Ducati RT 450 special

Ducati RT 450 special

Un omaggio alla on/off degli anni Settanta. Potremmo quasi dire che questa moto, realizzata dalla Anvil Motociclette, più che una special è quasi una celebrazione.

Un omaggio alla on/off degli anni Settanta.

Potremmo quasi dire che questa moto, realizzata dalla Anvil Motociclette (due giovani customizzatori di Parma), più che una special è quasi una celebrazione, una citazione di un modello che, seppur poco conosciuto, ha avuto comunque un ruolo importante nella storia Ducati: stiamo parlando della Ducati R/T (Road and Track), quindi una vera antenata dell’attuale famiglia degli Scrambler.
“Con questa nostra special – affermano i nostri amici – abbiamo voluto rendere omaggio a una moto che in pochi ricordano, ma a suo tempo, per essere precisi nei primi anni Settanta, ha spalleggiato con onore la gamma dei modelli Scrambler della Casa di Borgo Panigale”.

_LUC8843
Tanti gli aspetti distintivi di questa proposta della Anvil: fra questi il nuovo forcellone, il riuscito mix fra tradizione e moderno dell’impianto di scarico, la particolare veste grafica di contrasto fra il colore nero e il bianco.

La Ducati R/T (Road and Track), cugina della Scrambler, nata fondamentalmente per il mercato americano, fu infatti inizialmente destinata all’impiego crossistico, ma in seguito utilizzata soprattutto come moto da regolarità.
Ha avuto una breve vita agonistica, lasciando sue tracce nel 1971 con la partecipazione alla Sei Giorni sull’Isola di Man: era senz’altro una moto rude, spartana ed essenziale, con una linea meravigliosamente perfetta, almeno secondo il gusto della Anvil, con l’avantreno aperto al punto giusto per essere utilizzata nelle lunghe distese desertiche americane.

Alla base del progetto la Ducati Scrambler Sixty2 400

“Chi ci conosce, sa che basta pronunciare queste preziose parole (rude, spartano, essenziale, stile americano) – dichiarano i preparatori – per riuscire a catturare completamente la nostra attenzione; così ci siamo lanciati in questa avventura utilizzando come base la nuova Ducati Scrambler Sixty2 da 400 cc, tenendo buono il motore, parte del telaio anteriore e andando a rimodellare tutto il resto”. Non una semplice rivisitazione estetica, quindi, ma un approfondito lavoro, anche concettuale, per ritornare ai temi di quegli anni, come se tutto quello che fosse successo dopo sia stato solo una divagazione sul tema: del resto, mano a mano che passano gli anni, ci si allontana sempre di più dal valore di un progetto essenziale, sempre più distanti dagli aggettivi prima descritti.
Ecco quindi l’impegno di riscoprire l’anima dello Scrambler, la sua essenzialità, la sua rudezza, che sono poi anche i concetti base di ogni moto destinata alle competizioni, dove tutto è studiato per ottenere il risultato più efficace, non certo per inoltrarsi nel superfluo.



Si intraprende così un bel viaggio nel tempo, alla riscoperta di radici quasi dimenticate: il serbatoio riprende quindi la forma originale del modello degli anni ‘70, solo modificato in modo da potersi inserire perfettamente nell’attuale telaio; il manubrio, invece, riprende le forme classiche di quelli utilizzati nelle competizioni nei deserti americani, con tanto di traversino; anche la sella, allo stesso modo, è studiata e realizzata reinterpretando quella del modello originale, utilizzando pelle di bovino, nel colore bianco per dare alla moto un gusto ancora più yankee, sempre riferito al periodo storico prescelto.

Ducati_RT_special (2)

Come concessione all’eleganza, e al piacere di guida, si è provveduto alla sostituzione dei cerchi originali in lega del Sixty2 con due cerchi moderni a raggi da cross, nel diametro di 21” all’anteriore e 19” al posteriore; la forcella Kayaba è stata sfilata, per dare le giuste proporzioni alla silhouette della moto.
Tutto l’impianto frenante di serie è stato sostituito con pinza e disco anteriore Brembo flottanti, mentre al posteriore lavora un disco da 220 mm.
La ruota posteriore trova alloggio in un nuovo forcellone rifatto in modo più classico rispetto a quello originale, sul quale lavorano due ammortizzatori Bitubo studiati appositamente per questa moto, con una lunghezza non esistente in serie. 

Senza tanti fronzoli, la Sixty2 svela un’anima da divoratrice di sterrati.

Importanti variazioni nella ciclistica, quindi, tanto che sarebbe interessante valutare questa R/T su uno sterrato impegnativo: pensiamo che, data la sua leggerezza e la qualità delle modifiche apportate alle sospensioni, sarà senz’altro facile e divertente da guidare, un giocattolo con cui divertirsi in scenografiche derapate! Un tocco veramente unico lo dà senz’altro l’importante e curatissimo impianto di scarico, realizzato artigianalmente da Zard: anche in questo caso siamo davanti a un’operazione revival, intepretando in chiave moderna il modello degli anni ’70. Tante modifiche che donano nuova linfa allo scramblerino, ma non crediate che sia stato facile giungere a tale risultato: i ragazzi della Anvil hanno avuto il loro bel daffare per raggiungere il risultato che avevano in testa.

Ducati_rt_special

Fatta questa premessa, vi possiamo senz’altro svelare un piccolo segreto: sapete perché la moto porta sulla tabella il numero 53? Sono i giorni impiegati per la sua realizzazione!

Lascia un commento