La V4S testata da Alberto Naska

La V4S testata da Alberto Naska

Alberto Naska, uno dei 30 piloti scelti da Ducati, è stato invitato in Spagna, sul circuito di Valencia, al primo test della Panigale V4S.

Aberto Naska (nome d’arte di Alberto Fontana) è nato a Torino nel 1990. Ingegnere, ha trasformato in professione la sua passione per i motori: ancora minorenne è stato pilota nei campionati di simulatori auto e ha inventato telecronache e regie per le gare virtuali; a 22 anni ha vinto la prima edizione di “Make it your race”, talent show per giovani piloti organizzato da Abarth su Sky; ha fondato il social network per piloti Racebooking.net che trasmette gare amatoriali di moto (attualmente riprende e commenta oltre 140 corse l’anno).

Nel 2016 diventa videomaker e youtuber, da allora pubblica video prevalentemente di moto ed è chiamato a prove e test sulle piste italiane e di tutto il mondo. Ad oggi il canale Youtube di Alberto Naska ha oltre 75.000 iscritti, la sua pagina Facebook piace a oltre 90.700 persone ed è seguita da circa 107.000.

Tra i video online, anche il momento in cui Alberto apre la lettera di Ducati che lo invita a Valencia al primo test della Panigale V4S, uno tra i 30 piloti selezionati al mondo (all’apertura della lettera seguono stelle filanti e festeggiamenti tra amici). Il suo entusiasmo è contagioso, al tempo stesso è esemplare la sua capacità di far comprendere come sono fatte e come si guidano le moto: il primo video sull’esperienza in sella alla V4 S nella prima settimana ha fatto oltre 155 mila visualizzazioni su Youtube e 450 mila su Facebook.

Il mondo sta decisamente cambiando, come ben si sono accorte le aziende: alle presentazioni dei nuovi modelli, così, accanto ai giornalisti e a quello che può essere definito come il “vecchio” mondo dei media, sono sempre più presenti personaggi che sui social sono capaci di attirare l’attenzione di un numero notevole di persone che visualizzano pagine e video. Alberto Naska è sicuramente uno dei più conosciuti nel mondo dei motori. 

L’INTERVISTA A ALBERTO NASKA

Giri per circuiti e provi moto di ogni categoria, marca e modello. Nonostante questo sei sceso dalla Panigale V4S con uno stato d’animo a metà tra l’emozione e l’ispirazione: in un video la metti sul cavalletto, ti siedi su un cordolo e declami un vero e proprio inno alla vita (da sottoscrivere!). Questa moto è speciale?

Direi di sì, per vari motivi. Per performance e tecnologia ha raggiunto un livello davvero estremo. Poi ha qualcosa in più rispetto alle altre, un’aura appunto, che non saprei dire esattamente cos’è, ma c’è”.

L’hai definita la moto supersportiva più performante al mondo. E’ solo un’affermazione oggettiva basata sulle prestazioni rilevate o è anche una sensazione che si ha in sella?

Le prestazioni parlano da sé. Però per trovare differenze di prestazioni tra le supersportive attuali – mostri che superano i 200 cavalli come la Panigale V4, la R1, la S1000RR – bisogna poterle portare al limite, e sono pochissimi i piloti che riescono a farlo. C’è da dire che sulla Panigale V4 hanno fatto un lavoro talmente importante, a livello di elettronica e di guidabilità, che la moto aiuta anche l’amatore ad avvicinarsi a tempi più bassi e ad andar forte”.

Su Youtube sono presenti molti video realizzati da Naska dedicati alla nuova V4: inutile sottolineare come sia rimasto entusiasta delle prestazioni e della relativa facilità con cui si entra subito in sintonia con il nuovo quattro cilindri Ducati.

Hai provato la V4 S solo in pista. Ti sei fatto un’idea di come andrà su strada?

Troppo forte. – ride – Effettivamente mi sarebbe piaciuto provarla anche su strada perché è un altro tipo di test, un altro luogo. In pista entri e sei sempre a cannone, in strada devi considerare altri aspetti come il traffico, le sconnessioni, i dossi e così via. Sarebbe stato interessante sperimentarli”.

In cosa si riconosce che è una Ducati? E’ vero che per erogazione a bassi e medi regimi sembra un bicilindrico?

Sì, infatti al primo turno cambiavo a 9000 giri invece che a 14.000. – dice divertito – Sia il rumore, che ricorda molto un bicilindrico, sia l’erogazione mi spingevano a cambiare a bassi giri, poi quando ho visto che ce n’era ancora tanto ho iniziato a tirare. E’ una 4 cilindri ed è una vera Ducati. Oltre al sound, infatti, sono riusciti anche a mantenere la linea snella della Panigale bicilindrica, nonostante un motore probabilmente più ingombrante; questo è importante perché le Panigale, e le Ducati in genere, sono le moto più snelle e più sottili, e tra tutte le riconosci proprio per questo, sulla strada ma anche alle gare. Sono riusciti a mantenere quella linea e quel design che è davvero fantastico”.

Sembra un bicilindrico. Poi però l’allungo…

Eh, in allungo ti sembra di stare su una MotoGp. Mi ha stupito quanta spinta abbia. Fa davvero effetto arrivare in fondo al rettilineo di Valencia – che non è lungo e viene dopo una curva di seconda – a 293 km/h di tachimetro in quinta, con una marcia ancora da mettere. Non conosco la precisione dei tachimetri, ma – per fare un confronto – con una R1M in fondo al rettilineo del Mugello arrivavo a 300 km/h, però il rettilineo è lungo un quarto d’ora a piedi ed è preceduto dalla Bucine che si fa in terza piena. L’allungo della Panigale V4 è notevole, sarei stato curioso di vedere quanto fa di velocità massima”.

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Condividi la scelta di tenere la cilindrata a 1103 cc?

Mah, ci ho pensato a questa scelta. La spiegazione che dà Ducati è che il 1100 rende la moto più fruibile su strada a bassi giri, che tecnicamente è vero. Secondo me, su strada, 1000 o 1100 cambia poco, quello che cambia è nelle gare, perché da regolamento il 4 cilindri 1100 non può competere in Superbike. C’è da dire che lo stesso motore può essere portato a mille cc semplicemente riducendo la corsa, quindi non sarà dispendioso produrre una versione che può gareggiare. In fondo, può avere una logica aver esordito con questo motore che ne ha più di tutti su strada, per poi fare un modello ridotto a 1000 cc per le corse”.

Motore, freni o cambio quickshift? Cosa ti ha stupito di più?

Chiedo l’aiuto del pubblico! Sono stupito da tutti e tre. Però, se proprio devo scegliere, mando al ballottaggio freni e cambio, e alla fine vincono i freni. Mi spiego. Motori molto potenti ne conosco, e se confronto 202 Cv con 226 Cv la differenza c’è; però dico che un 10% di potenza in più lo sento tanto, ma non tantissimo. Per quanto riguarda il quickshift, ho provato altri cambi simili che mi sono piaciuti; questo della Panigale è migliore, ma ad esempio anche quello dell’Aprilia RSV4 è eccezionale. Quanto ai freni, davvero, una moto stradale che frena così forte non l’avevo mai provata: i freni, sì, mi hanno davvero stupito. Ci sono anche tanti fattori che ti permettono di frenare più forte rispetto ad altre moto, cose che influiscono minimamente come l’albero controrotante o la presenza delle sospensioni elettroniche, ma che tutte insieme aiutano: il sistema frenante in sé, l’impianto Brembo, è davvero notevole, unito all’intero sistema moto fa frenare davvero tanto forte”.

Sotto hai un motore da 214 cavalli – 226 nella versione pista – sei su un mezzo stradale che con il kit e le gomme giuste gira a sei secondi della pole della MotoGp, la moto che stai cavalcando ha una ciclistica praticamente irraggiungibile. La cosa che ti è piaciuta di più della Panigale V4S, tuttavia, è stata l’elettronica. Sarebbe stato blasfemo fino a pochissimi anni fa, quando i sistemi di controllo censuravano il pilota, mentre è assolutamente condivisibile oggi, con l’elettronica che esalta la guida. E’ questa la nuova frontiera su strada e in pista?

Per l’elettronica mi sento di fare un paragone con le auto: specie sulle trazioni posteriori, l’elettronica, a parte l’Abs, può in effetti rompere le scatole nella guida sportiva. Nel caso delle moto, invece, se non hai l’elettronica ed esageri col gas rischi veramente la vita, le moto con queste potenze sono mezzi davvero pericolosi senza controlli. L’elettronica che c’è adesso sulle moto non è un’elettronica che rende la guida noiosa come può essere su alcune auto: ti consente anzi di guidare forte, ti porta a spingere la moto a limiti che non avresti mai pensato, bloccandoti laddove tu li superi. Credo che il lavoro che stanno facendo adesso i tecnici con l’elettronica sia davvero una figata, perché appunto ti permette di spingere e divertirti senza farti male: con questa moto, ma anche con altre di questo genere, cadere per highside oggi è veramente difficile. Questa elettronica non toglie il divertimento: a Valencia giravamo in pista con tutti i controlli attivi, settati su modalità race, ma il gas dovevamo darglielo noi, e anche frenare forte tocca a chi è in sella”.

Hai un’esperienza intensa anche con le quattro ruote. Se la Panigale V4S fosse un’auto, che auto sarebbe?

Ferrari. E’ il paragone che faccio sempre. E’ pure rossa. Come dicevo prima, sia Ducati che Ferrari hanno quel qualcosa in più che non si sa spiegare”.

Dai il tuo voto all’estetica di questa Panigale.

Dieci”.

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