Prova della Hypermotard M&M

Prova della Hypermotard M&M

Il risparmio di peso ottenuto è evidente, soprattutto perché ha riguardato le zone che contano di più ai fini della maneggevolezza.

Lo scopo della M&M Design è quello di dare un’interpretazione stilistica personale di alcuni modelli Ducati, accompagnata da un alleggerimento sensibile grazie all’utilizzo della fibra di carbonio, tecnologia messa a disposizione dal suo partner Carbon Dream.

Così, dopo aver visto e commentato i risultati di questa filosofia sulla Multistrada, attraverso una special dai toni avveniristici (telecamera davanti e dietro, possibilità di registrare video in movimento e altre funzioni collegate alla presenza di un disco rigido a bordo del mezzo), ecco adesso un altro prodotto di questa applicazione, ottenuto sulla base della ancora più moderna e performante Hypermotard 1100.

hypermotard
Lo scarico basso di tipo due in uno e il telaietto posteriore in fibra di carbonio strutturale sono gli elementi che caratterizzano maggiormente questa Hypermotard trasformata dall’azienda toscana con il supporto tecnico di Carbon Dream.

Stavolta i Kg in meno rispetto all’allestimento standard sono ben 13,5, che, rapportati a una potenza di poco superiore ai 90 Cv, visto che la parte meccanica non è stata toccata, denotano caratteristiche di guida molto interessanti.

Al di là di questo, la moto si presenta in una veste decisamente accattivante, con forme che riprendono quelle del modello di serie, ma che ne enfatizzano l’aggressività, sia a livello di linee che di cromatismo, con la nera trama della fibra di carbonio a fare da elemento dominante, interrotta soltanto da dei piccoli fregi tricolore, a sottolineare la paternità tutta italiana del progetto.

A distinguersi nella sua globalità è senza dubbio il telaietto monoscocca in carbonio autoreggente, realizzato grazie all’esperienza e al supporto dell’ufficio tecnico della Carbon Dream.

Negli stessi ingombri, infatti, sfruttando gli attacchi di serie, la struttura viene a pesare solo 1350 grammi, contro i quasi 4 Kg dell’elemento in tubi d’acciaio, pur continuando a poter trasportare anche un eventuale passeggero! Essendo posizionato così in alto, poi, si capisce immediatamente quanto importante sia un alleggerimento di questo tipo a livello di maneggevolezza del mezzo.

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A garantire l’affidabilità di questo componente, poi, ci penseranno i severi collaudi di Alessandro Ceccarelli, secondo classificato nel Ducati Desmo Challenge 2008 classe Hypermotard, che porterà sia in prova che in gara tutto il kit messo a punto dalla M&M.

A differenza del primo progetto su base Multistrada, infatti, in questo caso non verrà allestita una moto intera, ma gli interessati potranno acquistare i pezzi presenti sull’esemplare visto in anteprima al Salone di Milano 2008 sia in blocco che singolarmente. Questi sono perfettamente intercambiabili con gli originali e possono essere installati anche con il telaietto posteriore di serie e comprendono, oltre alla già citata struttura reggisella, i fianchetti posteriori, le piccole tabelle portanumero laterali, la cover del serbatoio (che integra anche la protezione per il blocchetto di accensione) e della pompa della benzina (posta sotto alla sella), i fianchetti anteriori (con indicatori di direzione integrati), i paramano, il parafango posteriore, la calotta della luce di stop, i copristeli della forcella, i coperchi delle cinghie di distribuzione, del pignone e della frizione, i battitacco e il gruppo mascherina-parafango anteriore (il prezzo del kit o dei singoli componenti è disponibile, a richiesta, scrivendo a mor.sandro@libero.it, visto che la società si è da poco sciolta).

Le uniche parti relative al motore che sono state cambiate riguardano l’impianto di scarico, che adesso è un QD di tipo due in uno con terminale in titanio e fondello in magnesio, anch’esso presentato in veste di novità assoluta all’ultima edizione dell’Eicma.

Grazie a quest’ultimo e al telaietto posteriore di nuova foggia, la moto appare decisamente più corta, esaltando l’agilità della ciclistica, dote che tanta parte ha avuto nel successo commerciale di questo modello. Alla sua piacevolezza estetica contribuisce anche il significativo restyling della parte anteriore che, utilizzando una similitudine con il mondo animale, hanno trasformato la Hypermotard da papera a rapace, e alcune finezze cromatiche quali la verniciatura in nero dei supporti delle pedane. Resta solo da scoprire se questo cambiamento si è sviluppato a livello dinamico oltre che estetico.

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A sx: le forme della mascherina e del parafango sono adesso più aggressive. Notare anche gli indicatori di direzione anteriori integrati nei fianchetti e gli specchietti retrovisori di tipo tradizionale, anziché integrati nei paramano. A dx: il telaietto posteriore in carbonio ha una forma compatta che ben si adatta alle linee generali del mezzo ed è arricchito dai due piccoli portanumero laterali.

Come va la Hypermotard M&M

Bisogna innanzitutto precisare che la prova della Hypermotard M&M si è svolta in condizioni a dir poco limite, vale a dire con una temperatura sull’asfalto che superava di pochissimo, laddove non c’erano evidenti tracce di ghiaccio e brina, gli 0 °C.

Il clima oltremodo rigido non ci ha comunque impedito di apprezzare il sensibile alleggerimento operato dalla M&M su una moto che, già come esce dagli stabilimenti di Borgo Panigale, non pecca certo in quanto ad agilità.

L’esemplare protagonista del test è stato allestito a partire dalla versione S, dunque prevede cerchi in alluminio forgiato e pinze freno anteriori monoblocco, come la 1098 nella medesima configurazione.

La posizione di guida è rimasta molto simile a quella di serie, con il piano di seduta posizionato piuttosto in alto, grazie alla presenza della sella Ducati Performance e al manubrio abbastanza basso, che fornisce un appiglio non proprio intuitivo.

Rispetto alla precedente realizzazione dell’azienda toscana, questa Hypermotard appare più bilanciata: l’inserimento in curva ha mantenuto caratteristiche di intuitività tali da rendere il mezzo molto facile, oltre che estremamente piacevole, da guidare.

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La posizione di guida vede una seduta piuttosto alta con il manubrio, viceversa, abbastanza basso. Una caratteristica alla quale bisogna abituarsi.

Compatibilmente con il ritmo che siamo riusciti a mantenere, ci siamo accorti che per condurre questa special è richiesta davvero pochissima fatica. Ciò invoglia paradossalmente a usare le maniere forti, alla ricerca del limite, ma come abbiamo detto quello dell’asfalto era ben più basso del potenziale del mezzo e, dunque, ci siamo dovuti accontentare!

Di sicuro, la Hypermotard della M&M trae vantaggio dalla sua leggerezza anche nelle fasi di frenata e accelerazione. L’impressione, infatti, è che per mantenere a terra la ruota anteriore quando si spalanca il gas nelle marce basse ci vorrebbe una bella zavorra!

Inoltre, pur essendo omologato, l’impianto di scarico emette un suono assai coinvolgente, soprattutto ai bassi regimi, condito da qualche scoppio in rilascio poco “street legal”, ma sicuramente molto gradito agli appassionati del bicilindrico Ducati a due valvole.

Lo stesso vale per la frenata, che come detto conta sulla stessa dotazione della Superbike della Casa bolognese e come tale bisogna prenderla con le molle.

Tutto ciò fa della special allestita dalla M&M uno splendido “attrezzo da palestra” per divertirsi su strada, sempre ampiamente supportati da un comparto sospensioni all’altezza della situazione che, grazie alla cospicua opera di alleggerimento, potrebbe essere ammorbidito nella taratura, in particolar modo per quanto riguarda la fin troppo solida forcella con steli da 50 mm.

Nel complesso, il telaietto posteriore in fibra di carbonio (oltre all’eliminazione dello scarico originale con silenziatori sotto la sella) è da mettere in preventivo per quanti vorranno sbizzarrirsi con la Hypermotard in pista, visto che migliora sensibilmente il comportamento della moto senza snaturarlo.

Anche chi vuole aggiungere un tocco di esclusività tecnica, oltre che estetica, al proprio esemplare trova nella trasformazione messa a punto dalla M&M una valida risposta, cosa che su un modello sofisticato come la Hyper, dove è tutt’altro che facile intervenire, non è poco.

Foto Giovanni del Bravo

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