Aspettando Valentino in Ducati: parola agli ex piloti

Aspettando Valentino in Ducati: parola agli ex piloti

Abbiamo raccolto tanti autorevoli pareri, da parte di ex piloti, su quello che sarà il possibile scenario relativo a Rossi e Ducati nel 2011.

Non possiamo altro che fantasticare, immaginare, discutere. Non possiamo fare altro che aspettare. La Ducati e Valentino Rossi: ne abbiamo parlato prima che la “Rossa” e “The Doctor” fossero saldati in un binomio certo, ne abbiamo parlato dopo i comunicati ufficiali e ne parleremo ancora.

Al momento in cui scriviamo il campionato non è finito, dovranno passare i primi mesi a motori spenti e poi, finalmente, ci saranno i primi verdetti dei test invernali. Gli appassionati, della Ducati o no, di Valentino o no, aspettando, non fanno e non faranno che discutere e immaginare la stagione che verrà.

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E’ già iniziato il conto alla rovescia che porterà Valentino Rossi alla guida della Desmosedici nel 2011.

Lo abbiamo fatto e lo faremo anche noi, divertendoci a chiamare in causa interlocutori importanti. L’occasione è stata la 200 Miglia di Imola Revival, una kermesse importante, ben organizzata e ben frequentata, che ha avuto luogo nel primo weekend di ottobre sul circuito in riva al Santerno.

La differenza, tra chi si è prestato a dire la sua in questa nostra inchiesta, l’ha fatta il coraggio nel lanciarsi senza rete in una previsione. Come sarà il 2011 di Ducati e Valentino? C’è stato chi, come Kenny Roberts Senior, ha risposto senza fare il minimo sforzo di fantasia: “Non lo so, – ci ha detto lapidario il tre volte campione del mondo – spero che vada bene!

Fortuna che, al contrario del vecchio Kenny, per altro famoso per la sua ruvidezza, abbiamo trovato interlocutori più loquaci. Il primo a parlare sul serio è stato Carlos Lavado. Chi voleva vincere in 250, tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, doveva fare i conti con lui.

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Carlos Lavado, venezuelano, campione del mondo 250 nel 1983 e 1986.

Valentino è un grande pilota. – inizia il venezuelano iridato nel 1983 e nel 1986 – Alla Yamaha aveva già fatto tutto e si è ritrovato un compagno di squadra non indifferente. Ha cercato altri stimoli e penso che farà bene.

Carlos, nel ragionamento, sposta l’attenzione sull’età: “Io ho smesso di correre che avevo 36 anni e davo ancora del gran gas. Lui ne ha 31 e quindi ne ha ancora molti davanti, sempre che mantenga la voglia, ma io non ho dubbi su questo!

Valentino troverà, a differenza di quanto non successe quando passò dalla Honda alla Yamaha, una moto già vincente: “Io penso una cosa – prosegue Lavado – ed è questa: se lui andrà e vorrà cambiare, gli diranno: ‘Calma, perché questa è una moto già vincente!’ Sicuramente potranno anche metterla un po’ a posto, ma non stravolgerla. Invece, quando è arrivato alla Yamaha, erano anni che quella moto non vinceva niente: se lui avesse detto di mettere davanti la ruota dietro e dietro la ruota davanti, l’avrebbero fatto! Con la Ducati penso che non avrà bisogno di chiedere grosse modifiche. Penso che abbia fatto bene ad andare là dove lo volevano da tanto tempo. Credo che i ducatisti ne saranno contenti e spero che possa vincere il mondiale.

Per il francese Christian Sarron, buon pilota in 500 e iridato in 250 nel 1984, il discorso è generale: “E’ importante che i migliori piloti della MotoGP si sfidino in sella a moto diverse. Il campionato che verrà non potrà che essere interessante. Stoner e Pedrosa con la Honda, Lorenzo con la Yamaha e Rossi con la Ducati. Penso che le grandi aspettative per il Mondiale 2011 si giochino anche su questo aspetto e poi, per Valentino Rossi e la Ducati, sarà un valore aggiunto il fatto che un pilota italiano sia in sella a una moto italiana. Sono sicuro che Rossi farà bene – conclude Sarron – anche per la competitività che la Ducati ha dimostrato in questa ultima parte della stagione.

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Christian Sarron, iridato nella quarto di litro nella stagione 1984.

Gianni Rolando, ex pilota della 500, uno dei nostri moschettieri assieme a Ferrari, Lucchinelli, Uncini e Graziano Rossi, si lancia nelle valutazioni più coraggiose raccolte nella splendida giornata di Imola: “Innanzitutto, nel 2011, non vedo più Lorenzo protagonista come adesso, – è la prima bordata di Gianni ad alzo zero – per un motivo molto semplice: mi sembra che la Yamaha, invece di progredire, sia abbastanza ferma, rispetto alla Ducati e alla Honda. Quest’ultima ha fatto passi avanti incredibili, in Ducati, spostando i pesi, sono andati avanti, mentre la Yamaha è rimasta ferma!

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Gianni Rolando, ex pilota del Motomondiale classe 500.

Il pilota di Tortona, dall’alto del suo metro e novanta, cerca di spiegarsi il perché di questa situazione: “Forse perché Valentino va via, forse perché Lorenzo non è poi così bravo a sviluppare la moto, fatto sta che se la Yamaha prima era la moto più veloce di tutte, adesso si è fermata. Quindi vedo Valentino protagonista, perché ha sviluppato tutte le sue moto in maniera stupenda. Io, poi, tifo un po’ per Valentino, ma tifo per lui anche per la gara che ha fatto stamattina! – Rolando si riferisce alla gara di Motegi e al duello all’arma bianca del pilota di Tavullia con il compagno di squadra – Vado controcorrente: Lorenzo mi piace, sono suo amico, ma non lo vedo essere un vero campione. E’ fortissimo, è velocissimo, ma il campione è un’altra cosa. Il campione è uno che non si accontenta di arrivare quarto, è uno che non vuole essere fregato in staccata e vuole vincere sempre, anche se ha in tasca il campionato del mondo. Pedrosa e Valentino li ritengo dei campioni; Lorenzo va fortissimo ma, in questo momento, quando doveva dimostrare di esserlo, non ci è riuscito!

Ci chiede se è stato troppo cattivo, sorride, saluta e va a infilarsi la tuta: il circuito lo aspetta.

L’ultimo del quale abbiamo raccolto il pensiero è Roberto Gallina, il team manager Suzuki con tanti successi e titoli mondiali vinti da Lucchinelli nel 1981 e da Uncini nel 1982.

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Roberto Gallina, team manager di Lucchinelli e Uncini nei primi anni Ottanta.

Corre anche lui a Imola, essendo stato anche un buon pilota nei primi anni Settanta, ma il tempo per fare due chiacchiere lo concede di buon grado: “Premetto che io avrei consigliato a uno come Valentino, che ha una storia così completa, di andare alla Ferrari. Avrebbe fatto qualcosa di eccezionale, che avrebbe arricchito ancora di più la sua splendida carriera. – Roberto ci spiazza subito – Vista anche la disponibilità di Montezemolo nel mettergli a disposizione la terza vettura, io, se fossi stato il suo consigliere, avrei insistito in questo modo. Per quello che riguarda il passaggio alla Ducati, alla luce anche degli ultimi avvenimenti – le vittorie di Stoner in Spagna e in Giappone – è sicuramente una scelta felice. Mi sembra che la moto vada sempre meglio e non in ragione del pilota, cioè Stoner, quanto se mai di un ottimo livello di guidabilità raggiunto in senso generale; prima era una gran moto, ma con alti e bassi. Se Valentino poi, come sembra, si porterà dietro tutta la sua squadra, i risultati ci saranno senz’altro.

L’ex pilota della Paton svela poi il perché della sua iniziale premessa: “Valentino ha insegnato a guidare a molti. Questi ragazzi che sono venuti su dalla 250 hanno imparato seguendo lui, il suo tipo di guida, le traiettorie e ora se li ritrova lì, a dare fastidio: sarebbe stato meglio se Valentino fosse passato alla Ferrari, lasciandoli a bocca asciutta!

Curioso pensiero, questo di Roberto, pienamente nello spirito che ha mosso il nostro intento: intavolare una discussione, quanto mai varia, come fossimo al bar, davanti a una birra.

Adesso, ad esempio, lascerà a uno di loro una moto vincente. A questo punto Rossi dovrà vincere per la sua carriera e perché ha una moto competitiva, ma contro un numero di piloti che non c’è mai stato nella storia del motociclismo; abbiamo visto grandi campioni battersi con un solo avversario: il campione e il suo antagonista. Oggi ce ne sono quattro, freschi, con dieci anni meno rispetto a Valentino. Una volta gli verrà fuori il dolore da una vecchia frattura, una volta un altro acciacco, di quelli tipici dei motociclisti che corrono da tanti anni. Così si ritroverà secondo e questo non è bello per la fine di una carriera come la sua.

Non c’è che dire: Rossi, la Ducati e il campionato 2011 portano davvero la discussione a sparpagliarsi in mille rivoli, ma è giusto così, il bello è proprio lanciarsi in pensieri ed esternarli.

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Ad attendere l’arrivo di Valentino Rossi sulla Ducati c’è un intero popolo di tifosi, che non vede l’ora di acclamarlo.

Ci sarà poi il cronometro, ci sarà il nero su bianco delle classifiche: due elementi che si arrogheranno, invano, il diritto e il potere di porre fine alle discussioni.

Foto Micro e Mega, Snap Shot

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Andrea Tessieri

Andrea Tessieri, da sempre appassionato di motociclismo sportivo, segue le tappe italiane del WorldSBK e del mondiale GP professionalmente dalla fine degli anni novanta. Collaboratore di Mondo Ducati come fotografo e giornalista fin dai primi numeri, la propensione alla studio della storia del motociclismo sportivo lo porta alla pubblicazione di Ducati Racing, nel 1999, e del più recente Ducati Legends, uscito alla fine del 2021.

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