Grit, la moto che ha vinto il Ducati Garage Contest

Grit, la moto che ha vinto il Ducati Garage Contest

Grit, la moto che ha vinto il Ducati Garage Contest. Un progetto che punta tutto sulla fantasia e l’originalità.

Colpo vincente: un progetto che punta tutto sulla fantasia e l’originalità.

Il progetto nasce circa due anni fa, nel luglio 2014, visto che in garage avevo una Supersport 900 che utilizzavo in pista per puro divertimento; purtroppo, visto che il tempo a disposizione per girare in circuito era praticamente sparito, la moto rimaneva inutilizzata per lunghissimi periodi.

Inizialmente, la mia prima idea fu quella di venderla per ricavare qualche soldo da utilizzare per migliorare le altre mie moto; purtroppo, ricevetti solo offerte ridicole. D’accordo, la moto esteticamente era un po’ bruttina, ma montava comunque una forcella Showa elaborata dalla Oram, un mono della Öhlins, dei bellissimi cerchi in magnesio Marchesini provenienti da una 888 Sbk, scarico racing, frizione antisaltellamento della Ducati Performance, corpi farfallati della ST2, impianto elettrico semplificato e centralina proveniente da una 916: insomma, l’avrete capito, una vera e propria special da pista!

Già nella scelta cromatica si evidenzia la volontà di percorrere nuove strade: il colore utilizzato per il telaio è un arancione perlato triplo strato, mentre serbatoio e codone hanno una parte arancione perlato e una parte di alluminio spazzolato, il tutto rifinito da una piccola filettatura nera. Il motore è stato verniciato in nero goffrato con la colorazione rimossa dalle alette delle teste e da tutte le superfici esposte, nonché dalle scritte in modo tale da rendere visibile a prima vista l’alluminio naturale.

A un certo punto, prendo la decisione che, se entro la fine di quell’anno non l’avessi venduta, l’avrei trasformata in una bella Cafe Racer: poche modifiche, spesa contenuta e, visto che vanno di moda, sicuramente più facile da vendere.

Preso da questo progetto, inizio a navigare su internet per prendere spunto e cercare qualcuno che fosse capace di realizzare quei particolari che solitamente gli altri semplicemente acquistano su un catalogo.

Così, dopo qualche mese, conosco Simone Conti: prendo i contatti, attendo che si liberi dai progetti che stava seguendo, quando finalmente, nel marzo 2015, mi comunica la sua disponibilità per valutare il progetto e iniziare la collaborazione; come ho già detto, l’idea iniziale era quella di fare una cosa semplice ed economica, ma dato l’estro di Simone e la mia pazzia totale per le moto, nasce spontaneo il desiderio di realizzare qualcosa di veramente speciale, diverso dal solito. Dopo circa 3 mesi di lavoro di Simone, una marea di messaggi, telefonate e foto delle modifiche fatte, a fine luglio vado da lui a ritirare la moto: era veramente bella, anche se ancora in una fase embrionale. Appena vista, il cervello ha iniziato a frullare e quello che doveva essere una Cafe Racer stava per diventare qualcosa di diverso e personale.

La moto era stata radicalmente modificata in tutte le sue parti, partendo dal taglio del telaio posteriore, per poi procedere con la realizzazione di un nuovo telaietto rimovibile in alluminio. Si è proseguito con la realizzazione ex novo di un serbatoio in alluminio con codino integrato, cosi da realizzare una monoscocca unica e innovativa.

Dopo di che è stato realizzato un nuovo supporto batteria e una nuova scatola di recupero per i vapori olio integrata nel telaietto posteriore, il tutto rigorosamente in alluminio.

Da Simone, faccio poi la conoscenza di Samuel, un suo caro amico che lavora con le macchine a controllo numerico, con il quale, dopo pochi minuti, siamo già davanti alle piastre di sterzo originali con in mano un pennarello per evidenziare tutte le modifiche da farci.

Si arriva così a settembre dello scorso anno, la moto c’è, ma le idee sono ancora un po’ confuse sul suo aspetto estetico: l’unica cosa certa era che tutta la parte bassa della moto doveva essere verniciata in nero goffrato (un colore spettacolare che mi ha sempre fatto impazzire); per le sovrastrutture, invece, decido di seguire il consiglio del mio carrozziere, Emanuele, ovvero di usare un originale arancio Lamborghini: inizialmente ero un po’ scettico, ma alla fine mi convinco visto che tutti gli altri colori erano talmente così visti che la moto avrebbe perso in originalità.

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l motore è quello della SS 900 con radiatore maggiorato, lavorazioni di teste, volano e albero motore, la frizione è di tipo antisaltellamento Ducati Performance, lo scarico in titanio è artigianale, la trasmissione finale è passo 520 con corona personalizzata. Il forcellone in alluminio è quello della SS 1000, cerchi in magnesio di provenienza 888 SBK con pneumatici da 120/70/17 e 180/50/17.

A questo punto, il difficile era trovare la giusta veste: dopo notti insonni a pensare su come verniciarla, e grazie ai fidati consigli del mio amico Cristian di non nascondere quel capolavoro di serbatoio monoscocca, ho l’illuminazione di realizzarlo con parti in alluminio a vista bordate di nero in linea con il resto della moto.

Di pari passo, procede la messa a punto del motore, con una completa revisione e la sostituzione di tutti i paraoli, cuscinetti e bronzine; il volano viene alleggerito, le teste lucidate, le sedi valvole controllate e rettificate, installando infine una frizione Ducati Performance antisaltellamento e un radiatore realizzato su mie specifiche da RC Racing.

L’impianto frenate è di provenienza da una Ducati 999 S, con pompe freno e pinze anodizzate di colore nero, con la scritta Brembo in argento per farla risaltare.

È novembre, la moto è in mille pezzi, il motore completamente smembrato per la verniciatura, mentre iniziano ad arrivare le piastre e gli altri particolari.

Non nascondo che mi sarebbe piaciuto partecipare al concorso della rivista Ferro organizzato in occasione del Motor Bike Expo, ma mi sono dovuto arrendere al fatto che i tempi a disposizione erano troppo ristretti; ecco che allora decido di prendere parte al Ducati Garage Contest organizzato in occasione del WDW che si è svolto lo scorso luglio: l’obiettivo è ambizioso, a quel punto devo per forza realizzare qualcosa di unico e originale.

Inizia la ricerca di fornitori e la fortuna mi viene in aiuto: proprio dietro casa c’è la Micro Word, azienda specializzata nella realizzazione di meccanica di precisione: devo confessare che a questo punto ho perso il controllo della situazione, in quanto gli commissiono praticamente tutto quello che si può realizzare in titanio. Poi mi affido a una ditta artigianale per la realizzazione della sella, e alla SP Suspension per la messa a punto della forcella; per concludere l’opera, entra in azione il mio fidato ricambista Fausto Mattei, dal quale mi rifornisco di tutti gli accessori che mancano.

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Semplicemente stupefacente il lavoro effettuato sui collettori di scarico, ma è molto originale anche il taglio del terminale. I semi manubri e tanti altri particolari provengono dal catalogo della Kbike, la strumentazione è composta dal tachimetro digitale Daytona, tipico delle Cafe Racer, incastonato all’interno della piastra appositamente realizzata, che ospita anche le varie spie. Alla sospensione posteriore ci pensa un Öhlins proveniente da una SS 1000 S, completamente revisionato, con la molla verniciata in colore nero e il serbatoio di espansione anodizzato sempre in nero.

A questo punto, ritirati i pezzi dal carrozzerie e dai vari artigiani, con l’aiuto di Gianluca Azzocchi, proprietario del Service Ducati Appia, inizia la fase di assemblaggio, iniziando con il motore, passando poi alla realizzazione del nuovo impianto elettrico, che è stato notevolmente ridimensionato visto che lo spazio a disposizione era diminuito notevolmente.

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Riassemblata la prima parte della moto il tutto viene portato da Ajko che realizza, come da sua ammissione, il suo capolavoro, quello scarico in titanio che non passa certo inosservato e che lascia a bocca aperta. Il risultato finale è sotto i vostri occhi, frutto di quasi due anni di lavoro e di tanta passione.

Secondo me si tratta di una moto originale, che si distacca notevolmente da quanto viene usualmente proposto, sia per aspetto estetico che per il numero e la qualità degli interventi tecnici effettuati; insomma, sono molto soddisfatto di questa moto che ho chiamato Grit.

Per fortuna, non sono il solo ad essere contento del risultato, infatti Grit ha vinto il primo premio al Ducati Garage Contest, sia come voti raccolti dagli appassionati presenti al raduno, sia dalla giuria specializzata composta dai piloti Davide Giugliano, Danilo Petrucci e Eugene Laverty: inutile nascondervi che è stata una grandissima soddisfazione!

Foto di Paolo Grana

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