La Hypermotard nel Ducati Desmo Challenge 2008

La Hypermotard nel Ducati Desmo Challenge 2008

Dopo tre anni in sella a moto carenate (996 e 748), Massimo Barilati ci racconta come si trova a correre con la Ducati Hypermotard.

Massimo Barilati ci racconta la sua esperienza in sella alla Hypermotard nel Ducati Desmo Challenge 2008.

“La Hypermotard è arrivata sul mercato con un grosso carico di novità. Come se non bastasse, poi, l’inserimento di questo modello all’interno del Ducati Desmo Challenge 2008, vale a dire il trofeo dedicato alle moto di Borgo Panigale, ha ulteriormente aumentato l’interesse intorno a lei.

Per quanto mi riguarda, infatti, non mi sono lasciato scappare questa possibilità, dopo che nei primi tre anni avevo partecipato con una 996 R e con una 748 sotto le insegne del Team Cattive Compagnie di Torino, e devo dire che ho fatto bene. In pista, la Hypermotard ha un comportamento piuttosto strano, almeno sulle prime. Diciamo che all’inizio non si capisce subito quale sia lo stile di guida giusto per condurla e si fatica un po’ a “sentire” la moto. Poi, si impara a conoscere quali sono le sue reazioni e il modo per scegliere la messa a punto migliore, ottenendo un mezzo facile, comprensibile e anche molto veloce.

I tempi sul giro dimostrano come ci sia stato un progressivo miglioramento da quando è iniziato il campionato, anche se è chiaro che a livello di allungo la Hypermotard non può vantare le stesse prestazioni di una moto carenata.

L’aerodinamica gioca per forza di cose a suo sfavore, ma nelle curve a medio e corto raggio la velocità di percorrenza di questa Ducati risulta davvero notevole.

Nel mio caso specifico, un grande beneficio l’ho avuto installando delle pedane particolari, sviluppate appositamente dalla RCM di Noventa Vicentina, che risolvono il problema della luce a terra soprattutto per i piloti di taglia “large” come me.

Con questa configurazione posso finalmente piegare in tranquillità senza timore che le pedane tocchino l’asfalto e, soprattutto, riesco anche ad accelerare in anticipo rispetto a prima.

E’ chiaro che, rispetto a una supersportiva, la moto si muove di più, visto che le sospensioni hanno un’escursione maggiore, ma ciò non crea particolari problemi una volta che si sono effettuate le regolazioni del caso.

Non saprei dire se questo modello si adatti più alle piste strette, tipo kartodromo, o a quelle più veloci, visto che i piloti più forti del Challenge hanno dimostrato di poter ottenere ottimi riscontri cronometrici in entrambe le situazioni e indipendentemente dai loro trascorsi. Ci sono infatti persone che vengono dal fuoristrada, altri dalla velocità e perfino gente che correva nel Supermotard.

Il livello del campionato è discreto, anche se il numero dei partecipanti alla categoria Hypermotard non è elevato. Probabilmente, il prossimo anno vedremo più moto al via in virtù dell’ottima esperienza maturata in questa stagione.

Tra le altre cose, devo dire che in versione da Trofeo la Hypermotard è anche molto bella ed è spesso tra le moto più fotografate del paddock nella sua livrea rossa e nera con le tabelle portanumero e il codone monoposto affiancato sulla destra dal silenziatore dell’impianto di scarico Termignoni due in uno.

Per la mia attività agonistica, vorrei ringraziare Ducati Torino, nella persona di Mauro Bertotti, per avermi messo a disposizione la moto e la ditta Bucci, che mi ha fornito la frizione.”

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