Panigale 1299 S, solo sesso o anche sentimento?

Panigale 1299 S, solo sesso o anche sentimento?

Di Alessandro Bianchi. Sarà sbagliato e per molti addirittura considerato irriverente e fuori luogo provare istinti o sentimenti nei confronti di mezzi meccanici privi di vita ed anima. Infatti molti si chiederanno come può un agglomerato di plastiche e metalli con due ruote stimolare o suscitare desideri e pulsioni che notoriamente appartengono alla sfera delle […]

Di Alessandro Bianchi.

Sarà sbagliato e per molti addirittura considerato irriverente e fuori luogo provare istinti o sentimenti nei confronti di mezzi meccanici privi di vita ed anima. Infatti molti si chiederanno come può un agglomerato di plastiche e metalli con due ruote stimolare o suscitare desideri e pulsioni che notoriamente appartengono alla sfera delle relazioni interpersonali di noi umani ??

Bè per dare una risposta esaustiva, giustificata da validi motivazioni, bisogna partire da due presupposti, il primo, sicuramente il più importante, ovvero quello di essere smodatamente e patologicamente appassionati delle due ruote, il secondo, trovare il mezzo giusto in grado di stimolare la nostra ghiandola pineale capace di portare la nostra percezione a livelli sensoriali superiori, tali da provocare” il risveglio!”, ossia quel turbinio scellerato di sentimenti , sensazioni e desideri che normalmente si addicono agli umani .

Nel mio caso uno dei mezzi che mi ha portato alla sublimazione del godimento è stata la Ducati Panigale 1299 S. Una rara bellezza totalmente fuori dai canoni classici. Mi colpì la prima volta vederla così piccola e compatta, dotata di forme sinuose ma al tempo estreme, volte ad esprimere forza e potenza concentrate nelle sue dimensioni minimali, con fianchi strettissimi da renderla maledettamente sexy ed un codino appuntito mai visto prima, il gommone 200/55 che svettava grosso ed imponente quasi sproporzionato per quella siluette perfetta e minuta.

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Una meraviglia per i miei occhi, al punto di pensare di volerla portare a casa anche la sera, infilandola nell’ascensore alzando la ruota davanti, come facevo quando ero piccolo con la bicicletta.

Invece per gli stimoli e le sensazioni, vorrei solo far presente che quando ci si siede in sella il cilindro posteriore della 1299 è esattamente posizionato nel bel mezzo delle nostre gambe (non so se Ducati lo abbia fatto scientemente ), e una volta messa in moto, si viene subito scossi dal pulsare del cilindro, che, data la posizione strategica, trasmette alla perfezione ogni pistonata del poderoso propulsore.

Le profonde vibrazioni partendo dalla zona sacrale risalgono per i reni, la schiena e si ripercuotono fin dentro il petto facendolo risuonare come una cassa armonica; sembrerebbe con l’intento di volerti coinvolgere in un tutt’uno con un mezzo che vive e chiede la tua interazione.

Vi garantisco che qui anche la percezione sensoriale è ai massimi livelli, non si limita al solo piacere del sound e della guida, ma c’è anche un aspetto rivolto alla sfera della fisicità che viene chiamata in causa in maniera preponderante. Ovviamente premetto che l’ho avuta da subito con il completo Akrapovic, che ha contribuito notevolmente ad amplificare la vera timbrica del motore, oltre che le prestazioni, abbattendo notevolmente il calore prodotto, quasi da renderla vivibile anche nei contesti urbani in estate. Una moto insomma che oserei definire carnale e passionale proprio per il coinvolgimento che riesce a generare, travolgendoti letteralmente sia nella guida che nelle sensazioni.

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Agilissima, con una ciclistica appuntita e precisa come un rasoio, è capace di generare emozioni e scariche di adrenalina senza soluzione di continuità, il motore vissuto dal sottoscritto solo su strada, è superlativo, ma anche godibilissimo ai bassi regimi, permettendoti di passeggiare tranquillamente con consumi assolutamente contenuti per un mezzo di dette prestazioni.

Capace di danzare volando tra le curve, riesce a girare stretta anche nei tornantini più infimi e accarezzando dolcemente il motore sul filo della coppia, divora qualsiasi percorso con la leggerezza di una libellula, chiudendo ogni curva con estrema facilità. Semplicemente meravigliosa, crea sin da subito una forte dipendenza che ne provoca l’abuso .

I dati d’altronde parlano chiaro: 205 cv e 144 Nm di coppia su un bicilindrico a corsa corta con un peso di 166 kg sono il suo biglietto da visita. Ma per chi crede che il suo habitat sia solo la pista sbaglia di grosso, infatti, contrariamente a quel che sembrerebbe, la seduta in sella risulta comoda, il busto non è troppo caricato in avanti e la triangolazione non è assolutamente estrema, con il risultato di poter percorrere parecchie ore in sella senza stancarsi…….. ed ecco comparire come per magia l’altra faccia di questa creatura che d’improvviso riesce ad abbandonare la propria carnalità in favore di un lato sentimentale che magicamente propende anche per magnifiche uscite, finalizzate al puro godimento del passeggio, dove inaspettatamente la brutalità e la forza di questo mezzo riescono a plasmarsi trasformandosi in dolcezza e linearità, procurando immenso piacere in una guida fluida e scorrevole che non avresti mai immaginato poter essere possibile, considerando specialmente il marchio della sua indole e la sua fama.

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Questa è la mia premessa sulla Panigale 1299 S che mi ha letteralmente ammaliato portandomi ad usarla, oltre che nelle adrenaliniche sparate per i passi, anche in uscite giornaliere di 600 km, al pari di una moto da gran turismo !! Spesso ci sono andato al mare o al lago a fare il bagno, o solo anche a guardare i panorami .

Inoltre con un comodissimo kit di borse laterali della SW Motech, peraltro ben proporzionate e neanche brutte, sono riuscito a viverne appieno l’aspetto più turistico/sentimentale, con grande godimento. Tant’è che alla fine decisi di farci un viaggetto con mio figlio, allora quattordicenne, direzione Germania e più precisamente il lago di Costanza, passando per Svizzera ed Austria.

Il viaggio in autostrada con la Panigale 1299 S

Parto con la premessa che viaggiare in autostrada con una supersportiva contrariamente a ciò che possa sembrare, non è affatto male, infatti grazie al suo enorme potere prestazionale, sovradimensionato per un uso stradale, si scorre ad un filo di gas tranquilli tra 160/170 km/h senza prendere un filo d’aria (grazie anche ad un plexiglass maggiorato), con una sicurezza che una Tourer non sarà mai in grado di trasmettere.

Accompagnati dal solo sospiro del motore che gira sornione in tutta tranquillità, si divorano i km con un senso di assoluta leggerezza e facilità. Considerate però che ho sempre preferito attestarmi intorno ai 130/140 km/h, per un motivo legato principalmente ai consumi. Infatti il serbatoio della Panigale porta 15,5 lt di cui 4 di riserva.

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Andando costante riuscivo a fermarmi per i rifornimenti ogni 200 km circa, niente male per un bombardone da 1300 cc. Per quanto riguarda il fattore comodità personalmente mi sono trovato benissimo, la posizione inclinata in avanti l’ho trovata addirittura comoda, specialmente se appoggiavo il petto sulla borsa da serbatoio.

Inoltre la posizione eretta l’ho sempre mal sopportata, andando a sovraccaricare reni e schiena provocando fastidiosi indolenzimenti . Mio figlio invece ha avuto qualche problema con il sellino, tant’è che dopo i primi 200 km, quando ci fermammo al distributore, causa chiappe doloranti era quasi indeciso se continuare o meno !!

Ma poi si sa come sono fatti i ragazzi, dopo una bibita fresca un panino al volo e sentendo il roboante borbottare del cinghiale al minimo, eravamo di nuovo in sella.

Al distributore successivo abbiamo comperato un cuscino da campeggio da mettere sotto alle terga del giovane eroe per l’insorgenza di un paio di vesciche !! Poi però tutto è andato bene fino a Meersburg ( Germania ), destinazione finale.

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Morale della favola siamo partiti la mattina presto da Roma e siamo arrivati sul lago di Costanza verso le 17,00 abbiamo percorso più di 900 km senza particolari sforzi . L’unico problema è stato all’inizio il sellino passeggero troppo piccolo e duro . Per il resto è stato un viaggio bellissimo, accompagnati costantemente dal rombo rauco e stentoreo del motore che girava in tutto riposo.

Abbiamo tagliato velocemente l’Italia fino ad arrivare finalmente al confine, dove le strade di montagna e i paesaggi mozzafiato hanno preso il posto della monotona autostrada . Lì cè stato un risveglio generale, il pompone ci ha fatto godere da matti mettendo tutto il sentimento e l’armonia nell’attraversare quei magnifici passi Alpini dando il meglio di sé, in un connubio di natura, colori e profumi.

Altro aspetto degno di nota, sono le gomme , per l’occasione avevo montato le Continental Race Attack 2, gomma con chiara vocazione sportiva, ma contrariamente a ciò che si potrebbe credere, con una guida fluida e se non portate a temperature di esercizio elevate, ovvero in contesti race, il loro consumo è irrisorio, infatti abbiamo percorso un totale di circa 2500 km senza averle minimamente “spiattellate” o consumate in maniera anomala, infatti dopo il viaggio ho scorrazzato ancora per i passi per altri 2000 km circa.

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Il giorno della partenza siamo stati accompagnati dalla pioggia fino al confine con l’Italia, ed anche qui il comportamento del mezzo è stato egregio, trasmettendo sempre sicurezza e grande appoggio senza dar mai cenni di perdite di aderenza, d’altronde il pacchetto elettronico di cui è fornita è ai massimi livelli in termini di efficienza e funzionalità.

Inoltre le sospensioni semiattive Ohlins, hanno fatto veramente la differenza, il sistema Mechatronic, offre al pilota sempre la condizione ottimale in funzione dello stile di guida e del percorso, garantendo una scorrevolezza inaspettata per una sportiva anche su manti sconnessi.

Inoltre altro punto a favore sta nella possibilità di cambiare in tempo reale con un semplice pulsante l’intervento del controllo di trazione addirittura curva dopo curva !! Ossia, se come successo salendo per i passi l’asfalto diventava sporco, bastava con il pulsante regolare la soglia di intervento del DTC, cosa che ho trovato di una grande utilità a tutela delle sicurezza.

In conclusione la mia esperienza con la Panigale 1299 è stata forse la più coinvolgente ed in termini di utilizzo la più completa, grazie al suo lato travel/sentimentale nascosto, ma che una volta scovato è stato capace di regalare la quasi totalità del godimento vissuto a 360°.

Il viaggio fatto con mio figlio è stato e rimarrà un’esperienza bellissima, accompagnata da un mezzo speciale che è stato capace di regalarci sensazioni di una rara bellezza grazie ad un perfetto connubio tra moto e natura !!!

Buona strada a tutti biker’s !!!!!

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

Questo articolo ha un commento

  1. marco

    ma tipo calore nell uso quotidiano?
    grazie

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