Borgo Panigale: l’inizio della storia Ducati (Prima Parte)

Borgo Panigale: l’inizio della storia Ducati (Prima Parte)

Viaggio nella storia dello stabilimento Ducati nel rione bolognese in compagnia di Livio Lodi, che ci spiega il perché della scelta di questa location.

Avevamo già parlato con Livio Lodi, curatore del Museo Ducati,  per redigere un articolo sul tremendo bombardamento subìto dalla fabbrica di Borgo Panigale durante la Seconda Guerra Mondiale; ciò, in pratica, rispondeva al perché oggi Ducati produca motociclette anziché rasoi elettrici e condensatori.

Stavolta, invece, ci siamo piacevolmente intrattenuti con lui per dare risposta a una domanda altrettanto importante, vale a dire: perché proprio Borgo Panigale?

Primo step di insediamento dello stabilimento in Borgo Panigale
Il primo step di insediamento della sede di Borgo Panigale, che nel corso degli anni ha subìto varie trasformazioni.

Ne è scaturita un’interessante conversazione dalla quale sono emersi aspetti che forse molti non conoscono relativi alla sede dove vengono costruiti i bicilindrici desmodromici. Bisogna infatti pensare a cosa rappresentava questa piccola frazione di Bologna la bellezza di oltre settant’anni fa.

Ad aiutarci in questo viaggio a ritroso nel tempo è lo stesso Lodi, che esordisce con: “Chi pensa a Ducati pensa a Borgo Panigale, prima che a Bologna. Questo la dice lunga sull’importanza che questo territorio ha rivestito nel corso degli anni per la nostra fabbrica. Chiunque possieda una Ducati, ad eccezione degli esemplari realizzati in Spagna dalla Mototrans, può stare certo che è stata costruita qui a Borgo Panigale, dal Cucciolo fino alla Desmosedici RR! Il rapporto Ducati-Borgo Panigale è lo stesso, dunque, che lega Maranello alla Ferrari o Sant’Agata Bolognese alla Lamborghini.

C’è tuttavia un dettaglio che non tutti sanno e cioè che la prima vera sede della Ducati non si trovava a Borgo Panigale!

E’ ancora Lodi a darci lumi in merito: “Nel 1926, ovvero quando i fratelli Ducati iniziarono a produrre i primi condensatori, il nucleo operativo era in Via Collegio di Spagna, nello scantinato di un edificio situato nel centro storico di Bologna. Poi, visto che il volume degli affari iniziò a crescere con una certa solerzia, i Ducati furono costretti a trasferire la loro attività all’interno della villa di famiglia, Villa Lidia, situata in Via Guidotti, sempre a Bologna. Questa sarà, dunque, la seconda sede della Ducati. Sono altresì convinto che la vicinanza tra i fratelli Ducati e Guglielmo Marconi li spingesse a mantenere la loro attività il più vicino possibile con il centro della città.

La casa dei fratelli Ducati a Bologna in Via Guidotti nel 1926
La casa dei fratelli Ducati, dove i fondatori dell’omonima azienda portavano avanti la loro attività prima del 1935.

Questo fino al 1932, quando la crescita dell’impresa dei Ducati li pone di fronte alla consapevolezza che va ad ogni costo individuata una zona dove poter far sorgere una sede con delle caratteristiche adeguate.

Si cercava infatti un’area strategica dal punto di vista geografico, che permettesse un facile trasporto delle materie prime in ingresso e del prodotto finito in uscita, che offrisse la dovuta superficie per allestire tutte le strutture necessarie e che permettesse anche l’inclusione di una sorta di piccolo villaggio teso a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, che all’epoca ammontavano già ad oltre 4000, anche se è difficile fare una stima precisa.

Fu così che, il 1 giugno del 1935, – spiega Lodi – fu posata la prima pietra della fabbrica dove siamo in questo momento. All’epoca, Borgo Panigale non era una città, come oggi, ma una piccola frazione, che assunse la denominazione di quartiere un paio d’anni dopo l’insediamento della Ducati. La location che i fratelli bolognesi scelsero era esattamente individuata dall’incrocio tra la Via Emilia e quella che un tempo si chiamava Via Maranese, oggi appunto Via Antonio Cavalieri Ducati in onore del padre dei due fratelli, morto un anno dopo la nascita dell’azienda.

Spazi dedicati ai dipendenti Ducati: la mensa e la sala riproduzioni, oltre alla squadra di Volley
Sopra: la mensa aziendale all’interno dello stabilimento del 1935 e la squadra ufficiale di pallavolo della Ducati. Sotto: la sala proiezioni. All’interno dello stabilimento, negli anni Trenta, erano presenti svariate strutture, tra cui addirittura un asilo nido

Per meglio comprendere l’importanza strategica della scelta di Borgo Panigale, bisogna innanzitutto ricordarsi che all’epoca di cui stiamo parlando, in Italia, non esisteva ancora l’autostrada.

Dunque, lo snodo della Via Emilia, che parte da Piacenza e arriva fino a Rimini, consentiva di spostarsi verso Milano o Torino, oppure verso Ancona, o ancora verso Firenze, attraverso la via Porrettana. Si trattava, insomma, di una collocazione logisticamente perfetta.

Va anche detto che, all’epoca della sua realizzazione, lo stabilimento aveva l’accesso proprio sulla via Emilia e non, come adesso, su Via Ducati.

Il famoso ingresso che è stato fotografato con tutti i dipendenti ordinatamente disposti davanti – prosegue Lodi – esiste tutt’oggi, ma è nascosto da un altro edificio, sorto in un secondo momento, che oggi appartiene all’Intendenza di Finanza. Inizialmente, infatti, quest’ultimo fu realizzato come ampliamento dell’azienda stessa, che aveva bisogno sempre di maggiori spazi dovuti alla costante crescita della produzione di componenti elettrotecnici. Non bisogna dimenticare che nel periodo tra gli anni Trenta e Quaranta, per volontà di Mussolini, veniva data grandissima importanza a tutto ciò che rappresentava la tecnologia in Italia. E’ in questo periodo che Balbo compie la sua storica traversata, che nasce l’Istituto Luce e molte altre realtà importanti del nostro Paese. Questo, naturalmente, non significa che i fratelli Ducati avessero certi pensieri politici. In realtà, loro come tutti gli industriali italiani si comportarono in base a delle necessità.

Posa della prima pietra dei nuovi stabilimenti nel Giugno 1935
Questa straordinaria immagine è stata scattata il 1 giugno del 1935 e rappresenta la posa della prima pietra della fabbrica di Borgo Panigale, la stessa sede dove la Ducati opera tuttora. Notare che sul cubo di cemento compare il marchio “Ducati SSR”, che stava per Società Scientifica Radiobrevetti, visto che di moto si parlerà solo nel dopoguerra.

Poi, Livio ci svela un dettaglio che neppure noi avremmo mai immaginato, vale a dire che in un determinato periodo della storia di questa azienda esistevano altre due fabbriche Ducati oltre a quella di Borgo Panigale!

L’azienda si stava infatti ingrandendo con una tale rapidità che i quattro capannoni aggiunti alla sede centrale non giovarono che a livello marginale ai bisogni della produttività. Ecco che nacquero altri due stabilimenti del tutto identici a quello realizzato nel 1935, uno a Bazzano e l’altro a Castellano.

Credo che siano stati entrambi recentemente abbattuti, – spiega Lodi – o che ne siano rimaste poche tracce. In ogni caso, è vero: c’erano altre due Ducati, decentrante rispetto a Borgo Panigale seppure non molto distanti. Furono probabilmente le visite del principe ereditario prima, di Mussolini poi e infine del Re d’Italia a dare ancora maggior impulso all’azienda, che riceveva costantemente tantissime commesse sia a livello di produzione civile che per scopi militari, tanto da aver bisogno sempre di maggior spazio.

 

Foto archivio Ducati per gentile concessione di Livio Lodi

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