La Panigale V4 R alle prese con la North West 200

La Panigale V4 R alle prese con la North West 200

Avventura difficile per Alastair Seeley alla North West 200, il trentanovenne che ha sostituito Glenn Irwin in sella alla Panigale nelle corse su strada.

Glenn Irwin ci aveva abituati bene, troppo bene. Tre vittorie su Ducati nelle ultime tre gare Superbike alla North West 200 erano un ottimo biglietto da visita per l’edizione numero 90 di quest’anno, che si è svolta dal 12 al 18 maggio. Un’edizione che, purtroppo, non è andata esattamente secondo le aspettative degli amanti della rossa di Borgo Panigale.

Nel 2019 è cambiato tutto: in questa stagione il giovane Irwin ha optato per un nuovo team, lasciando le Ducati BeWiser nelle mani di Josh Brookes e Scott Redding nel British Superbike Championship.
L’australiano e l’inglese hanno però deciso di non affrontare le corse su strada con il Team; perciò, a Paul Bird non è rimasto che guardarsi attorno per trovare un pilota disposto a correre la North West 200 sulla Panigale PBM.


La scelta è caduta nientemeno che su Alastair Seeley, 24 volte vincitore sul velocissimo stradale dell’Ulster. Trentanovenne di Carrickfergus, Irlanda del Nord, Seeley è uno dei più esperti conoscitori del tracciato, nonché favorito per la vittoria in ogni categoria, ormai da anni.

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Pilota prettamente da pista, che in questa stagione sta affrontando il British Supersport Championship, Seeley non manca mai l’annuale appuntamento con la sua road race locale, tra un pubblico che, però, non lo ama proprio del tutto!
Salito in sella alla Panigale V4 R solamente una volta, prima di sfrecciare lungo i saliscendi della North West 200, Seeley ha incontrato qualche problema tecnico nelle prove del martedì, prontamente risolto dai meccanici di Paul Bird; le qualifiche del giovedì hanno infatti visto Seeley migliorare il proprio tempo di ben 6 secondi, accaparrandosi la terza casella in griglia per le gare di sabato a soli due decimi dalla pole position di Irwin. La V4 R ha montato anche la stessa gomma posteriore per tutti i 7 giri di prova, dando speranza a pilota e Team di un’ottima prestazione in gara.

Al mattino di sabato 18 maggio, però, le 8.9 miglia del “Triangle circuit” non promettevano nulla di buono: la pioggia abbattutasi sullo stradale nordirlandese, dopo giorni di bel tempo, stava decisamente compromettendo la buona riuscita della giornata.
A differenza del Tourist Trophy, alla North West 200 si corre anche in caso di strade bagnate, ma chiaramente le prestazioni sono tutta un’altra storia.

Tony Rutter e il suo Pantah

Nel 1981, Steve Wynne, che era stato tra gli artefici della vittoria di Mike Hailwood al TT nel 1978, affidò una Ducati 600 SL preparata per le gare al pilota Anthony “Tony” Rutter: il pilota inglese, che era già verso la quarantina, sul Mountain Circuit era certamente una garanzia. Era il tipico pilota britannico da circuito stradale e la sua esperienza superava di gran lunga l’incognita dell’età non più verde.

Così lo ricordava l’indimenticato Franco Farné: “Avevano scelto un pilota completo dalla classe indiscutibile. Noi di Ducati andavamo ad assisterlo ogni tanto e senza l’incidente al Montjuich nel 1985, che segnò la fine della sua carriera, avrebbe certamente vinto di più”.

Già vincitore di due Tourist Trophy, nella classe 350 nel 1973 e 1974, Rutter ebbe una grandissima carriera in sella alla Ducati: partì subito con il piede giusto, vincendo il TT con la moto che gli mise a disposizione Wynne nel giugno del 1981 (categoria Formula 2), nonché il campionato mondiale TT categoria F2 sempre in sella al Pantah 600. La nascita del campionato TT fu la conseguenza della perdita dello status di gara del motomondiale del Tourist Trophy, a causa del boicottaggio dei piloti in seguito alla morte di Gilberto Parlotti: il campionato del Mondo “Formula TT” si svolse così per parecchi anni su un numero crescente di circuiti, oltre a quello classico dell’Isola di Man. Nel 1982, a bordo di un Pantah ufficiale, Tony si aggiudicò tutte le gare del campionato Formula 2, vincendo il titolo per la seconda volta, impresa che replicò anche nel 1983 e 1984.

Rutter sembrava lanciato verso il suo quinto titolo F2 quando, nel 1985, rimase seriamente ferito in un incidente sul circuito di Montjuich, in Spagna; comunque, una volta ristabilitosi, continuò a calcare le strade dell’Isola di Man fino al 1991.

Tanto per rimanere in argomento con l’articolo principale, bisogna ricordare che Rutter si impose anche per ben nove volte alla North West 200.

Al via di Gara 1 Superbike, Alastair Seeley è riuscito a centrare una partenza perfetta dalla terza piazza, portandosi subito in testa fino alla staccata sinistrorsa di York Corner; da quel momento, purtroppo, il nordirlandese non è più riuscito a mantenere lo stesso ritmo, perdendo qualche posizione e lottando contro problemi di stabilità sui veloci rettilinei, chiudendo in quinta posizione.

Seeley e la Panigale non hanno in seguito avuto modo di rifarsi: la pioggia insistente ha reso impraticabili alcune zone del tracciato, costringendo gli organizzatori addirittura alla cancellazione di Gara 2 Superbike: si è trattato quindi di un risultato certamente al di sotto delle aspettative, sia per il Team, reduce da una tripletta negli ultimi due anni, sia per il pilota, recordman di trionfi alla North West 200.

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Il Team Be Wiser è senz’altro uno fra i più forti e strutturati del panorama britannico, come dimostra la perfetta organizzazione del box dove è stata curata la messa a punta della moto di Alastair Seeley. Dopo un’intera settimana di bel tempo, purtroppo domenica si è abbattuta sul percorso una vera e propria tempesta che ha costretto gli organizzatori a ridurre il programma, abolendo, fra l’altro, gara 2 della categoria Superbike. Che le condizioni di gara fossero difficili lo dimostra anche l’abbigliamento invernale del buon Seeley schierato sulla griglia di partenza di gara 1!

 

Se Alastair ha preferito guidare con cautela e portare la moto al traguardo anziché prendersi inutili rischi, la prestazione non eccessivamente soddisfacente è da imputare anche alla poca conoscenza del mezzo: come detto, Seeley aveva potuto testare la V4 R solamente una volta prima della North West, inanellando una cinquantina di giri sul tracciato di Portimao durante un test BSB. Inoltre, il Team non aveva a disposizione alcun dato precedente, essendo questo il debutto assoluto della V4 in una road race. Certo, lo scorso novembre al Macau Grand Prix l’inglese Steve Heneghan aveva fatto esordire la nuova quattro cilindri di Borgo Panigale, ma si trattava di una V4 S.

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Il Team PBM aveva invece a disposizione una V4 R speculare a quelle usate nel BSB: come ci riferisce uno degli storici meccanici della squadra, Sam Neate, la moto è stata preparata appositamente per Seeley e la North West 200, con parti di ricambio delle Ducati di Brookes e Redding, senza utilizzare direttamente una delle V4 del BSB.
Come da tradizione per la squadra inglese, la moto PBM si distingue per qualche modifica apportata, specialmente allo scarico: un complicato intreccio che termina sotto il codone, ben diverso dagli scarichi che siamo abituati a vedere sulle V4 R del Mondiale Superbike; una scelta dettata dalla necessità di rispettare il regolamento BSB che ha un limite fonometrico più basso. In più, la moto non è dotata di aiuti elettronici, ad eccezione delle mappe per il comando del gas e del freno motore.
Ora si dovrà attendere qualche mese per capire se la squadra parteciperà al Macau Grand Prix e con quale pilota: l’obiettivo, però, è quello di puntare certamente di nuovo in alto!

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In questa immagine che riprende il pilota irlandese è evidente la stranissima configurazione dei terminali di scarico della V4 R del Team Be Wiser: uno strano e complicato giro tubi con uscita su due terminali, uno posto in alto sul lato sinistro e uno basso e più corto sul lato destro, a differenza di quella standard della versione R che prevede l’uscita di entrambi davanti alla ruota posteriore. Il fatto poi di correre in modalità bagnato con le gomme rain non ha certo aiutato il compito di Seeley, considerato anche il suo brevissimo apprendistato sulla quattro cilindri di Borgo Panigale.

Foto di Diego Mola

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