sono stati aggiornati con una tecnologia full led; altro aspetto che tengo a sottolineare, le frecce sono omologate worldwide e quindi disponibili su tutti quanti i mercati, anche su quello Usa che tipicamente ha delle esigenze particolari in termini di area minima”.
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Le sospensioni dello Scrambler sono state riviste nella taratura per offrire un miglior comfort di guida e sono costituite da una forcella Kayaba a steli rovesciati da 41 mm e un ammortizzatore regolabile nel precarico molla, entrambi con una corsa ruota di 150 mm. Le ruote in alluminio sono a dieci razze, con il cerchio anteriore da 3,00’’ x 18’’ e quello posteriore da 5,50’’ x 17’’ e pneumatici Pirelli MT60 RS da 110/80 ZR18 e da 180/55 ZR17.
Il comando del cambio è leggermente cambiato?Sì, abbiamo lavorato sulla lunghezza della leva, allungandola leggermente per renderla più gestibile nelle cambiate”. Poi c’è il nuovo comando idraulico della frizione.Vero, con due vantaggi molto importanti che sono il carico molto più leggero, e la modulabilità; adesso abbiamo uno stacco molto più fluido e regolare”. Novità anche nella strumentazione.Sì, con contenuti importanti come la visualizzazione della marcia inserita, del livello carburante e la predisposizione per il Ducati Multimedia System: è opzionale, ma acquistando un modulo Bluetooth, da installare sotto la sella, è possibile visualizzare, sul cruscotto in marcia, se qualcuno ci sta chiamando, se è arrivato un messaggio; è inoltre possibile gestire le playlist del nostro smartphone o per ascoltare la radio Scrambler”.
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Grazie alla piattaforma inerziale, lo Scrambler è equipaggiato con un impianto frenante Brembo dotato di sistema ABS Bosch 9.1 MP Cornering: se un ABS di tipo standard garantisce il controllo delle perdite di aderenza degli pneumatici in frenata solo a moto completamente dritta, la più evoluta versione Cornering permette un controllo totale del grip in frenata anche a moto piegata. L’impianto frenante è costituito da un disco anteriore da 330 mm di diametro su cui lavora una pinza a quattro pistoncini monoblocco Brembo con attacco radiale. Al posteriore, un disco da 245 mm con pinza a un pistoncino di 34 mm. Il sistema ABS ha un solo livello di intervento e non è disinseribile. Sempre in tema di sicurezza, per il nostro test abbiamo scelto di utilizzare giacca, pantaloni, guanti e scarpe prodotte dalla Alpinestars.
Considerando telaio, motore, quote ciclistiche, erogazione, peso contenuto, dove sta il punto di equilibrio e dov’è il segreto della formula Scrambler?E’ chiaro che è un po’ tutto il pacchetto. E’ un insieme un po’ magico di tutti questi contenuti, che permette di ottenere una moto semplice da usare. Il motore, rispetto al vecchio due valvole, è stato pesantemente rivisto fin dal primo Scrambler, seguendo poi tutta una serie di evoluzioni con l’Euro 4; abbiamo lavorato principalmente non sulla potenza, come fa di solito il brand Ducati, ma sulla fluidità di erogazione, e questo ci ha permesso di avere un motore molto elastico e per nulla scorbutico, che risponde bene senza stenti fin dai più bassi regimi; con il passaggio all’Euro 4 è stato anche rivisto il comando del gas a cavo, nella parte interna meccanica, per avere una risposta dell’apertura farfalla estremamente graduale, che facilita l’utilizzo della moto in qualsiasi condizione. Passando invece alle quote ciclistiche, abbiamo voluto puntare molto sulla sicurezza, con un’avancorsa generosa che rende la moto sempre stabile senza mai intimidire; allo stesso tempo, grazie alla configurazione degli pneumatici sviluppati ad hoc con Pirelli, siamo riusciti a ottenere una moto estremamente agile, anche con l’aiuto del manubrio largo che permette un ottimo controllo del veicolo in qualsiasi tipo di percorso e condizione, dai curvoni veloci ai tornanti, all’utilizzo cittadino”.

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

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