Scrambler o Mark 3, chiarimenti sull’omologazione

Scrambler o Mark 3, chiarimenti sull’omologazione

Ho letto la risposta dell’ottimo Lauro Micozzi all’amico Rocco, relativamente ai dubbi sui numeri di telaio e omologazione di una moto, presunto Mark 3, su cui Rocco chiedeva chiarimenti. Io posseggo due Mark 3D 350 cc, uno in veste “originale” e uno in veste “special”. Della “due tappi” sono proprietario dal lontano dicembre 1970: la […]

Ho letto la risposta dell’ottimo Lauro Micozzi all’amico Rocco, relativamente ai dubbi sui numeri di telaio e omologazione di una moto, presunto Mark 3, su cui Rocco chiedeva chiarimenti.

Io posseggo due Mark 3D 350 cc, uno in veste “originale” e uno in veste “special”. Della “due tappi” sono proprietario dal lontano dicembre 1970: la moto è immatricolata aprile 1970 e l’unica variante è il serbatoio, che ho sostituito io perché mi è passato per le mani e non me lo sono lasciato scappare.

Ho sempre curato in prima persona entrambi i mezzi, con specifico riferimento alla parte ciclistica. Quindi non ho assolutamente alcun dubbio circa l’originalità della moto (parlo sempre della “due tappi”). In tale veste, penso di poter fornire ulteriori informazioni all’amico Rocco. Anche la mia moto ha i seguenti dati stampigliati sul cannotto di sterzo: numero di telaio DM350S*35075*, numero omologazione: DGM7736-OM. Quindi c’è la “S” e c’è l’omologazione dello Scrambler.

Per quanto mi riguarda, il “caso” è nato quando la revisione periodica è diventata obbligatoria per poter circolare su strada. In tale occasione, mi sono accorto che sul libretto di circolazione venivano riportate le dimensioni delle ruote  dello Scrambler, ovvero anteriore: 3,50 x 19″, posteriore: 4,00 x 18″. Nel mio caso, sono riuscito comunque a mettere in regola la moto, tuttavia ho scoperto quello che Micozzi ritiene un’eventualità remota. Come appare da tutti i documenti sulla storia della Ducati, per primo è nato il modello Scrambler, poi, a ruota, è venuto il Mark 3 prima serie, nelle cilindrate di 250 e 350 cc.

Infine, è stato presentato il modello 450 dello Scrambler e del Mark 3 (nel 1968, se ricordo bene). Ora, ho sentito dire che la messa su strada delle moto in tale epoca avveniva con una certa leggerezza e lo Scrambler e il Mark 3 venivano immatricolati usando la stessa fiche di omologazione. Per il 450 è stata seguita una strada separata: infatti, per tale modello ho visto un libretto in cui viene indicata la fiche di omologazione DM8586.OM, e nel quale le dimensioni delle ruote, ad esempio, sono tornate a essere quelle di specifica, ovvero 2,75 x 18″ all’anteriore e 3,25 x 18″ al posteriore.

Tutto è tornato a posto dopo la presentazione della seconda serie, con lo sdoppiamento tra il Mark 3 e il Desmo (la pallottola d’argento) nel 1971, per tutte le cilindrate coinvolte. Quindi, a Rocco direi, per prima cosa, di non perdere l’occasione di mettere le mani su un mezzo ormai molto raro e poi di affidarsi a un esame del mezzo, piuttosto che alla marcatura, per stabilire se è di origine Scrambler o Mark 3.

Un indizio importantissimo è l’analisi della parte terminale del telaietto posteriore in corrispondenza dell’attacco del parafango posteriore: gli Scrambler l’avevano curvato in alto, i Mark 3 l’avevano perfettamente rettilineo. Se qualche furbo ha tentato di “taroccare” il mezzo, in quel punto ci dovrebbero essere dei segni di raddrizzamento o di saldatura. Anche il forcellone aiuta nell’analisi: gli Scrambler avevano due triangoli di rinforzo in lamiera in corrispondenza dei perni di attacco delle sospensioni.

Sergio

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