La Hypermotard 1100 S cambia d’abito

La Hypermotard 1100 S cambia d’abito

Dal gruppo Style & Performance di La Spezia nasce questa nuova Special che stravolge la Ducati Hypermotard 1100 S, facendola diventare una supermotard.

Ci vuole un bel coraggio a cercare di estremizzare un concetto che già di per sé rappresenta il massimo, almeno in un certo ambito. Nel suo, vale a dire tra le moto di serie, la Hypermotard vanta certamente il rapporto cilindrata/compattezza più alto in assoluto, visto che unisce agli ingombri di una “media” da enduro ben 1100 cc.

Alla Style & Performance, tuttavia, sono abituati alla trasformazione di ciò che è già esteticamente e funzionalmente molto valido in qualcosa di più ed ecco questa incredibile special che, al buio, potrebbe essere addirittura scambiata per una moto da cross!

particolare parte anteriore moto
E’ addirittura difficile riconoscere la parentela con la Hypermotard guardando questa special quanto mai estrema.

Tale è stata l’opera di snellimento delle sovrastrutture che adesso si stenta davvero a credere che un oggetto del genere abbia una cubatura superiore alla Desmosedici RR.

Invece è così, anche se per arrivare al risultato finale non è stato sufficiente montare due staffe supplementari e aggiungere un po’ di fibra di carbonio, come si fa di solito in questi casi. I tecnici della Style & Performance sono partiti da lontano, operando una scelta a priori che li ha visti concentrarsi esclusivamente sul cambio d’abito di questa Hypermotard e su tutto ciò che esso ha comportato a livello tecnico, piuttosto che allargare il raggio d’azione anche al motore e alla ciclistica, dove peraltro avrebbero potuto “giocare in casa” visti i numerosi accessori di loro produzione.

Evidentemente, gli uomini della ditta spezzina devono aver pensato che di cataloghi viaggianti, in giro, ce ne sono anche troppi e che questa doveva essere viceversa una vera special.

Così, sono partiti dai problemi incontrati con una precedente realizzazione su base Multistrada e hanno cercato di risolverli in modo ancora più brillante.

In particolare, uno degli aspetti più complicati riguardava la nuova configurazione del serbatoio del carburante, che doveva necessariamente estendersi fin sotto il parafango posteriore.

particolare telaio posteriore
Grazie al telaietto posteriore scomponibile è stato possibile realizzare un serbatoio in lamiera che “corre” dal cannotto di sterzo fino al parafango posteriore.

telaio posteriore

Nel primo caso, però, erano state realizzate due unità in lamiera collegate tra loro, mentre grazie al fatto che la Hypermotard conta su un telaietto posteriore scomponibile (il quale è stato comunque rifatto di sana pianta) è stato possibile realizzare un serbatoio in un unico pezzo, con la pompa della benzina collocata in una posizione ottimale, a differenza di quanto accadeva sull’esemplare precedente.

Questa mossa ha comportato, però, anche l’eliminazione dell’airbox, che invece sulla “Hyperstrada” era stato mantenuto. L’impianto di alimentazione di questa special respira pertanto attraverso a dei singoli filtri a tronco di cono.

tappo per il carburante
Il tappo attraverso il quale si effettua il rifornimento del carburante.

Per contro, in questo caso è stato possibile installare la batteria dietro il cannotto di sterzo, anziché all’interno del puntale inferiore: collocazione quest’ultima molto scomoda in quanto a ridefinizione dei cablaggi elettrici, ma al tempo stesso vantaggiosa in termini di abbassamento del baricentro.

E’ proprio il bilanciamento dei pesi a distinguere maggiormente questa ex Hypermotard dalla ex Multistrada, come ci spiega Roberto, uno dei tecnici che ha partecipato alla realizzazione di entrambe queste special: “La prima che abbiamo fatto ha una distribuzione della massa migliore, essendo più bassa nella parte centrale. La seconda, invece, ha una guida molto simile a quella di una vera supermotard e questo, all’inizio, può creare qualche disagio. Si tratta di una moto veramente estrema e, come tale, richiede una guida capace, mentre nell’altro caso si rimane davvero stupiti dalla facilità di utilizzo.”

particolare della batteria
Sul primo esemplare realizzato dalla S&P la batteria veniva inserita nel puntale, mentre in questo caso trova spazio dietro al cannotto di sterzo.

Come dicevamo all’inizio, dunque, con la Hypermotard si è cercato un risultato estremo, che andasse oltre le aspettative. Per questo, si è partiti dalla versione S, quella che di serie prevede già un monoammortizzatore Öhlins ultraregolabile, i cerchi Marchesini in alluminio forgiato e le grintosissime pinze Brembo anteriori monoblocco ad attacco radiale, le stesse che monta la 1098. Da segnalare, comunque, il fatto che nell’operare le varie modifiche, i tecnici S&P sono stati attenti a fare in modo che quest’ultime fossero sempre, per quanto importanti, perfettamente reversibili.

Dunque, grazie soprattutto alla presenza del telaietto posteriore scomponibile, non si è andati a intaccare la struttura principale del mezzo, ma si è basato il tutto sullo sfruttamento degli attacchi preesistenti.

L’unico pezzo che non risponde a questo presupposto è la mascherina del faro, che è stata tagliata per separarla dal parafango anteriore, il quale è stato a sua volta sostituito con un’appendice artigianale in fibra di vetro realizzata, pensate un po’, a partire dal codone aftermarket di una 999. Rispetto alla precedente realizzazione della ditta spezzina, il parafango posteriore è in questo caso un po’ più corto, in modo da richiamare le forme proprie delle supermotard.

Adesso questa special si guida come una vera supermotard, con il peso tutto spostato sulla ruota anteriore.

Di conseguenza, è stato modificato anche il serbatoio sottostante, che ha il tappo di rifornimento proprio sul parafango stesso.

Nonostante le misure estremamente compatte che caratterizzano la moto, la capacità di questa special è inferiore a quella del modello di serie soltanto per un litro di carburante, vale a dire un totale di 11 litri contro i 12 della Hypermotard originale.

Naturalmente, tutti i vari interventi hanno determinato un notevole risparmio di peso che, pur non essendo stato calcolato esattamente, dovrebbe aggirarsi sui 40 Kg!

Inoltre, uno dei principali vantaggi dovuti alla struttura posteriore scomponibile (rispetto a quella fissa della prima versione su base Multistrada) consiste in un’accessibilità meccanica nettamente superiore,
come conferma lo stesso Massimo, uno dei soci della Style & Performance.

Nonostante ciò, il primo esemplare ha richiesto circa 300 ore di manodopera, mentre per questo ne sono bastate 150. I tecnici liguri, comunque, non se ne staranno molto con le mani in mano, in quanto hanno già altri cinque ordini da soddisfare.

Al momento, infatti, non sono previsti dei kit che permettono di allestire una Hypermotard o una Multistrada come questa special, dunque si deve necessariamente lasciare per qualche tempo la propria moto presso l’officina della Style & Performance se si desidera ottenere un risultato similare.

Va da sé, inoltre, che in fase di realizzazione è possibile attuare tutte le variazioni del caso, vista la natura strettamente artigianale dell’opera di trasformazione necessaria.

scarico con terminale doppio
Sopra, lo scarico con terminale a doppia uscita rivolto verso l’alto della Laser. Sotto, la parte grafica e la verniciatura, molto curate e ben eseguite, sono opera della TP Design di Marina di Carrara.

parte grafica e verniciatura moto

“Se si fosse trattato di una moto giapponese – spiega Massimo – non avremmo mai intrapreso una simile iniziativa. Una trasformazione così radicale richiede un cliente motivato da una fortissima passione e solo Ducati possiede questo tipo di personaggi. Gente disposta a investire cifre considerevoli sulla propria moto, pur consci del fatto che un domani, nel caso fossero intenzionati a rivenderla, si vedranno offrire una cifra proporzionata a quanto hanno speso complessivamente.”

Sarebbe comunque un errore pensare che le varie procedure necessarie per ottenere più o meno lo stesso risultato siano esattamente le stesse sia nel caso della Hypermotard che in quello della Multistrada.

“Ci sono dei particolari, – è ancora Massimo a parlare – come la pompa della benzina o il sensore della riserva, che sulla Hyper hanno ingombri già compatibili con le nostre necessità, mentre sulla Multi non è così. Il problema è che l’impianto elettrico delle due moto non è intercambiabile, dunque bisogna arrangiarsi un po’ e adattare i componenti di serie.”

Un altro esempio di questo tipo arriva dal forcellone, che sull’esemplare in questione è rimasto di serie, mentre su quello precedente era stato sostituito con l’unità monobraccio in tubi di un Monster S4R: anche questa modifica richiese una discreta mole di manodopera per effettuare, a regola d’arte, tutti gli adattamenti del caso.

Infine, è stata messa mano all’impianto di scarico, che prevede i collettori di serie, compreso il catalizzatore, e la parte terminale della Laser. Quest’ultima è caratterizzata da un’uscita sdoppiata, composta da due silenziatori in acciaio piuttosto corti e sparati verso l’alto, fin quasi a lambire le pedane del passeggero.

Questa scelta dona ancora maggiore aggressività alla moto nel suo insieme, che come detto risulta davvero simile a una vera supermotard, senza contare che, per quanto riguarda le prestazioni, quelle sono almeno il doppio!

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