Raymond Roche: il Primo Cavaliere Ducati

Raymond Roche: il Primo Cavaliere Ducati

Ricostruiamo la carriera di Raymond Roche, primo pilota Ducati a laurearsi campione del mondo Superbike con la 851 nel 1990.

Raymond Roche, francese, classe 1957, è stato il primo pilota a potersi fregiare del titolo mondiale della Superbike in sella a una Ducati. Correva l’anno 1990, il primo della gestione esclusiva da parte del Flammini Group.

Dopo due anni nei quali, comunque, il campionato aveva lasciato intravedere le proprie potenzialità e nei quali già traspariva chiaramente quella unicità che lo avrebbe portato ad assumere l’importanza che ha oggi, nel 1990 il salto di qualità fu evidente, soprattutto dal punto di vista organizzativo e promozionale, ma anche grazie al livello dei piloti impegnati.

Due tendenze differenti contribuirono a elevare la qualità dei piloti in gara: crebbe il livello di quelli che potremmo chiamare “gli specialisti” (come Pirovano, Mertens, Phillis, Falappa, Tardozzi e Polen, solo per citarne alcuni) e a questi si aggiunsero i talenti che avevano già avuto modo di mettersi in luce nel Motomondiale (a Lucchinelli, il primo assieme a Ferrari a sostenere il ruolo di star del campionato già dal 1988, si aggiunsero McElnea e, appunto, Raymond Roche). 

Roche ha debuttato nel Motomondiale nel 1976, in occasione del Gran Premio di Francia, nella quarto di litro.

Dopo alcuni anni di gavetta, quando si correva in 250 e 350 nella stessa stagione, nel 1980 approda in 500. Nel “Circus” la vita del pilota privato è dura, così, nel 1981 Raymond decide di impegnarsi nel Mondiale Endurance, che vince in coppia con Jean Lefond.

Nel 1982 torna a impegnarsi nel Mondiale 500 con la Suzuki. Le fortune del francese arriveranno di pari passo alla diffusione delle Honda NS 500 fra i team clienti; Raymond Roche chiude infatti la stagione del 1983 al decimo posto.

Nel 1984, pur non riuscendo comunque a vincere un Gran Premio, si piazzerà terzo in campionato, dietro a Eddie Lawson e Randy Mamola.

Raymond, assieme all’americano, a Ron Haslam e a Wayne Gardner (tutti su Honda NS), anima la lotta per i gradini più bassi del podio in quasi tutte le gare. Così, nel 1985, si aprono le porte della squadra ufficiale Yamaha, a fianco del campione del mondo Lawson.

Sembrerebbe fatta, ma Roche non riesce a ripetere le belle prestazioni dell’anno precedente. Così, nel 1986, torna alla Honda. La musica non cambierà: Roche sembra essere inesorabilmente in parabola discendente.

Raymond Roche gareggia con la Ducati 888
Roche in azione con la 888 nel 1991. Il francese non è riuscito a ripetere l’affermazione dell’anno prima.

La svolta arriva quando le ambizioni dei fratelli Castiglioni incrociano quelle del pilota francese. I proprietari del Gruppo Cagiva vogliono finalmente un top rider per ottenere il definitivo lancio di un progetto in cui credono. Nel 1987 lo schierano a fianco del belga De Radigues e, nel 1988, con Randy Mamola.

Entrambi i compagni di squadra sapranno fare meglio di lui, con l’americano che avrà l’onore di portare la moto italiana sul podio nel Gran Premio del Belgio.

L’incontro con i Castiglioni, al di là dei tiepidi risultati con la Cagiva, si rivelò fondamentale. Proprietari anche della Ducati, infatti, i fratelli lombardi decisero di schierarlo nel neonato Mondiale Superbike, nella squadra diretta da Marco Lucchinelli. Il 1989 per Raymond sarà l’anno della rinascita agonistica in sella alla Ducati 851.

Con la moto di Borgo Panigale finalmente affidabile, il francese riuscirà a imporsi centrando la doppietta sulla pista di Brainerd, negli USA (la prima per una Ducati) e ripetendo lo stesso risultato a Hockenheim. Alla fine sarà terzo, a ridosso delle Honda di Merkel e Mertens.

La Ducati, sotto la guida sportiva di Lucchinelli, cresce: insieme all’ingegno di Bordi e Mengoli e all’esperienza di Franco Farné, Marco porta a Borgo Panigale i metodi appresi dai reparti corse giapponesi.

La Ducati, adesso, fa sul serio ed è pronta a fregiarsi del titolo di regina della categoria.

Succede appunto nel 1990, quando Raymond Roche, sulla rossa, si laurea campione del mondo Superbike.

La cronaca di un’annata esaltante si apre con la doppietta nella gara inaugurale di Jerez, dove il binomio italo-francese centra anche la pole e il giro veloce. Giro veloce anche nella successiva gara di Donington, dove Raymond arriva due volte secondo. Poi vince Gara-2 in Ungheria.

Il francese è velocissimo: pole e miglior crono in gara anche a Hockenheim, prima di ritrovare la via della doppietta a Mosport, in Canada. Un secondo posto a Brainerd e in Austria faranno poi da preludio all’affermazione in Gara-1 a Sugo, prima della nuova doppia vittoria sulla pista di casa a Le Mans.

Roche è stato il primo a vincere il titolo mondiale con una Ducati nel campionato dedicato alle maximoto derivate dalla grande produzione di serie.

Solo nell’ultima parte della stagione Fabrizio Pirovano saprà avvicinarlo, ma i punti raccolti da Roche saranno sufficienti a garantire al pilota di Ollioules la corona mondiale.

Con Raymond Roche la Ducati inaugura un ciclo e intraprende un lungo cammino di vittorie che non avrà pari.

Nel 1991, ancora in sella alla Ducati, sarà capace di notevoli acuti (doppietta a Shah Alam, in Malesia, vittoria in Gara-2 a Hockenheim e al Mugello). Finirà secondo, staccatissimo dall’americano Polen, astro nascente in sella alla Ducati.

Ducati 888 di Polen 1991
La 888 nella versione destinata ai clienti del 1993, erede della moto con la quale Polen, nel 1991, strappò il titolo a Roche.

Raymond, tuttavia, ha ancora molto da dire: il 1992 vivrà ancora della lotta tra lui e il pilota statunitense, e alla fine saranno solo trentacinque i punti che separeranno il francese dal texano del team di Eraldo Ferracci. Raymond parte bene, vincendo Gara-2 ad Albacete e Gara-1 a Donington. Poi dovrà subire il rientro rabbioso di Doug Polen, prima di poter centrare la doppietta al Mugello, vincere Gara-1 a Johor, in Malesia, e Gara-2 a Phillip Island.

La storia del Mondiale 1992 ci consegnerà una Ducati assolutamente ai vertici e la definitiva affermazione di piloti come Giancarlo Falappa e Carl Fogarty.

Giancarlo Falappa pilota
Giancarlo Falappa. Il Leone di Jesi ha avuto Roche come team manager.

Il 1993 getta qualche ombra sulla figura di Roche. Il francese appende il casco al chiodo e diventa team manager. I suoi piloti sono appunto Falappa e Fogarty.

E’ proprio il pilota italiano a raccontarci un episodio: “Ero primo dopo sette gare, Carl era quinto. A un certo punto mi si avvicinò Roche e mi disse che avrei dovuto aiutare Fogarty. Com’era possibile: io primo e lui quinto, a metà campionato, ed ero io a doverlo aiutare? Questo fatto mi disturbò, non mi fece dormire la notte. In pratica, era una questione per favorire gli sponsor dell’inglese – prosegue l’amaro racconto di Giancarlo – e ancora oggi penso che quella circostanza, che poi ha pesato per la restante parte della stagione, mi abbia privato della possibilità di giocarmi il Mondiale.

Poi il pilota di Jesi ci tiene a una precisazione: “Quello che vi ho raccontato è un fatto; questo però nulla toglie al valore di Carl Fogarty, per tutto quello che ha saputo fare e per tutte le vittorie che ha conseguito: è stato un grandissimo del nostro sport e merita tutta l’ammirazione e il rispetto.

 

Foto archivio Mondo Ducati

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

Andrea Tessieri

Andrea Tessieri, da sempre appassionato di motociclismo sportivo, segue le tappe italiane del WorldSBK e del mondiale GP professionalmente dalla fine degli anni novanta. Collaboratore di Mondo Ducati come fotografo e giornalista fin dai primi numeri, la propensione alla studio della storia del motociclismo sportivo lo porta alla pubblicazione di Ducati Racing, nel 1999, e del più recente Ducati Legends, uscito alla fine del 2021.

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